In test: Drössiger XRA 26+

Drössiger è un produttore tedesco di biciclette, forse a tanti non molto noto e che tuttavia offre un catalogo che spazia da modelli di bici da corsa a city bike, trekking bike, e-bike e, ovviamente, mountain bike. E’ proprio a queste ultime che riserva una grossa fetta della sua produzione, proponendo tra l’altro modelli interessanti oltre ad un intrigante configuratore online per la personalizzazione dei colori della mountain bike da ordinare. A breve proporrà un’interessante piattaforma full suspended 26+, che noi abbiamo avuto l’opportunità di poter testare quando ancora in fase di prototipo.

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Descrizione

La XRA presente attualmente nel catalogo Drössiger è una full da all-mountain declinata sia nella versione 29″, con escursione alla ruota posteriore da 150 mm, che nella versione 27.5″, in questo caso con 155 mm di escursione. La XRA 26+ rappresenta per il produttore tedesco un esperimento nel tentativo di offrire la stessa piattaforma ma nel formato plus e con ruote da 26″ invece del consueto formato 27.5″, attualmente più in voga in tale contesto.

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Il telaio della XRA 26+ ha lo stesso disegno dei modelli attualmente in commercio, con una geometria aggressiva e praticamente identica al modello 27.5″. E’ realizzato in alluminio 7005 a triplo spessore e idroformato. Il passaggio di guaine e tubazioni è esterno al telaio, tranne per la parte finale del cavo di comando del reggisella telescopico, che attraversa l’interno del piantone. Generosa la fazzolettatura ricavata in corrispondenza del nodo sella.

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Parlavamo in apertura del configuratore dei colori presente sul sito web del produttore e che consente di selezionare il colore del telaio scegliendo tra ben 25 varianti, dando inoltre la possibilità di scegliere anche il colore del marchio, delle grafiche e addirittura di alcuni dettagli come gli inserti sulla sella, il forcellino del cambio, il collarino stringisella, tappo e calotta superiore della serie sterzo. Una possibilità offerta da pochissimi produttori e che sicuramente farà la gioia di non pochi biker.

Lo schema di sospensione sfrutta un classico quadrilatero con Horst-Link, con un fulcro situato tra foderi inferiori e forcellini in posizione poco davanti e al di sotto dell’asse del mozzo, mentre i foderi inferiori sono a loro volta infulcrati a telaio al di sopra del movimento centrale. Uno schema che fa sì che il lavoro della sospensione non venga influenzato dal tiro della catena e dall’azione frenante. Al posteriore troviamo un mozzo di tipo Boost, quindi 12 x 148 mm, resosi necessario per creare lo spazio per la copertura plus. Presente, inoltre, l’attacco ISCG05 per un eventuale guidacatena.

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Come per la XRA già a catalogo, anche la 26+ ha sospensioni a marchio RockShox. La forcella è una Pike RC Dual Position Air, con escursione settabile tra 150 e 120 mm tramite un’apposita leva situata sullo stelo sinistro.

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L’ammortizzatore adottato è un RockShox Monarch RT3, con tuning specifico per questa sospensione e con la possibilità di scegliere, anche qui mediante una leva sull’ammortizzatore, tre modalità per l’idraulica: Aperta, Pedal e Chiusa.

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Le ruote spiccano sicuramente per l’ampio volume ma anche per quello che è stato da anni l’unico formato per la mountain bike, ovvero il 26″. La XRA 26+ adotta le AlexRims Supra 35, con un canale interno da 35 mm, 32 raggi  e mozzi di formato Boost, ovvero 15 x 110 mm all’anteriore e 12 x 148 mm al posteriore. Le coperture sono le aggressive Surly Dirt Wizard 26 x 2.75″, con carcassa da 120 TPI e dotate di sistema Pro Core a doppia camera di Schwalbe.

