Pivot Cycles è un’azienda americana in forte crescita nelle vendite, fondata esattamente dieci anni fa da Chris Cocalis, che ne è tuttora presidente; un perfezionista della tecnologia con una passione sfrenata per la bicicletta e già fondatore dello storico marchio Titus, ormai passato ad altra gestione e con essa radicalmente ad altra storia. Con la Mach 429 Trail introdotta circa due anni fa nella gamma, Pivot si poneva l’obiettivo di proporre un modello più versatile della Mach 429SL, votata invece al cross country. L’abbiamo avuta a disposizione fin’ora per ben quattro mesi per un test di lunga durata, sviscerando tutto il suo spirito da trail bike.
La Mach 429 Trail va a collocarsi, quindi, in un ambito di utilizzo trail ride, grazie all’escursione alla ruota posteriore da 116 mm, ad un angolo di sterzo più aperto e ad un reach e standover leggermente più ridotti, pur continuando a garantire un’efficienza di pedalata. E’ proposta dal distributore italiano come bici completa in diversi allestimenti, con prezzi a partire da € 4.899,00, ma è previsto anche il frameset con ammortizzatore Fox Float DPS Kashima al prezzo di € 2.999,00. L’allestimento da noi ricevuto per il test si avvicina al Pro XT/XTR 2x 27.5+ (in listino a € 6.499,00) ma con componentistica un po’ più pregiata, come potete vedere nel dettaglio delle specifiche.
Il telaio è interamente in carbonio e sfrutta la tecnologia di lavorazione Hollow Box proprietaria del marchio dell’Arizona, grazie alla quale viene realizzato un telaio leggero ed allo stesso tempo resistente, anche perché con questa tecnologia è richiesta una minore quantità di materiale per il trattamento delle eventuali imperfezioni durante il processo di lavorazione.
L’instradamento di cavi e guaine è esterno al telaio, ad eccezione del cavo di attuazione del reggisella telescopico passante all’interno del piantone e della parte terminale del cavo del cambio, posizionato all’interno del fodero. La Mach 429 Trail sfoggia, inoltre, un ampio scudo protettivo al di sotto del tubo obliquo nonché un generoso batticatena ben integrato al fodero e una piastra metallica a protezione del telaio da un eventuale caduta della catena. Previsti, inoltre, ben due attacchi per portaborraccia: uno classico al di sopra dell’obliquo e un secondo posizionato sotto la stessa tubazione nella parte bassa.
Non mancano i mozzi Boost ad entrambi gli assi, grazie ai quali oltre a garantire una maggiore rigidità nelle ruote adottate è possibile l’utilizzo di ruote sia da 29″ che 27.5+, quest’ultime da noi ricevute per il test.
Per la sospensione la Mach 429 Trail adotta il consueto schema DW-Link già utilizzato con successo sugli altri modelli della gamma per garantire il massimo supporto in fase di pedalata ed un’elevata rigidità strutturale. Il carro, in pezzo unico, sfrutta cuscinetti sovradimensionati Enduro Max ed è articolato su corti e robusti braccetti, quelli superiori completamente nuovi e quelli inferiori che adottano lo stesso disegno già utilizzato per la Mach 6 Carbon.
Come unità ammortizzanti Pivot ha scelto in casa Fox. All’anteriore troviamo la 34 Factory da 130 mm di escursione con leva di regolazione della compressione su 3 posizioni sullo stelo destro e registro di regolazione del ritorno in fondo al fodero destro.
L’ammortizzatore è il Fox Float DPS Factory, anche qui con registro di regolazione del ritorno e leva per la frenatura in compressione su tre posizioni.
Le ruote sono assemblate con cerchi DT Swiss XM551 e mozzi 350 dello stesso marchio. Le gomme sono della Maxxis ed entrambe da 2.8″ di sezione. All’anteriore troviamo una Ikon+ ed al posteriore una Rekon+.
La trasmissione, interamente Shimano, sfoggia un misto di componenti XT/XTR, con la guarnitura XT a doppia corona 34/24T che molto strategicamente per questo formato, secondo noi, Pivot ha abbinato ad una cassetta 11-42T.
Vediamo con piacere che anche per il sistema frenante Pivot ha scelto Shimano, puntando al top di gamma XTR nella versione Trail e con dischi da 180 mm ad entrambi gli assi.
