Urge è un marchio francese relativamente giovane che vanta una collezione di caschi incredibilmente vasta, abbracciando i segmenti che vanno dal trail ride al downhill, senza contare il gravel e l’urban. Il Rascas è una delle sue ultime novità ed abbiamo pensato di metterlo alla prova.

DESCRIZIONE

Ispirato al modello Real Jet, presente a catalogo una decina di anni fa, il Rascas propone un disegno particolarmente avvolgente, pur rimanendo un casco di tipo aperto, destinato quindi ad un utilizzo all mountain/enduro. Caratteristica di questo modello, inoltre, è l’attenzione all’ambiente.

La forma avvolgente, infatti, arriva a coprire anche le orecchie, con una morbida imbottitura interna.

La costruzione in EPS riciclato, rivestita in policarbonato anch’esso riciclato con tecnologia In-Mold, sfrutta anche la tecnologia ERT (Energy Reduction Technology), che incorpora cuscinetti in polimeri avanzati morbidi per aiutare a gestire sia l’energia di impatto rotazionale che quella lineare. I cuscinetti ERT attenuano l’energia di impatto sia attraverso le proprietà uniche del materiale che attraverso la loro geometria raffinata.

Per la ventilazione sfrutta dieci aperture ed uno specifico sistema di canalizzazione dell’aria.

La chiusura è affidata alla fibbia magnetica Fidlock mentre le fasce sono in PET riciclato.

Le regolazioni sono previste per la circonferenza, mediante il classico pomello posteriore.

La visiera, in poliammide riciclato, è regolabile su 2 posizioni e presenta una texture particolare, che rivela il logo del marchio quando viene colpita dalla luce solare. In aggiunta, il sistema POP-OFF sviluppato da Urge ne consente lo sgancio rapido in caso di caduta, in modo da ridurre il rischio di lesioni e mantenere la visiera intatta.

Il peso da noi rilevato, nella taglia S/M, è stato di 435 grammi. Il Rascas è disponibile in quattro diverse colorazioni e nelle taglie S/M (54-58 cm) e L/XL (58-62 cm). In vendita al prezzo di € 199.

Info: urgebike.com

IL TEST

di Fabio Paracchini

Il casco è arrivato in una scatola di cartone con molte informazioni sul prodotto e imballato in un sacchetto realizzato da fonte rinnovabile organica, che è una scelta sempre molto apprezzata. Probabilmente per limitare i costi, le spugne più spesse, fornite di serie per adattare la misura del casco a un range (limitato) di circonferenza cranica, sono presenti senza un ulteriore sacchetto. In mano il casco è davvero ben fatto, più leggero di quanto mi aspettassi, e con un abbinamento di materiali preciso e senza bordi taglienti in rilievo. Nella colorazione bianca scelta per il test, l’accoppiamento con la parte inferiore del casco di colore nero in parte liscio e in parte leggermente ruvido dona davvero un aspetto gradevolmente fresco; peccato per gli adesivi con il logo Urge e il nome del modello che sono praticamente invisibili in quanto realizzati con un colore avorio che non “stacca” dal bianco panna della calotta e della visiera. Fossero stati neri o bronzo, per esempio, avrebbero svolto egregiamente la loro funzione di far veicolare il nome del brand ogni volta che si indossa il casco… in questa colorazione è bello, ma anonimo.

La visiera è robusta e prevede due posizioni a scatto, neutrale e alta: ho trovato la prima ottima quando il sole sta tramontando e la luce spesso tende ad abbagliare, mentre per le situazioni di luce piena ho preferito la posizione alta, che consente di guardare molto più lontano senza dover inclinare il collo all’indietro. Ruotando ancora verso l’alto la visiera, la stessa si sgancia dal casco sfruttando l’apertura alla cima della guida dei perni: ottimo sistema di sgancio che permette alla visiera di separarsi dal casco senza rompersi in caso di caduta, ma anche di agevolare le operazioni di pulizia.

Gli inserti (tutti sostituibili) sono quattro e sono composti dai due laterali sulle guance, quello centrale in un corpo unico sulla parte rotonda e finalmente uno spessore anche sulla chiusura sulla nuca a vite, con regolazione dell’altezza e chiusura micrometrica. Il fissaggio tra calotta e inserti è garantito da pratici velcri. La chiusura sotto il mento è completata dall’ottimo Fidlock, mentre la fibbia in nylon morbido è già a lunghezza giusta e non necessita di essere accorciata. Riconosco che, grazie anche all’appoggio sulle guance, il casco è estremamente stabile e senza pressioni, come se stessi indossando un casco da XC: la ventilazione è davvero elevata tanto da diventare il mio casco preferito anche con il sole alto nelle ore più calde, grazie anche alla calotta bianca che aiuta a tenere la testa più fresca.

L’abbinamento con occhiali dalla montatura di dimensioni generose è ben riuscito in quanto la parte frontale ha un’altezza nella media e non spinge gli occhiali sulle narici con quella sgradevole sensazione di guidare con il naso tappato, ma bisogna fare attenzione alla lunghezza delle astine che potrebbero toccare la calotta e quindi non posizionarsi correttamente; nulla da segnalare con le maschere, anche in questo caso il taglio non crea interferenze sgradevoli. 

Sul campo, come già accennato, il casco si è rivelato estremamente comodo, ventilato e con quel plus di protezione che non si avverte ma che è presente sui lati del viso. Le finiture sono tutte apprezzabili e c’è anche più cura al dettaglio rispetto ad altri marchi più blasonati e, complice anche l’utilizzo di materiali riciclati e alternativi, il prezzo si alza di conseguenza. Da mettere sul piatto della bilancia anche uno sconto del 50%, in caso di crash entro i 5 anni dall’acquisto, su un altro casco dello stesso produttore.

La pulizia non richiede particolari attenzioni, la calotta esterna si pulisce con un panno umido mentre i pad, lavati regolarmente in lavatrice con l’abbigliamento delle pedalate in acqua fredda, si tolgono e si rimettono con facilià. Nel complesso il casco è realizzato davvero bene, centrando in pieno l’obiettivo di produrre un casco protettivo, leggero e fresco come un casco da XC. I cuscinetti, seppur in solo due misure complessive, aiutano ad avere una calzata comoda e stabile come un guanto: l’uso di materiali morbidi come la fettuccia di chiusura sotto il mento e il sistema di appoggio sulla nuca dotato di pad completano il pacchetto di un casco che merita più visibilità sugli scaffali e adesivi che lo rendano meno anonimo e più riconoscibile al pubblico.