In test: Rose Granite Chief 2

Quando l’abbiamo vista per la prima volta al Bike Festival di Riva del Garda dello scorso anno, seppure ancora in fase prototipale, il primo desiderio che ci è venuto è stato quello di provare la nuova Rose Granite Chief, desiderio che però non abbiamo esternato ben sapendo la non fattibilità della cosa. Ci siamo pertanto limitati ad ammirarla e fotografarla, attendendo pazientemente fino a quando Rose ce ne ha inviata una per un test approfondito, di cui adesso vi parleremo.

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Descrizione

In effetti il nostro desiderio nasceva dall’interesse nutrito nei confronti dei diversi aggiornamenti ricevuti dalla storica Granite Chief, una all mountain da 150 mm di escursione ad entrambe le ruote. Un restyling che ha portato all’adozione di mozzi Boost, grazie ai quali è stato anche reso possibile ottimizzare l’instradamento di cavi e guaine. Ma gli aggiornamenti hanno riguardato anche geometrie più in linea con i moderni concetti di all mountain oltre che un tuning maggiormente affinato per la sospensione.

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Sono tre le versioni di base declinate da Rose per la Granite Chief e la 2 rappresenta la versione intermedia. Versioni, ovviamente, che possono essere personalizzate nei modi più svariati in fase di acquisto sul sito internet del produttore tedesco. Tutte comunque sono proposte con un telaio in alluminio 7005, materiale che offre il massimo delle proprietà meccaniche. L’instradamento di cavi e guaine avviene internamente al triangolo principale con l’ingresso al telaio che è stato completamente ridisegnato per eliminare possibili fastidiosi rumori.

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Oltre al generoso batticatena (purtroppo in stoffa e non già integrato nel fodero), la Granite Chief sfoggia anche un’efficace quanto elegante protezione inferiore del tubo obliquo, l’attacco per un portaborraccia sopra il tubo obliquo, l’attacco ISCG05 per un eventuale guidacatena nonché la possibilità di montare un eventuale deragliatore. Insomma Rose ha pensato proprio a tutto.

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Lo schema di sospensione si basa su un classico quadrilatero con Horst-Link, orientato ad una massima sensibilità della sospensione che è in grado, quindi, di lavorare svincolata dalle forze indotte dalla pedalata e dalla frenata.

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Le unità ammortizzanti sono state scelte in casa RockShox. La forcella è una Pike RC Solo Air, con regolazione del ritorno e della compressione, in quest’ultimo caso da tutto aperto al bloccaggio, mediante l’apposita leva in cima allo stelo destro.

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L’ammortizzatore è il Deluxe RT3, di tipo metrico e dotato di regolazione del ritorno e della compressione su 3 posizioni: Open, Pedal e Lock.

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Le ruote adottate sono le DT Swiss M 1700 Spline Two, forse dal canale un po’ troppo ampio per tale ambito di utilizzo, ma con una costruzione estremamente rigida visto il numero di raggi e l’adozione dei mozzi Boost. Le coperture sono le polivalenti Schwalbe Nobby Nic con sezione da 2.35″, in versione EVO, con protezione SnakeSkin per i fianchi e mescola differenziata tra anteriore e posteriore. Davanti troviamo infatti la più morbida TrailStar per una maggiore aderenza nella scelta della traiettoria e la più dura PaceStar al posteriore, ovvero quella che deve garantire maggiore scorrevolezza.

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Con piacere notiamo la presenza di una trasmissione interamente Shimano Deore XT a 11 velocità. Troviamo una guarnitura monocorona a 32 denti ma prima di storcere il naso per la mancanza di una corona piccola vi facciamo notare anche la presenza di una cassetta 11-46T.

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Per i freni, Rose ha scelto dalla connazionale Magura gli MT5 a 4 pistoni, dei quali vi abbiamo già parlato in maniera approfondita in un nostro recente test. Pienamente condivisibili in tale ambito di utilizzo le misure dei dischi, da 203 mm all’anteriore e 180 mm al posteriore.

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Per il manubrio e relativo attacco la Granite Chief sfrutta l’accoppiata Race Face Turbine con diametro di accoppiamento sovradimensionato di 35 mm, a favore della massima rigidezza e, quindi, precisione di guida. Le manopole sono invece le Ergon GA30 con singolo collarino di bloccaggio e in posizione interna.

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La sella, infine, è una SDG Circuit MTN e poggia su un reggisella telescopico RockShox Reverb Stealth da 150 mm di escursione.

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Specifiche

Telaio: Alluminio 7005
Escursione ant.: 150 mm
Escursione post.: 150 mm
Forcella: RockShox Pike RC Solo Air
Ammortizzatore: RockShox Deluxe RT3
Comando cambio: Shimano Deore XT, 11 v
Cambio: Shimano Deore XT Shadow Plus GS
Guarnitura/Movimento centrale: Shimano Deore XT, 32T, BSA-73
Cassetta pignoni: Shimano Deore XT, 11-46T, 11v
Catena: Shimano Deore XT
Freni: Magura MT5, 203/180 mm
Ruote: DT Swiss M 1700 Spline Two 27.5, 30c, 15 x 110 mm/12 x 148 mm, 28 x 2/1.8/2 mm
Coperture: Schwalbe Nobby Nic EVO SnakeSkin TLE TrailStar/PaceStar, 27.5 x 2.35″
Manubrio: Race Face Turbine 35 mm, 760 mm width, 20 mm rise
Attacco manubrio: Race Face Turbine Basic 35 mm, 60 mm
Manopole: Ergon GA30
Serie sterzo: FSA semi-integrata
Reggisella: RockShox Reverb Stealth, 150 mm di escursione
Sella: SDG Circuit MTN
Peso: 13,4 kg (taglia M, senza pedali)
Colori disponibili: Candy-Red/Black, Black-Stealth
PREZZO: € 3.074,60

