Presentata lo scorso giugno, la copertura Mazza nasce dalla collaborazione di Vittoria con rider del panorama enduro. Va ad inserirsi nel catalogo del produttore italiano proponendo due diverse versioni: Enduro e Trail. Noi abbiamo scelto di testare la più leggera Trail.

DESCRIZIONE

Il battistrada sfoggia una tassellatura pronunciata e ben definita centralmente, con una serie di intagli profondi presenti sui tasselli nel verso di rotazione per consentire alla gomma di rotolare velocemente nei cambi di direzione. I tasselli centrali, inoltre, sono ben distanziati in modo da garantire trazione in frenata ed allo stesso tempo favorire l’auto-pulizia da fango e detriti.

Alla base dei tasselli centrali più grandi troviamo uno scalino pensato sia per favorire la scorrevolezza che per fornire una buona presa nel terreno in salita, per questo motivo la gomma è stata progettata per essere utilizzata sia all’anteriore che al posteriore.

La Mazza Trail sfrutta la presenza della mescola 4C, ovvero 4 mescole combinate insieme, con l’aggiunta del Grafene, un materiale innovativo che già da tempo caratterizza le gomme Vittoria e che recentemente è giunto ad una versione evoluta, da cui la sigla 2.0 (per maggiori dettagli su questo materiale vi rimandiamo al seguente articolo).

La carcassa è da 120 TPI, con cerchietto pieghevole. Con la sigla TNT (Tube/No Tube), invece, Vittoria indica la presenza di una carcassa tubeless ready, quindi con la possibilità di utilizzare la copertura anche senza camera d’aria.

La Mazza Trail è disponibile anche nella sezione da 2.4″ per entrambi i diametri. Il peso da noi rilevato della versione in prova da 29″ è stato di 1127 grammi mentre la versione 27.5″ ha fermato l’ago della bilancia a 1034 grammi. La singola gomma è in vendita al prezzo di € 62,95.

Info: vittoria.com

IL TEST                                                                                                   di Fabio Paracchini

Le gomme sono state montate su un set di cerchi a diametro differenziato, 29″ con canale da 30 mm all’anteriore e 27.5″ e canale da 37 mm al posteriore, tubeless e con inserto Andreani Pac-1 da 55 mm.
Il montaggio non è stato particolarmente impegnativo per via della carcassa più morbida rispetto alle 2ply che abitualmente utilizzo. Il costruttore dichiara un ETRTO da 65 mm, ma con la mousse all’interno il volume residuo è veramente minimo e sembra meno del dichiarato. Il tallonamento è avvenuto con la pompa da garage, aggiungendo successivamente circa 80 ml di liquido sigillante a ruota.

Il test è durato circa tre mesi, durante i quali sono state usate per più di 1000 km su fondi diversi, dal compatto dell’alta montagna, alle rocce fino alla ghiaia. Dopo i primi giri di assestamento le gomme mi hanno trasmesso sempre più fiducia, in quanto presentano un disegno direzionale unico sia per il posteriore che per l’anteriore; questo indica un set di gomme molto scorrevoli, più indirizzate alla precisione di linea che al grip in frenata. In fase di rotolamento la scorrevolezza è buona se si tiene la pressione un po’ sostenuta, ma la carcassa leggera non aiuta a smorzare i colpi quando si alza la velocità e risente di un effetto rimbalzo avvertibile; privilegiando una pressione più bassa, invece, la situazione migliora in favore dello smorzamento ma si paga pegno sui fondi compatti. 

In curva la presa di spigolo è sincera ma non eccezionale, e mi aspettavo una condizione migliore con la mescola 4C. Il limite di piega si raggiunge facilmente così come è pulita e senza incertezze la transizione da un lato all’altro delle spalle. Mi è piaciuta molto la tenuta sulle pendenze a mezza costa, dove forse sono giunto più prevenuto nel giudizio a causa del feeling non eccelso che ho rilevato nelle curve in velocità.  La deriva non è mai stata un problema per via del minimo spazio tra mousse e interno del copertone, dando vita a una sinergia di materiali davvero soddisfacente.

In frenata, come ho già accennato, non eccellono per via del disegno, ma ci si abitua in fretta a dosare diversamente i freni e a gestire la velocità, risultando comunque sicure. Ho rilevato che soffrono sui terreni poco compatti e smossi, sempre per via del disegno con i tasselli non molto pronunciati che non riescono ad aggrapparsi al fondo duro sottostante. Anche in questa situazione ho imparato a conoscerle, anticipando le frenate e cercando di “stare alto” sulle coste per evitare l’effetto “galleggiamento” nelle zone di riporto con terreno smosso. Sul fango hanno una discreta difficoltà nel pulirsi, e questo non aiuta il biker nell’uscire dalle zone di terreno molto molle; probabilmente, almeno al posteriore, è da preferire una gomma più artigliata per il periodo invernale. 

La gomma posteriore si è rivelata delicata per un utilizzo poco impegnativo nel trail riding: sono state rilevate ben tre forature sulla parte centrale del copertone, singole (non snakebite) e una in particolare mi è occorsa su un sentiero in salita: in un caso ho dovuto tappare il foro con il classico “vermicello”, mentre per le altre due volte è stato necessario solo ripristinare il livello del lattice. Sul laterale ho rilevato due graffi, di cui uno ha provocato una minima perforazione alla carcassa che è stata riparata solo con lattice interno e colla a caldo esternamente (sembrava una riparazione momentanea, invece la toppa ha tenuto ed è diventata definitiva fino alla fine del test, e non ho più rilevato perdite d’aria da quel lato). Come sensazioni di riding, la frenata è nella norma per un copertone direzionale montato posteriormente, così come il grip in salita. Anche in questo frangente mi sarei aspettato una resa diversa della mescola 4C, cioè che fosse più morbida per venire in aiuto a un copertone non nato per brillare al posteriore. In curva segue fedelmente l’appoggio e la linea eseguita dalla ruota anteriore senza perdite di grip. 

Il consumo complessivo è nella media, con i tasselli della ruota posteriore appena sopra al 50% mentre siamo a circa 70% per quella anteriore a fine test. A conclusione posso dire che si tratta di una coppia di gomme che probabilmente è centrata davvero per un utilizzo trail ride e che soffre non appena si esce dal campo di utilizzo, alzando la velocità e andando in terreni più difficili, laddove conviene forse scegliere la versione Enduro piuttosto che la Trail.