Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una costante crescita di attenzione verso il pubblico femminile da parte del mercato, con proposte di componentistica specifica ma anche e soprattutto di capi di abbigliamento. Anche Leatt non è da meno e nella sua gamma di scarpe propone questo modello pensato per le biker che prediligono i pedali flat, che abbiamo deciso di mettere alla prova.

DESCRIZIONE

Le Flat 2.0 si presentano con un aspetto casual e una costruzione della tomaia in pelle scamosciata sintetica.

La scarpa è dotata di una morbida suola, pensata per offrire grip sui pedali ma anche aderenza al terreno per i tratti di portage. Sfrutta, infatti, la mescola Leatt RideGrip Pro, più morbida della mescola RideGrip standard del marchio sudafricano. Il disegno WaffleGrip Pro della suola, inoltre, è una versione invertita del WaffleGrip di Leatt. Ciò consente ai pin corti dei pedali di aggrapparsi meglio alle scarpe ma garantisce anche una miglior aderenza quando si deve proseguire a piedi su terreni scivolosi.

In corrispondenza di punta e tallone sono presenti specifici canali di drenaggio del fango.

La soletta è realizzata con un materiale ai carboni attivi, con caratteristiche di traspirabilità, asciugatura rapida, antibatteriche e anti odore.

E’ presenta una protezione invisibile del tallone e una protezione esterna della punta in TPU modellato.

La chiusura è affidata a lacci di compressione, per evitare sgradevoli allentamenti in corsa, con la presenza di un ferma laccio elastico.

Il peso da noi rilevato della coppia di scarpe, in taglia 39.5, è stato di 576 grammi. Le Flat 2.0 Woman sono disponibili in unica colorazione e nelle taglie dalla 37.5 alla 41.5, con possibilità di mezze misure. In vendita al prezzo di € 119.

Info: leatt.com

IL TEST

di Ivana Murace

Ad un primo contatto l’aspetto che più mi colpisce di queste scarpe è la loro estrema leggerezza, il che non guasta. Dal punto di vista estetico le Flat 2.0 Woman hanno un design non particolarmente aggressivo, che fa sentire a proprio agio sia in sella che quando si smonta da essa per una sosta. Mi sarebbe solo piaciuto trovare una possibilità di scelta di diversi colori.

Con queste scarpe mi sono trovata bene fin dal primo utilizzo. Non hanno richiesto, infatti, il periodo di adattamento a volte necessario per le scarpe nuove. Le Flat 2.0 Woman avvolgono bene il piede e non generano fastidiose pressioni. La chiusura a laccio non mi ha fatto riscontrare alcun allentamento nell’utilizzo ed ha mantenuto ben stabile la scarpa.

La traspirabilità si è mantenuta su livelli ottimali, grazie anche ai numerosi fori di aerazione presenti sulla tomaia. Nonostante ciò, nelle giornate fredde, che poi sono quelle che sono state sfruttate maggiormente per questo test, le Flat 2.0 Woman hanno mantenuto una buona temperatura interna, allo stesso tempo evitando sudorazioni indesiderate.

Ciò che interessa maggiormente in una scarpa flat è l’aderenza ai pedali. In questo caso le Flat 2.0 Woman mi hanno sorpreso per come sono in grado di aggrapparsi. La suola non tende a scivolare, neanche lungo le discese più sconnesse o in presenza di bagnato, regalando elevati livelli di sicurezza ma consentendo, all’occorrenza, di effettuare piccoli aggiustamenti della posizione del piede sul pedale. Si è fatta apprezzare la differenziazione dei tasselli tra la zona centrale e le zone di punta/tacco, caratteristica che ho ampiamente sfruttato nei tratti di portage sui terreni bagnati di questo periodo.

In presenza di pioggia leggera e fango ho notato un buon livello di impermeabilità, sebbene non si tratti di scarpe pensate in maniera specifica per la pioggia. Inoltre, pur in assenza di una copertura per la zona dei lacci, non ho riscontrato penetrazione dell’acqua.

Nonostante il peso contenuto, le Flat 2.0 Woman hanno mantenuto un buon livello di robustezza, visto che al termine del periodo di prova mostrano solo i normali segni dell’utilizzo. Considerato anche il prezzo, secondo me adeguato alle loro caratteristiche, posso senz’altro consigliarle per un utilizzo dal trail ride all’enduro, con la speranza che in futuro venga ampliata la gamma di colori, visto come noi donne ci teniamo anche a questo aspetto.