Per il posto di guida è stato adottato il Pivot Phoenix Component System presentato ad inizio anno. Si compone del manubrio Phoenix Team Carbon da 760 mm e con diametro di accoppiamento pari a 35 mm, in combinazione con un pregiatissimo attacco Phoenix Team Trail in alluminio 7050-T6 forgiato 3D e da 65 mm di lunghezza.
Le manopole sono le Phoenix Team WTB PadLoc, realizzate in collaborazione con WTB, che circa due anni fa (ne abbiamo parlato qui) presentò questo particolare tipo di manopole progettate per abbinarsi ad un manubrio che abbia un taglio di 30 gradi di inclinazione verso il suo bordo esterno, allo scopo di eliminare definitivamente lo scivolamento delle manopole sul manubrio.
Anche la sella è proposta da Pivot, sempre in collaborazione con WTB, ed è una Phoenix WTB Vigo. Non potevamo non trovare, inoltre, in tale contesto di utilizzo, un reggisella telescopico. Qui abbiamo un KS LEV Integra da 150 mm di escursione.
Specifiche
Telaio: | Carbonio Hollow Box |
Escursione ant.: | 130 mm |
Escursione post.: | 116 mm |
Forcella: | Fox 34 Factory |
Ammortizzatore: | Fox Float DPS Kashima |
Comandi cambio: | Shimano XTR, 11 v |
Cambio: | Shimano XTR GS |
Deragliatore: | Shimano Deore XT |
Guarnitura/Movimento centrale: | Shimano Deore XT, 34/24T, Press-Fit 92 |
Cassetta pignoni: | Shimano Deore XT, 11-42T, 11v |
Catena: | Shimano Deore XT |
Freni: | Shimano XTR Trail, 180/180 mm |
Ruote: | DT Swiss XM551 40c, mozzi DT Swiss 350, 15×110 mm/12×148 mm, 28 raggi 2/1.8/2 mm |
Coperture: | Maxxis Ikon+ 3C EXO TR / Rekon+ 3C EXO TR, 27.5 x 2.80″ |
Manubrio: | Phoenix Team Carbon 35 mm, 760 mm larghezza, 20 mm rialzo |
Attacco manubrio: | Phoenix Team Trail 35 mm, 65 mm lunghezza |
Manopole: | Phoenix Team PadLoc |
Serie sterzo: | Pivot Precision Sealed Bearing, semi-integrata |
Reggisella: | KS LEV Integra, 150 mm |
Sella: | Pivot WTB Vigo Race |
Peso: | 13,1 kg (taglia L, senza pedali) |
Colori disponibili: | Alpine White, Electric Blue |
PREZZO: | € 2.999,00 (telaio + ammortizzatore) |
Geometrie
Taglie disponibili: | S-M-L-XL |
Orizzontale virtuale: | 580-607-629-650 mm |
Angolo sterzo: | 67° |
Angolo piantone: | 72,3° |
Altezza movimento centrale: | 332 mm |
Tubo sterzo: | 102-102-119-150 mm |
Carro posteriore: | 443 mm |
Standover: | 722-733-741-760 mm |
Reach: | 378-403-417-429 mm |
Passo: | 1.114-1.139-1.159-1.184 mm |
Info: www.pivotcycles.com
Distributore per l’Italia: www.tribedistribution.com
In sella
Le misure sono generose e la posizione in sella risulta leggermente allungata, ma la si può personalizzare con la lunghezza dell’attacco manubrio. Abbiamo trovato perfetta la larghezza del manubrio e molto comoda la seduta così come le particolari manopole dotate della parte terminale morbida. Molto apprezzabile il lavoro svolto per proteggere il telaio, con il batticatena che risulta tra i migliori fin’ora visti per quanto concerne l’integrazione al telaio.
Pur essendo, cavi e guaine, instradati all’esterno del telaio, si nota la cura del loro posizionamento, che rende molto pulita l’estetica del telaio e non determina fastidiosi sbattimenti in corsa.