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La trasmissione scelta è a singola corona e a marchio Shimano, con 11 velocità. Interamente nel modello Deore XT troviamo, infatti, la guarnitura con corona 30T, il cambio posteriore con relativo comando e la cassetta pignoni 11-42T. Volendo, comunque, è possibile montare anche una guarnitura a doppia corona, vista la compatibilità del telaio con il deragliatore anteriore.

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Anche i freni sono Shimano Deore XT, con rotori da 203 mm all’anteriore e 180 mm al posteriore.

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Al posto di guida troviamo una componentistica mista, tra manubrio e attacco di casa RaceFace e con l’adozione del diametro maggiorato di 35 mm, manopole Ergon GA1 Evo, reggisella telescopico RockShox Reverb Stealth con ben 150 mm di escursione e sella Selle Italia SLS.

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Specifiche

Telaio: Alluminio 7005 triple butted hydroformed
Escursione ant.: 150-120 mm
Escursione post.: 155 mm
Forcella: RockShox Pike RC Dual Position Air
Ammortizzatore: RockShox Monarch RT3
Comando: Shimano Deore XT, 11v
Cambio: Shimano Deore XT
Guarnitura: Shimano Deore XT, 30T
Cassetta pignoni: Shimano CS-M8000, 11-42T, 11v
Catena: Shimano CN-HG600
Freni: Shimano Deore XT, 203/180 mm
Ruote: AlexRims Supra 35, 35c, 15×110 mm/12×148 mm, 32 x 2 mm
Coperture: Surly Dirt Wizard, 120 TPI, 26 x 2.75″
Manubrio: Race Face SIXC 35, 785 mm width, 19 mm rise, manopole Ergon GA1 Evo
Attacco manubrio: Race Face Turbine 35, 50 mm
Serie sterzo: Acros AI03, semi integrata, tapered
Reggisella: RockShox Reverb Stealth, 150 mm
Sella: Selle Italia SLS
Peso: 13,4 kg
PREZZO: € 3500 (indicativo in quanto prototipo)

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Geometrie

Taglie disponibili: 43/46/51 cm
Orizzontale virtuale: 59/61/63 cm
Angolo sterzo: 67,5°
Angolo piantone: 74,5°
Tubo sterzo: 12 cm
Carro posteriore: 42 cm
Standover: 72,3/72,3/72,6 cm
Passo: 113,5/115,5/117,5 cm

Info: www.droessiger.de

Il test

In sella

Le dimensioni appaiono nella norma. Perfetta la larghezza del manubrio e la lunghezza dell’attacco, adeguate secondo noi a questo tipo di bici. Oltre al batticatena, non vi sono ulteriori particolari protezioni per il telaio. Abbiamo apprezzato, invece, la possibilità di installare un guidacatena.

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Come al solito le sospensioni RockShox aiutano molto nella regolazione del SAG, visto che sia forcella che ammortizzatore recano una scala graduata sullo stelo, oltre al consueto o-ring. La forcella, inoltre, presenta anche una pratica etichetta adesiva sul fodero sinistro con le indicazioni di massima per la pressione da utilizzare in funzione del peso del biker. A questo livello di escursioni, comunque, è sempre meglio impostare un settaggio di base per poi effettuare gli opportuni affinamenti nel tempo, man mano che si acquista confidenza con la bici.

Oltre alle sospensioni, altra regolazione fondamentale riguarda la pressione delle gomme. Pur non essendo, infatti, in presenza di una fat bike, siamo comunque in presenza di volumi d’aria elevati che occorre gestire con valori di pressione più bassi della norma.

In pianura

Caratteristica dello schema di sospensione adottato dalla XRA 26+ è quello di svincolare il lavoro della sospensione dalle forze indotte dalla pedalata o dalla frenata. Per questo motivo Drössiger ha pensato bene di dotare questa bici di un ammortizzatore, come il Monarch RT3, che si accolla la responsabilità di impedire alla sospensione di affondare ad ogni spinta sui pedali e di generare, così, oscillazioni fastidiose.

