Fondata nel 2004, KASK è un’azienda italiana relativamente giovane con sede a Chiuduno (BG), che si occupa di sviluppo, progettazione e realizzazione di caschi da ciclismo, sci ed equitazione ma anche nel settore della sicurezza. Lo scorso autunno ha presentato il leggerissimo Defender, pensato per gli utilizzi più gravity, ovvero downhill, freeride ed enduro agonistico, che ci ha poi inviato per un test.

DESCRIZIONE

La leggerezza del Defender deriva da una costruzione interamente in fibra di carbonio per la calotta, rivestita esternamente da uno strato in policarbonato. Ve lo introduciamo con il seguente video unboxing:

All’interno troviamo, invece, un’imbottitura delle guance a sgancio rapido per facilitare la rimozione sicura del casco in caso di incidente, nonché una facile pulizia. La fodera interna è intercambiabile, senza velcro e lavabile.

Per la ventilazione il Defender sfrutta 18 aperture ed un sistema di canalizzazione dell’aria.

La mentoniera integra un filtro dell’aria in schiuma sostituibile a protezione da polvere e detriti, consentendo comunque il passaggio dell’aria.

La chiusura è affidata ad un classico doppio anello a D.

Il casco è stato, inoltre, progettato per fornire un ampio campo visivo, con spaccati grandangolari incorporati e una visiera regolabile mediante un sistema di aggancio sul lato superiore.

In dotazione al casco troviamo una generosa sacca di trasporto.

Il peso da noi rilevato del casco, in taglia M, è stato di 856 grammi. Il Defender è disponibile in quattro colorazioni e nelle taglie S (55-56 cm), M (57-58 cm), L (59-60 cm) e XL (61-62 cm). In vendita al prezzo di € 600,00. Lo trovate in offerta a questo link.

Info: www.kask.com

IL TEST                                                                                                   di Fabio Paracchini

All’apertura della scatola trovo il casco protetto da una sacca sagomata e di un moderato spessore a protezione, con un panno forato in corrispondenza del viso per consentirne l’areazione. L’impressione è che sia di buona fattura e di grande impatto estetico, oltre che funzionale. La scritta stampata KASK sulla parte superiore completa l’aspetto visivo, mentre per la chiusura troviamo due coppie di cordini da annodare tra loro. Togliendo il casco dalla sua sacca prendendolo per la mentoniera, rilevo uno scricchiolio prodotto dai pannelli interni alla mentoniera stessa, che essendo aderenti uno all’altro, alla minima flessione provocano questo fastidioso rumore.

L’imbottitura interna è di generose dimensioni per garantire un’aderenza ottimale con il viso, ma ho trovato un po’ fastidiosa quella sul capo dove è meno spessa per migliorare la ventilazione, in quanto presenta una struttura piramidale decisamente ruvida al tatto e durante le prime uscite ho preferito utilizzare un sottocasco di cotone. Per fissare le imbottiture sono stati utilizzati dei bottoni a clip al posto dei classici velcri: una scelta che apprezzo su un prodotto che dovrebbe accompagnare il biker per molti anni. La parte inferiore delle spugnette non è rifinita in maniera ottimale e trovo il bordo poco rifilato e quasi duro al tatto. Sempre nella parte inferiore trovo due linguette che vanno tirate sia in caso di incidente per aumentare lo spazio di uscita, sia per il lavaggio delle spugnette.

La fascia sottomento è di generose dimensioni in modo che si possa chiudere con decisione senza avere pizzate sulla pelle, mentre la chiusura è affidata al classico doppio anello di derivazione motociclistica. Sulla parte esterna laterale trovo due placche di plastica con una lunga zigrinatura per stabilizzare l’elastico di quelle maschere che non hanno inserti in silicone; molto riuscita l’alternanza tra verniciatura e parti con solo il trasparente che permette di vedere il carbonio utilizzato per la parte esterna della calotta. 

La visiera ha una bella forma ed è robusta, in linea con l’aspetto massiccio del casco, ma non ho gradito molto all’inizio il sistema di regolazione dell’inclinazione, con una “spina” e un anello da alzare e abbassare: la durezza iniziale mi ha quasi “bloccato” a provare diverse gradazioni di inclinazione per paura di rompere il meccanismo. Dopo diverse aperture il sistema si è ammorbidito, ma lo trovo comunque poco pratico quando si è sui sentieri per una regolazione al volo.

Inserendo la testa nel casco, avverto una discreta resistenza ed è un bene in quanto vuol dire che la misura è corretta e che non si muoverà; come anticipato nella descrizione delle imbottiture avverto un leggero fastidio, a causa del fatto che ho la testa rasata. Anche in questa azione lo scricchiolio proveniente dalla mentoniera è evidente. La visibilità laterale è ottima e non sembra di avere un casco in testa, mentre la mentoniera è vicina ma non tale da rendere difficoltosa la respirazione; a tal proposito segnalo che è possibile estrarre la spugnetta parapolvere rimuovendo la vite presente sul lato frontale per una maggiore aerazione.

Durante le sessioni di riding non ho rilevato grandi pecche, se non quella già accennata della difficoltà di gestire l’inclinazione della visiera in modo rapido; il casco si è sempre dimostrato stabile, discretamente comodo (anche in relazione al peso, rilevato oltre 1 etto più del dichiarato, e all’assenza della chiusura con il sistema magnetico Fidlock), con un aerazione nella media, apprezzabile nelle giornate dei mesi freddi, ma probabilmente chi lo userà nei mesi caldi difficilmente lo calzerà durante le sessioni di risalita; detto questo, probabilmente il peso aiuterà a non gravare troppo sullo zaino.

Sicuramente aiuta la possibilità di estrarre la spugnetta dalla mentoniera, ma la struttura è sicuramente più votata a proteggere che a garantire una ventilazione similare a quella dei caschetti da trail. Non ho udito i famigerati scricchiolii durante l’utilizzo, quindi è segno che non si tratta di un problema strutturale ma di assemblaggio. 
La manutenzione è stata facile, la parte esterna è sempre stata pulita con un panno umido per rimuovere polvere e schizzi di fango, mentre gli interni sono stati lavati a mano. 

Nel complesso si tratta di un casco che potrebbe essere migliorato in alcune sue parti come la parte costruttiva interna e la regolazione della posizione della visiera poco pratica; lo consiglierei a chi pratica il dowhnill o a chi vuole il massimo in fatto di protezione in ambito enduro, a discapito della ventilazione.