Per la regolazione del SAG della forcella si può fare riferimento alla guida alla taratura sul sito del produttore mentre per l’ammortizzatore ci si può avvalere del comodo calibro di riferimento posto sullo stesso. Vista l’ampia sezione, la regolazione della pressione delle gomme richiede un’attenzione in più rispetto alle coperture tradizionali, ed è il caso di fare diverse prove sul campo in modo da trovare il giusto compromesso tra una pressione che determinerebbe una gomma troppo dura e una che invece provocherebbe fastidiosi rimbalzi.
In pianura
Nonostante la presenza delle coperture di ampia sezione la Mach 429 Trail non si impigrisce in fase di spinta sui pedali, anzi regala una buona reattività grazie all’ottima messa a punto della sospensione DW-Link. Per avere il massimo in questo contesto, comunque, si può attivare la piattaforma stabile di pedalata vista la disponibilità offerta sia dalla forcella che dall’ammortizzatore, anche se si può fare a meno di attivare quella della forcella, lasciandola quindi completamente aperta.
La scarsa sensibilità ai piccoli urti, caratteristica comune agli schemi di sospensione di questo tipo che privilegiano l’efficienza in pedalata, è molto mitigata in questo caso dalla presenza di coperture di più ampia sezione, che forniscono un buon contributo nell’assorbimento degli impatti anche più leggeri. Grazie alle ampie coperture ci si giova, ovviamente, di una buona propensione del mezzo a spianare le asperità, anche quelle più marcate.
In curva
Il movimento centrale di altezza ridotta, il carro decisamente compatto ed il passo contenuto, pur in presenza di un angolo di sterzo aperto, fanno in modo che la Mach 429 Trail riesca a districarsi molto bene anche nei single-track più tortuosi, chiaramente con gli ovvi limiti dei cerchi e delle gomme più ampie, che determinano una maggiore resistenza nel piegare rispetto alle misure più tradizionali.
Nelle curve più veloci, invece, brilla ampiamente grazie al supporto fornito dalle generose gomme e dall’ottima rigidità torsionale del telaio, che facilita l’inserimento in curva anche a velocità sostenute.
In salita
Da un mezzo dotato di gomme Plus non ci si aspetta certo la risposta in pedalata di una full più scattante sulla carta, ma la Mach 429 Trail stupisce in questo contesto, riuscendo a celare gran parte del suo peso. Nell’affrontare le erte più ripide si apprezzerà la presenza della doppia corona, che abbinata alla cassetta scalata fino al 42T, ad un telaio molto rigido e alle coperture Plus dal battistrada polivalente dà quasi l’impressione di essere in sella ad una e-bike, e non stiamo esagerando.
Se poi si desidera spremere il massimo è possibile attivare la piattaforma stabile di pedalata per entrambe le unità ammortizzanti, visto che una parte del lavoro di assorbimento delle asperità sarà svolta dalle generose coperture, che non si lasciano rallentare troppo da rocce o radici e difficilmente perdono l’aderenza, con evidenti benefici sia nei tempi di risalita che nel comfort globale.
In discesa
I 116 mm di escursione alla ruota posteriore si riescono a sfruttare interamente e a volta sembra di averne un po’ di più, grazie alle gomme Plus. La Mach 429 Trail non divora le discese come un mezzo da enduro ma sfoggia una padronanza della situazione che non ci si aspetta da un mezzo con simili escursioni. La risposta alle asperità più marcate è molto morbida e nel caso si affrontino percorsi ricchi di ostacoli importanti il mezzo non richiede una taratura più rigida, dal momento che non si rischia di esaurire facilmente la corsa a disposizione, grazie ad un’ottima risposta per progressività dell’indurimento nell’arco dell’escursione.
Il comportamento in frenata si è rivelato ottimo e non ha inibito il lavoro di assorbimento del carro, con il risultato di avere in ogni situazione un buon margine di sicurezza.
Conclusioni
Con questa bici ancora una volta Pivot dimostra un’elevata qualità costruttiva nelle sue realizzazioni, che si traduce poi sul campo in un rendimento da far invidia a mezzi da escursioni maggiori. La Mach 429 Trail è tra le poche trail bike in grado di regalare il massimo divertimento al biker alla ricerca di un elevato rendimento in pedalata e tanta sicurezza in discesa, senza ovviamente il desiderio di voler strafare ma garantendosi comunque ottimi margini di sicurezza se ci si trova ad affrontare percorsi per i quali non è stata specificamente progettata.