Lo scorso inverno Crankbrothers ha presentato i Mallet Trail, pedali automatici pensati per la massima versatilità, dal momento che sono indicati per un utilizzo sia in ambito mountain bike che gravel. Non ce li siamo fatti sfuggire per metterli alla prova sul campo.
DESCRIZIONE
Con i nuovi Mallet Trail, Crankbrothers intende colmare il gap esistente tra i Candy e i Mallet E, proponendo quindi un modello in grado di soddisfare l’esigenza della massima versatilità.
Il corpo del pedale è realizzato in alluminio 6061-T6. E’ dotato di un perno di lunghezza generosa con Q-factor da 57 mm per offrire più facilità di sgancio e stabilità in velocità. Il perno ruota su cuscinetti interni Igus LL ed esterni a cartuccia Enduro MAX.
I Mallet Trail presentano la tecnologia Traction Pad per personalizzare e ottimizzare l’interfaccia scarpa/pedale. Offrono inoltre due pin regolabili per lato a favore di una maggiore trazione.
Il sistema di aggancio Eggbeater offre l’aggancio su 4 lati, in modo da consentire un’ottimale evacuazione del fango e un angolo di sgancio personalizzabile.
Le dimensioni del pedale sono pari a 78 x 74 mm mentre il peso da noi rilevato della coppia di pedali è stato di 353 grammi. I Mallet Trail sono disponibili in 3 diverse colorazioni, coperti da 5 anni di garanzia e in vendita al prezzo di € 179,99.
Info: crankbrothers.com
IL TEST
di Fabio Paracchini
I pedali in test sono arrivati con una confezione di cartone ben fatta contenente oltre i due pedali, relative tacchette e doppio set di viti, anche un set maggiorato di pad di plastica per aumentare la superficie di contatto tra scarpa e pedale in caso di necessità, consentendo alla suola di toccare il corpo del pedale. Il foglietto delle istruzioni in 7 lingue, italiano compreso, semplicemente riporta un codice QR che rimanda alla pagina web di Crankbrothers dove è possibile scaricare i manuali di montaggio e manutenzione di ogni singolo prodotto nella lingua che preferiamo; personalmente è una scelta che trovo comoda e che spero di trovarla anche su prodotti di altri brand. Sempre sulla confezione è dichiarata un garanzia di 5 anni, dato che mi ha stupito perché è più del doppio dell’obbligo europeo che si ferma a 2 anni e indica la sicurezza del produttore di avere prodotti che hanno superato un gran numero di test e controlli di qualità.
Seguendo lo standard dei pedali che prevede una tacca di riferimento sui perni sinistri per riconoscerli da quelli destri, ho ingrassato le filettature e li ho avvitati alle pedivelle con una chiave a brugola da 8 mm. Con la confezione sono fornite le placchette standard che permettono una flottazione laterale (spazio di gioco a vuoto) di 6°, per prevenire dolori alle ginocchia e sempre con 15° per innescare lo sgancio. E’ comunque basilare fissare le placchette in modo corretto alla scarpa per trovare l’angolazione corretta non solo per evitare fastidiose infiammazioni ma soprattutto per giovare di innesti immediati e naturali.
Dopo un primo periodo di rodaggio e assestamento dei materiali, gli agganci si sono ammorbiditi e sono diventati via via più naturali e senza eccessive pressioni; da notare che nessun modello di pedali Crankbrothers ha una regolazione di durezza della molla di aggancio/rilascio. L’innesto è secco e immediato, senza impuntamenti: è come cambiare rapporto con un deragliatore SRAM, i cui innesti sono notoriamente rapidissimi e netti. Nonostante non ne abbia avuto bisogno, ho provato a sostituire i pad montati di serie con quelli di riserva: l’operazione è molto semplice e veloce e richiede solo l’utilizzo di un punteruolo o un cacciavite a lama molto piccola per sollevare e scalzare quelli già innestati, mentre per inserirli basta una piccola pressione.
L’anodizzazione è ben fatta e nonostante qualche duro colpo contro rocce, si è dimostrata molto resistente così come la struttura a “frullino” dell’aggancio; la superficie di appoggio, pur essendo un pedale per utilizzo trail, l’ho trovata comoda anche per utilizzo enduro a patto di usare scarpe dalla suola con una discreta rigidità che dia supporto alla pianta del piede.
Il test è avvenuto nel periodo più caldo dell’estate e non c’è stata occasione di provare la capacità di pulizia e funzionamento con il fango, ma essendo il sistema quasi immutato da anni, mi ricordo delle esperienze passate come le migliori. In questi mesi mi sono solo preoccupato di togliere la polvere con uno spazzolino dalla spirale e dai braccetti quando notavo che se ne era accumulata troppa.
La possibilità di personalizzare l’aggancio con diversi tipi di placchette nonché il contatto suola/pedale con i pad intercambiabili e la possibilità di alzare o abbassare i pin rendono l’esperienza con questi pedali la migliore possibile per il biker esigente. Certamente è possibile montarli e andare a pedalare senza cambiare nulla rispetto alla configurazione “stock”, ma sicuramente si perderebbe il senso di una così grande cura nei dettagli da parte del produttore.
In definitiva trovo questi pedali senza difetti, considerata anche la cura del confezionamento, la possibilità di avere istruzioni in lingua italiana sintetiche ma anche ben dettagliate e, non ultima, la garanzia di 5 anni; è difficile chiedere di meglio per questo li consiglio caldamente.