Insieme al reggisella telescopico Revive 2.0, BikeYoke ci ha inviato anche la sua nuova sella Sagma, con la quale l’azienda tedesca debutta anche nel settore delle selle. L’abbiamo quindi provata in concomitanza con il reggisella.

DESCRIZIONE

Un sella che si propone di alleviare la pressione sulle parti sensibili e lo fa sfruttando una particolare costruzione.

Si basa, infatti, su una particolare struttura sospensiva del carrello, pensata per alleviare la pressione sulle parti più sensibili, che sfrutta due piccoli elastomeri posti tra lo scafo e il carrello, che sono tra l’altro disponibili in diversi livelli di durezza.

Lo scafo è realizzato in nylon rinforzato in fibra di carbonio mentre il carrello, in alluminio, ha dimensioni pari a 7×9 mm con un disegno del tipo I-beam ma che si adatta ai morsetti standard. La Sagma sfrutta anche una particolare schiuma per l’imbottitura, con un rivestimento in poliuretano.

E’ disponibile nel colore nero e con grafiche in cinque diverse colorazioni. Disponibile, inoltre, nella larghezza da 142 e 130 mm mentre la lunghezza è pari a 242 mm.

In dotazione alla sella nella confezione troviamo già preinstallati due elastomeri di livello regolare con l’aggiunta di un elastomero più morbido e uno più duro. Il peso da noi rilevato della sella, nella versione da 142 mm, è stato di 225 grammi. E’ in vendita al prezzo di € 129,00.

Info: bikeyoke.de

IL TEST

di Amedeo Liguori

Il peso della sella è abbastanza contenuto, probabilmente grazie anche alla lunghezza ridotta e all’adozione della fibra di carbonio per lo scafo. Nonostante la lunghezza ridotta, comunque, non si rilevano particolari difficoltà in fase di montaggio, grazie al disegno della sella che lascia scoperto il carrello e consente, quindi, ampi spazi di manovra in fase di regolazione.

Si apprezza la generosa imbottitura della seduta e in particolare della punta, che mi ha consentito di pedalare in punta di sella senza difficoltà quando mi è capitato di avanzare la seduta per affrontare una ripida salita, cosa che capita spesso, ormai, con le moderne geometrie delle mtb che in salita tendono ad alleggerire l’avantreno.

Nelle lunghe uscite la Sagma si è dimostrata molto confortevole e non mi ha fatto mai avvertire evidenti fenomeni di intorpidimento, neanche percorrendo lunghi trasferimenti in salita su asfalto, segno che l’imbottitura è ben distribuita nei punti giusti ma ha fatto la sua parte anche il canale centrale modellato nell’imbottitura.

Sui fondi più sconnessi ho apprezzato la presenza del particolare sistema sospensivo, che aiuta a smorzare le vibrazioni e gli impatti prima che vengano avvertiti sulla sella, come normalmente accade. Non si avverte un vero e proprio movimento tale da far disperdere l’energia impressa sui pedali o far perdere il controllo del mezzo, ma si tratta di un leggero movimento che aiuta anche a ridurre l’impatto della sella sull’interno delle cosce quando si percorrono tratti molto sconnessi con la sella abbassata, in questo modo risulta più comodo manovrare la sella tra le gambe.

Sul lungo periodo la resistenza all’usura si è attestata su ottimi livelli, caratteristica che insieme a quelle già elencate e ad un prezzo secondo me adeguato, rendono la Sagma una valida scelta per un utilizzo dal trail ride all’enduro.