Il nome SID ha fatto la storia tra le forcelle RockShox, conquistando diversi successi in Coppa del Mondo ma anche molti consensi tra gli appassionati del cross country, per la leggerezza e le prestazioni offerte. Al Bike Festival di Riva del Garda di due anni fa RockShox presentò gli ultimi rinnovamenti per questa forcella, a favore di una diminuzione del peso e di una maggiore precisione di guida grazie ad una costruzione completamente rinnovata ed ottimizzata per un’escursione da 100 millimetri.

Descrizione

La SID è declinata in quattro versioni, di cui quella in test, la XX, si differenzia dalle altre per la presenza della cartuccia Motion Control XX con molla pneumatica Solo Air progettata per lavorare con un’escursione da 100 mm, seppure sia possibile modificare l’escursione in 80 mm con un intervento interno. Una volta immessa l’aria attraverso la singola valvola Schrader, posizionata in cima allo stelo sinistro, viene regolata in modo automatico la pressione nella camera negativa, responsabile del carico di stacco.

La SID, come altri modelli di forcelle a marchio RockShox, consente di utilizzare i Bottomless Token, ovvero degli specifici spessori in plastica che si inseriscono all’interno della camera pneumatica per ridurne il volume. In tal modo è possibile modificare la curva di compressione e, di conseguenza, la progressività della forcella in funzione del proprio stile di guida.

Una costruzione, dicevamo, ottimizzata a favore della massima rigidità, con testa in alluminio cavo e foderi in fusione di magnesio con la parte terminale anch’essa cava. Foderi che accolgono steli in alluminio, di spessore interno costante e da 32 mm di diametro.

Sullo stelo destro, oltre al classico o-ring, troviamo stampate due comode scale graduate per misurare il SAG, sia per l’escursione da 80 mm che 100 mm.

Le regolazioni esterne consentono il bloccaggio della forcella, mediante il comando remoto XLoc di tipo idraulico, e la regolazione del ritorno, per la quale ci si avvale, invece, del pomello situato in fondo al fodero destro.

Rispetto al precedente modello, il pistone che gestisce il ritorno è stato ridisegnato in modo da adattarsi alla Dig Valve, una valvola che fornisce il livello ottimale di controllo per la compressione alle basse e alle alte velocità, controllando attentamente il flusso dell’olio per fornire al biker il giusto supporto e assorbimento degli impatti. La riprogettazione del pistone, inoltre, ha consentito l’utilizzo della tecnologia Rapid Recovery, che anche durante gli impatti in rapida successione riesce a gestire in maniera autonoma la velocità di riestensione per garantire un immediato ritorno alla parte iniziale dell’escursione, consentendo così di recuperare più velocemente, ad esempio, tra dossi consecutivi, a favore di un maggior controllo del mezzo.

La SID XX è disponibile sia con asse da 15×100 mm che Boost 15×110 mm, con ben tre valori a scelta, tra 42, 46 e 51 mm, per il rake. Avendo delle ruote dotate di terminali dei mozzi di diametro maggiorato, è inoltre possibile sfruttare la tecnologia Torque Cap messa a disposizione da RockShox, che aumenta la superficie di contatto del mozzo con i forcellini, a favore di una maggiore rigidità torsionale e, quindi, di una guida più precisa.

Il peso da noi rilevato della SID XX, in versione 29″ e asse 15 x 100 mm, con cannotto tagliato, expander e comando remoto, è stato di 1.666 grammi. E’ disponibile nelle versioni 29″ e 27.5″ ed è in vendita al prezzo di € 922,00.

Info: www.sram.com/rockshox

Il test

La regolazione del SAG è ben supportata, oltre per la presenza delle scale graduate su uno dei due steli, anche per la presenza, sul fodero sinistro, dell’etichetta che mostra i valori di pressione consigliati in funzione del peso del biker, riportati sia per il caso in cui si utilizzi la corsa da 100 mm che quella da 80 mm. Facendo riferimento a questi valori siamo riusciti ad ottenere un valore iniziale di SAG sufficientemente valido, che abbiamo poi affinato sul campo. Si apprezza la possibilità offerta da RockShox di personalizzare la progressività della forcella, anche se occorre aprire la cartuccia pneumatica per poter inserire o rimuovere i token.

La frenatura in compressione, purtroppo, è possibile modificarla solo tra aperta e chiusa, visto che la SID XX, a differenza della SID World Cup (che adotta la cartuccia Charger Damper) non offre un registro per poterla modificare con continuità. Rispetto al passato, comunque, in modalità chiusa la forcella è molto più frenata, anche se c’è sempre un circuito di by-pass che interviene nel caso in cui la si dimentichi chiusa all’inizio di una discesa.

Il nuovo comando remoto XLoc si è dimostrato molto valido e privo di tentennamenti, anche se noi avremmo preferito rimanesse di tipo meccanico, ovvero con attuazione mediante cavo di acciaio e non tramite olio, visto poi quanto possa essere più complicato intervenire per personalizzare la lunghezza della tubazione.

La rigidità di insieme si è dimostrata valida e si percepisce l’ottimo lavoro svolto da RockShox nel rendere torsionalmente più rigida questa forcella rispetto al passato. Tutto questo va a favore di una migliore guidabilità, anche se ciò deve essere rapportato al contesto di utilizzo. Stiamo parlando, infatti, di una forcella da XC, con un peso più leggero rispetto, ad esempio, ad una Pike e, di conseguenza, anche meno rigida rispetto ad essa.

La sensibilità ai piccoli urti si è attestata su ottimi livelli. La SID XX copia molto bene il fondo dando spesso la sensazione di avere a che fare con una forcella da trail ride piuttosto che con una da cross country.

Ma è risultata anche ben supportata durante tutta la sua corsa, il che si traduce in una ruota che rimane incollata al terreno anche nelle situazioni più impegnative (sempre in relazione al suo ambito di utilizzo, ovviamente).

La SID XX ha dimostrato sul campo di essere notevolmente migliorata rispetto al passato, sia in termini di sensibilità agli urti che in termini di rigidità, confermandosi una scelta azzeccata per un utilizzo XC, anche se per un ambito racing il peso non particolarmente contenuto ci farebbe preferire la sorella maggiore SID World Cup, rimanendo nello stesso marchio.