Con i Deftrap presentati lo scorso maggio, Deity si pone come obiettivo la realizzazione di pedali flat in nylon in grado di poter essere sfruttati sia in gara che per gli spostamenti quotidiani al lavoro. Ce li ha inviati per un test di lunga durata ed ora siamo pronti a darvi le nostre impressioni. 

DESCRIZIONE

Il pedale propone un corpo in composito di fibra di nylon stampato ad iniezione. Occorre premettere che non tutti i materiali in nylon sono uguali, tant’è che nella fabbricazione dei pedali in nylon vengono solitamente sfruttate due diverse qualità di fibra di nylon: quella più ampiamente utilizzata rappresenta lo standard in questo settore grazie al suo prezzo conveniente e alla facilità di accesso, tuttavia è disponibile un altro materiale in fibra di nylon, il 28% più resistente agli impatti ma anche più difficile da acquisire e, ovviamente, più costoso. Ed è proprio a quest’ultimo materiale che si è orientata Deity per la realizzazione dei Deftrap.

Il pedale sfrutta, inoltre, un profilo concavo e un design simmetrico per offrire maggiore stabilità sul perno. Sono presenti 10 pin per lato, di cui 8 sostituibili al cromo/molibdeno e 2 fissi in nylon.

Il perno ruota su due cuscinetti sigillati con boccole DU sovradimensionate. Caratteristica dei Deftrap, infine, è che non sono i classici pedali in plastica usa e getta ma sono completamente sigillati e ricostruibili.

Le dimensioni del pedale sono pari a 113 x 103 mm, con 18 mm di spessore al centro, mentre il peso da noi rilevato della coppia di pedali è stato di 400 grammi. I Deftrap sono disponibili in svariati colori e in vendita al prezzo di € 42,20, secondo l’attuale tasso di conversione del dollaro.

Info: www.deitycomponents.com

IL TEST                                                                                                   di Fabio Paracchini

Maneggiando i pedali, mi hanno stupito per via del peso “consistente”, (alla bilancia risultano di poco più leggeri rispetto a un classico paio in alluminio) e dello shape poco affusolato che risulta un poco gradevole e dall’aspetto “economico”. I pin sono comunque tutti sostituibili, tranne i 4 (2 per lato) posti sul lato interno vicino al perno. 

Il montaggio è stato eseguito lubrificando preventivamente il perno con grasso al litio e apponendo una rondella tra perno e pedivella, quindi avvitando il perno con una chiave a brugola da 6 mm. Una particolarità che ho gradito visto che è più facile trovare nei multi-tool questa chiave piuttosto che la classica chiave da 8 mm solitamente richiesta per i pedali, visto che mi capita spesso di smontare i pedali per preservare gli interni dell’auto durante il trasporto. Sul corpo dei pedali non è indicato il lato di montaggio con le lettere L e R ma con una scanalatura sul perno del pedale sinistro, che viene così identificato. 

Durante il test il grip si è rivelato sempre ottimo in ogni occasione, sia con l’asciutto che in presenza di bagnato. I pin si inseriscono in maniera decisa nella suola (fin troppo, avendo rilevato la foratura della suola nella zona del metatarso) ed è necessario alzare il piede dalla superficie del pedale per riposizionarlo, in quanto non c’è verso di farlo semplicemente ruotandolo. La zona di appoggio è decisamente ampia e con un buon rapporto larghezza/lunghezza. 

A causa del movimento centrale molto basso della bici su cui sono stati montati, è capitato spesso di urtare i pedali con il suolo nelle situazioni di salita tecnica, ed ho constatato che se da un lato la struttura in nylon aiuta a non “bloccarsi” negli urti, il design molto squadrato “rema contro” bloccando il pedale anziché farlo scivolare via, scaricando così la forza dell’impatto sulla struttura interna e sul perno; segnalo infatti che proprio a causa di un colpo ricevuto, il corpo di un pedale si è storto in maniera decisamente avvertibile. Dopo diversi chilometri di pedalata la situazione è migliorata (probabilmente si era schiacciata una boccola interna e si è “rimodellata” con le rotazioni del corpo). Ipotizzo che questo danno potrebbe essere recuperabile con un kit di manutenzione venduto a parte. 

Sempre a causa degli urti, sono stati spezzati 6 degli 8 pin in plastica (3 per pedale), mentre quelli in metallo sono quasi tutti ancora presenti, seppur ne abbia rilevato la facilità a svitarsi dal dado di supporto. Nonostante la robustezza dei pin in metallo, mi sarebbe piaciuto quindi trovare in dotazione qualche pin di ricambio.

La scorrevolezza, da nuovi e fino alla fine del test, è stata appena sufficiente ma non ho rilevato alcun gioco sul perno nonostante i tanti chilometri effettuati. A fine test posso dire che i pedali sono sicuramente ben costruiti, grazie all’impiego di nylon “premium” e di pin della giusta lunghezza e spessore, oltre che all’abbondante superficie che garantisce stabilità e controllo. Purtroppo il design poco moderno potrebbe porli, a torto, ad essere poco appetibili sul mercato dove il “first look” è ancora molto importante. Al lato pratico, inoltre, non aiuta a preservare nel lungo periodo la struttura dagli impatti.