Soprannominata il “Barone dell’enduro”, la Der Baron Projekt è stata presentata nel 2015 da Continental come proposta di una gomma tecnica, versatile e sofisticata destinata all’enduro, caratteristiche che molto spesso si rivelano vincenti in tale ambito. Noi l’abbiamo avuta in test per diversi mesi per darvi le nostre impressioni.
Ed appare in effetti molto sofisticato il disegno del battistrada della Der Baron Projekt, con tasselli dall’alto profilo che vanno a descrivere un disegno aggressivo ma anche versatile, a favore della scorrevolezza. Tasselli, inoltre, posizionati in maniera ben distanziata per garantire una buona autopulizia.
La mescola adottata è la nota BlackChili, un composto progettato da Continental che si basa sulle più recenti scoperte sul polimero ed altre materie prime. In sostanza è costituita da gomme sintetiche e gomma naturale mescolate insieme, a loro volta utilizzate insieme a speciali particelle di carbonio nanometrico, che vengono ottimizzate nella forma e nelle proprietà superficiali per poter essere impiegate nelle coperture. Rispetto alla mescola utilizzata da Continental negli anni precedenti, l’obiettivo della BlackChili è una minore resistenza al rotolamento, un maggior grip e un aumento della durata.
Con la denominazione ProTection il produttore indica, invece, la presenza di uno specifico rivestimento sia sui tasselli che sui fianchi, con lo scopo di proteggere la copertura dalle forature. Sui fianchi, inoltre, si nota il caratteristico design a bandiera a scacchi.
Sotto il battistrada è presente una carcassa a 4 strati per un totale di 240 TPI mentre sui fianchi gli strati sono 3 a 180 TPI. In aggiunta a questo rivestimento ne troviamo uno ulteriore sui fianchi, denominato Apex, il cui obiettivo è quello di fornire maggiore stabilità e una protezione aggiuntiva dalle forature anche nel caso in cui si adottino basse pressioni di gonfiaggio, visto che la Der Baron Projekt ha il tallone tubeless ready, come ormai di consueto per le coperture di questa tipologia.
La Der Baron Projekt è disponibile nei formati ruota 29″, 27.5″ e 26″. Nella versione 26″ da noi testata viene offerta nella sezione da 2.4″. Il peso medio da noi rilevato tra le due coperture in prova è stato di 909 grammi. E’ in vendita al prezzo di € 67,90.
Info: www.continental-tires.com/bicycle
Il montaggio delle Der Baron Projekt è risultato facile e immediato, anche se per facilitarlo è stata utilizzata acqua saponata e compressore. L’accoppiamento con i cerchi è stato perfetto e non si è mai rilevata alcuna perdita d’aria o di liquido sigillante per tagli o cedimenti. Gli pneumatici non hanno un disegno differenziato per l’anteriore e il posteriore ma hanno un senso di direzione impresso sul fianco; al tatto la carcassa dà una sensazione di robustezza e solidità sui fianchi e il profilo dei tasselli pronunciati e ben spaziati lascia presagire una buona presa ma a discapito della scorrevolezza, anche per via dell’abbondante sezione.
Non si tratta di una gomma da fango pura, ma piuttosto una gomma per i terreni allentati tipici del tardo autunno e dell’inverno per via del disegno dei tasselli non squadrati ma leggermente a rampa. La particolare mescola morbida ha garantito per i diversi mesi di utilizzo un grip elevato anche in condizioni estreme, creando un gran feeling con il mezzo, in particolare sui terreni smossi o con ghiaino su fondo compatto, ma ciò che ha colpito maggiormente è stata la precisione e stabilità anche sulle placche rocciose. Questo purtroppo si ripercuote sulla scorrevolezza della gomma che è solamente discreta e infatti il consumo dei tasselli centrali del posteriore è evidente già dopo qualche migliaio di metri di dislivello pedalati in salita. La solidità della carcassa non permette di filtrare al meglio i piccoli urti (in particolare all’anteriore), ma è un difetto tipico delle gomme tubeless ed è limitabile solo tenendo la pressione interna un po’ più bassa di quanto si è abituati.
La presa di spigolo nelle contropendenze è decisa e anche in piega il comportamento è sempre limpido e preciso. In frenata l’aderenza è notevole, in particolare all’anteriore, quando il poter contare su una gomma che “morde” fa la differenza tra lo scendere in sicurezza, divertendosi, o lo scendere rischiando di farsi male. Anche lo scarico del fango è buono in relazione alla tipologia non specifica della gomma, che riesce ad autopulirsi dopo pochi metri sui terreni compatti o non appena si aumenta la velocità, mentre i tasselli fanno sempre una buona presa anche in presenza di radici sporgenti.
Parlando di gomme da mtb, la coperta è sempre corta e una buona gomma scorrevole in salita non riesce a essere ugualmente performante in discesa. I tecnici di Continental invece sono riusciti a cogliere nel segno con una gomma da enduro che è prestante in quasi tutte le condizioni riferite alla “brutta stagione”, che si pedala discretamente grazie al peso molto buono, anche in relazione al volume ma che non soffre mai di eccesso di torsione, e che è performante in discesa grazie alla mescola adottata unita alla carcassa rigida che incassa grandi impatti senza segnarsi.
Il prezzo da pagare è chiaramente… il prezzo, che non è dei più popolari. Sarebbe poi auspicabile, secondo noi, valutare l’utilizzo di un disegno per il battistrada differente tra anteriore e posteriore, in modo da avere un posteriore meno aggressivo e più scorrevole per quando il terreno non è pesantissimo e per fare meno fatica in salita.
Le Der Baron Projekt si sono dimostrate, comunque, un “must have” se si pedala anche quando ha appena smesso di piovere e nelle brevi giornate invernali, quando i trail sono viscidi e ricoperti di foglie; quel poco di fatica in più nel risalire sarà ampiamente ricompensata dalla sicurezza nello scendere con gomme altamente performanti rispetto alle poco efficaci gomme estive.