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Per tale motivo è opportuno giovarsi della piattaforma stabile di pedalata offerta dal Monarch RT3, attivabile tramite l’apposita levetta peraltro facilmente raggiungibile restando in sella. In modalità Pedal consente un’ottima reattività da parte della bici, seppure in presenza dei volumi rilevanti delle gomme. Gomme che proprio per la loro sezione, spianano letteralmente il percorso, dando la sensazione di avere a disposizione una ruota a livello di una 27.5″. La risposta sulle piccole asperità è molto morbida, a patto di avere la pazienza di affinare le regolazioni del SAG, come detto in precedenza.

In curva

Grazie ad un’elevata rigidità strutturale del carro, dovuta anche alla presenza di un link di dimensioni contenute, la XRA 26+ si dimostra particolarmente bilanciata e guidabile, nonostante l’ampiezza del canale delle ruote. L’angolo di sterzo non eccessivamente aperto, infatti, è più a livello di una trailbike che di una all-mountain, come invece lascerebbero presupporre le escursioni in gioco, ed il carro estremamente compatto, oltre al diametro relativamente contenuto delle gomme, aiuta a districarsi ottimamente nei passaggi più tortuosi. La presenza di un interasse non particolarmente contenuto, invece, la si avverte nella capacità di affrontare le curve a velocità più sostenuta.

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L’aderenza garantita dai volumi extra delle gomme consente di elevare considerevolmente l’andatura nei percorsi più guidati, e occorre in tal senso riuscire a superare l’eventuale blocco psicologico che all’inizio potrebbe impedire di cercare gli elevati limiti che consentono le coperture plus.

In salita

Vista l’ampia sezione delle coperture, tra l’altro neanche particolarmente scorrevoli, per sfruttare la massima spinta sui pedali sarà opportuno chiudere completamente l’idraulica delle sospensioni, se in presenza di fondi compatti, sfruttando anche la possibilità di abbassare la forcella, in modo da non patire l’affondamento delle sospensioni.

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Le sezioni dal fondo molto sconnesso, invece, potranno essere affrontate impostando l’ammortizzatore in modalità Pedal ed aumentando la frenatura in compressione della forcella, senza però arrivare al completo bloccaggio, godendosi così l’elevato grip offerto nei passaggi più impegnativi dalle coperture dotate di carcassa estremamente morbida, che si rivela utile in presenza di rocce e radici bagnate. In ogni caso, vista anche l’assenza di una corona piccola, occorrerà prendersela comoda nell’affrontare le salite più ripide.

In discesa

Ci aspettavamo un rendimento elevato e in effetti così è stato. In termini di velocità, stabilità, grip e sicurezza la XRA 26+ si è fatta molto apprezzare, con un pizzico di agilità in più rispetto a quanto ci si aspetterebbe realmente da simili escursioni. Si fa guidare in maniera molto giocosa, spingendo alla ricerca di nuove linee o salti, anche se lascia un po’ a desiderare in quanto a capacità di rilancio ad idrauliche tutte aperte.

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La presenza di coperture plus, comunque, dà modo di sfruttare a fondo il percorso in tutte le situazioni in cui è richiesta un po’ di velocità in più, superando ostacoli con una superiore disinvoltura rispetto ad una mountain bike con coperture standard.

Nonostante l’elevata rigidità torsionale del telaio, alle velocità più elevate si avverte una risposta troppo morbida delle gomme, che si traduce in un maggior impegno nel mantenimento della traiettoria. In tal senso si potrebbe optare per coperture dalla carcassa meno morbida, in grado di sostenere maggiormente nei repentini cambi di direzione. Ottima la risposta dei freni, con dischi di diametro adeguato a questo mezzo.

Conclusioni

Quando si guida una mountain bike e non si è interessati al cronometro, l’obiettivo principale è senza dubbio quello di divertirsi. La XRA 26+, seppure in fase prototipale, rappresenta un mezzo in grado sicuramente di soddisfare queste aspettative. Un esemplare esercizio di progettazione che torna a donare al formato 26″ la considerazione di cui è stato privato forse un po’ troppo velocemente.

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