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Geometrie

Taglie disponibili: S-M-L-XL
Orizzontale virtuale: 566-596-621-646 mm
Angolo sterzo: 66,6°
Angolo piantone: 74,9°
Altezza movimento centrale: 343 mm
Tubo sterzo: 105-115-125-135 mm
Carro posteriore: 431 mm
Reach: 406-433-456-478 mm
Passo: 1.134-1.165-1.192-1.218 mm

Info: www.rosebikes.it

Il test

In sella

La posizione in sella è adeguata all’ambito di utilizzo della Granite Chief, né troppo allungata né troppo raccolta. Perfetta la larghezza del manubrio e la lunghezza dell’attacco. Nella media il comfort di seduta, con la sella che non presenta una generosa imbottitura orientata alle lunghe pedalate, ma entriamo in questo caso nel campo delle preferenze personali.

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Si apprezza la presenza dell’attacco per un guidacatena e del generoso scudo protettivo per il tubo obliquo, ormai adottato sempre da più produttori, ma quello che ci è maggiormente piaciuta è stata la particolare cura riposta nella progettazione dell’instradamento di cavi e guaine all’interno del telaio, che sul campo ha dato i frutti sperati dal momento che non abbiamo mai notato alcun tipo di sbattimento.

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Per la regolazione del SAG delle sospensioni ci si avvale, come di consueto per RockShox, delle scale graduate poste sugli steli di forcella ed ammortizzatore nonché delle indicazioni consigliate per la forcella in funzione del peso del biker e poste su una comoda etichetta sul fodero sinistro. Le regolazioni dell’ammortizzatore sono, inoltre, facilmente raggiungibili in corsa.

In pianura

Nonostante la presenza di uno schema di tipo Horst-Link, che in genere può manifestare oscillazioni ritmiche del carro in fase di spinta sui pedali, la risposta alla spinta sui pedali è inebriante, segno di un eccellente lavoro di affinamento subito dalla sospensione, che comunque spiana bene le asperità che la Granite Chief incontra sul percorso senza avvertire particolari rallentamenti.

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Se si è alla ricerca di continui rilanci si può chiudere un po’ l’idraulica dell’ammortizzatore, impostando la sua frenatura in compressione in modalità Pedal pur lasciando completamente aperta quella della forcella. In ogni caso il telaio esprime una notevole rigidezza torsionale che insieme al sovradimensionamento costruttivo del carro è in grado di regalare una risposta rigida oltre che precisa.

In curva

La Granite Chief è contraddistinta da geometrie decisamente molto aggressive e questo trova una riconferma sul campo dal momento che il mezzo privilegia la stabilità nelle curve veloci, soprattutto se ripide e dissestate, dove si esprime ai massimi livelli. Grazie al carro molto compatto si lascia comunque guidare con relativa facilità anche nei single-track più lenti e tortuosi e anche da chi non la spreme a fondo, in questo contesto però guadagnerebbe ancora qualcosa dotandola di un attacco manubrio più corto.

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In salita

Sappiamo bene che il peso della Granite Chief 2 non è dei più contenuti, ma in salita riesce comunque a celare gran parte della propria massa. Probabilmente è il risultato di una geometria molto ben bilanciata e, nell’affrontare i tratti più sconnessi, dell’ottima sensibilità della sospensione. Nelle salite più lunghe è conveniente impostare la frenatura in compressione dell’ammortizzatore su Pedal, in modo da giovarsi della piattaforma stabile di pedalata. Una conversione in tubeless per le gomme, inoltre, favorirebbe una riduzione dei pesi delle masse rotanti.

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Anche nel percorrere le erte più lunghe non abbiamo mai sentito la mancanza di una corona più piccola, visto che il pignone da 46 denti è più che sufficiente a non far soffrire neanche il biker meno allenato. Ottima, inoltre, in questo contesto l’aderenza offerta dalle gomme sui fondi più sconnessi e infestati da rocce e radici.

In discesa

Le geometrie aggressive consentono alla Granite Chief di affrontare senza troppi riguardi anche le discese molto impegnative, con la sospensione che assorbe bene anche gli impatti rilevanti e senza mai far avvertire un’eccessiva progressività da parte dell’ammortizzatore, se non quando si sta per raggiungere il fine corsa. E’ ovvio che non si hanno a disposizione geometrie, escursioni e componentistica pensate per l’enduro ma il mezzo si esprime su altissimi livelli, inoltre la buona reattività che riesce a mantenere gli concede un’indole abbastanza giocosa consentendo anche una guida molto precisa.

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I freni brillano per potenza, soprattutto avendo a disposizione un disco di diametro così elevato all’anteriore, e non inibiscono il lavoro di assorbimento delle asperità. Anche le gomme contribuiscono ad arrestare il mezzo in spazi molto ridotti grazie al mordente offerto.

Conclusioni

Dobbiamo ammettere che è valsa la pena attendere pazientemente per poter avere a disposizione la Granite Chief 2 per un test approfondito. La bici ha subito diversi aggiornamenti che hanno migliorato ulteriormente le sue qualità già di per sé di alto livello, confermandola come un mezzo in grado di soddisfare appieno in un ambito di utilizzo all mountain, dal semplice appassionato di escursionismo che desidera un mezzo in grado di affrontare le lunghe salite e le discese impegnative, al biker abituato a spremere sempre il massimo dal proprio mezzo senza per questo dover puntare necessariamente ad una piattaforma con maggiori escursioni.

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