L’idea di questa traversata a cavallo tra le valli di Champorcher e dell’Urtier mi era venuta lo scorso anno in occasione della tradizionale gita di chiusura stagionale al Lac Miserin. Questi luoghi mi sono molto familiari: mai però avevo avuto la curiosità di andare “oltre”, ovvero di salire sino alla Finestra di Champorcher lungo il sentiero dell’Alta Via 2. A mia parziale discolpa c’è da dire che i lavori di ripristino dei sentieri interessati dal passaggio dell’elettrodotto Super Phoenix è cosa piuttosto recente, e speriamo che in futuro si possano trovare i fondi per ripristinare anche i tratti franati dello splendido “Chemin de Roy” .

Come avrete intuito, siamo nell’alta valle di Champorcher: il titolo dell’articolo è eloquente, si tratta di un anello in senso orario che consente di effettuare il giro della Torre Ponton, montagna dalle forme tondeggianti ben visibile salendo lungo la valle. Due colli simmetrici ne interrompono la continuità: la Finestra di Champorcher da un lato ed il Col Pontonnet dall’altro. E proprio per questi due colli transiteremo oggi…
Per quanto riguarda la partenza, scegliete voi: da Champorcher paese (in tal caso vi dovrete sorbire il lungo tratto di asfalto-sterrato sino a Dondena), direttamente da Dondena oppure salomonicamente da una via di mezzo, come ho fatto io: il parcheggio in località Petit Mont Blanc dove si dirama il bivio per il sentiero che dà accesso al Rifugio Barbustel ed al Parco del Mont Avic. Questa scelta permette di evitare del tutto l’odiato bitume, anche se penalizza parzialmente la splendida discesa che porta diretta a Champorcher: discesa che comunque avevo già esplorato lo scorso anno…

Poco da dire sulla salita che porta al Miserin: solo un’amara constatazione, ogni anno che passa devo scendere di sella più spesso, ricordo che vent’anni fa riuscivo ad arrivare al lago senza poggiare il piede a terra, ora l’ultimo ripido strappo proprio non ce la faccio a pedalarlo. Il tempo passa inesorabile…

Nei pressi del rifugio presso il lago si seguono le evidenti indicazioni dell’Alta Via 2: circa 250 metri ci separano dal colle, ma la prima parte è ancora ben pedalabile grazie al buon fondo.

Poi inesorabilmente il sentiero si fa via via più sconnesso e obbliga a spingere/portare la bici, senza grossa fatica  a dire il vero (tranne l’ultimissima rampa…)

Si giunge così alla Finestra di Champorcher mt 2820, sovrastata dall’orripilante pilone dell’elettrodotto Super Phoenix: fate finta che non ci sia e godetevi la maestosità del panorama che si affaccia sull’alto vallone dell’Urtier ed il gruppo del Gran Paradiso. Oggi  grazie alla splendida giornata si starebbe volentieri qui a lungo ad ammirare cime e ghiacciai, se non fosse per il vento che soffia inesorabile (il nome Finestra vorrà ben significare qualcosa…) ed obbliga a ripararsi dietro ai muretti a secco recentemente ripristinati.

La discesa lungo il vallone dell’Urtier ed il sottostante rifugio Sogno è invitante: ma oggi ne sfrutteremo solo pochi metri, infatti al secondo tornante sotto al colle dovremo abbandonarla per seguire sulla nostra destra un sentiero a mezzacosta ben evidente e marchiato con il segnavia  10F.

A parte il primissimo tratto ove il fondo sconnesso obbliga a scendere di sella ci troviamo ben presto a pedalare un bellissimo single trail che  ci conduce nei pressi del Lac Ponton e dell’omonimo alpeggio q. 2630.

Qui arriva una strada interpoderale che va seguita in lieve ascesa per poche centinaia di metri sino alla Baita Orlando, dove si stacca il bivio ben segnalato per il Col Pontonnet: il primo tratto del sentiero è molto faticoso ed obbliga al portage per superare una spalla erbosa che si alza sopra alla baita, poi la situazione migliora decisamente poiché si attraversa una serie di piacevolissimi pianori d’alta quota ben pedalabili ed impreziositi da una serie di laghetti di fusione dall’acqua color smeraldo.

Ben presto ci si ritrova sotto all’ultimo ripido risalto prima del colle, dove nuovamente ci si deve rassegnare a spingere la bici.

E così si giunge al Col Pontonnet mt 2898, anch’esso deturpato dall’ennesimo traliccio.

Sono abbastanza in anticipo sulla tabella di marcia e così abbandono per qualche minuto la bici per salire a piedi la vicina Torre Ponton: la si raggiunge dopo circa 20 minuti di cammino su un sentiero dapprima ben pronunciato ed evidente, poi per una fascia di roccette instabili ed infine un lungo pianoro che adduce alla cima vera e propria sormontata da un grosso ometto a q 3100 mt. Vi lascio immaginare quanto sia bello il panorama, vale senz’altro la fatica della salita!!

Dopo un veloce ritorno al colle comincia la lunga discesa lungo il sentiero N. 8: un primo tratto un po’ tormentato dove occorre galleggiare sulle pietre smosse, ci porta al vicino Col Fenis mt 2857, che dà accesso al vallone di Clavalitè.

Da qui in poi la discesa è semplicemente fantastica, quanto di meglio si possa desiderare: l’ambiente, il terreno ed il panorama creano un mix emozionante difficile da dimenticare! Si pedala sul cosiddetto “Chemin de Roy”: la rete di mulattiere fatta costruire dai Savoia su queste montagne resiste imperterrita al tempo e all’incuria, e suscita ammirazione per l’ingegno costruttivo.

Nei pressi del grazioso Lac Pontonnet mt 2702 è possibile deviare a destra lungo il sentiero 7c che porterebbe ad intercettare la strada poderale del Miserin: ma il mio consiglio è quello di proseguire sul sentiero 8, decisamente più divertente ed appagante, che corre a mezzacosta sotto le pendici del Mont Moutsaillon (qualche tratto franato ed ingombro di detriti, ma poca cosa…) per poi planare con una serie di divertentissimi tornantini su una vasta radura erbosa solcata dalle acque del torrente Ayasse. Un ben visibile ponticello consente di ritornare sulla poderale percorsa all’andata: ma esiste un’altra possibilità per tornare a Dondena, e tutta in single track. Poco prima del ponticello infatti basta seguire le evidenti tracce di sentiero che aggira un piccolo promontorio (tratto in cui si spinge la bici per qualche minuto) per poi planare con un lungo mezzacosta in direzione degli alpeggi di Dondena: in questo tratto bisogna prestare attenzione a non perdere il sentiero principale, segnalato da qualche rado ometto, che risulta essere abbastanza fluido a differenza delle numerose tracce di bestiame presenti.

La direzione è comunque evidente, basta stare sulla sinistra idrografica del torrente per arrivare a Dondena proprio nei pressi dei parcheggi: da qui si potrebbe ritornare a Champorcher lungo la sterrata, ma non sia mai detta l’ultima parola! Se non siete ancora stanchi di single trail basta seguire il tracciato dell’AV2 che si imbocca proprio nei pressi del ponticello: un lungo tratto filante erboso che corre sotto alla strada principale toccando le numerose baite disseminate sui bellissimi pascoli. Si rientra sulla poderale nei pressi delle baite di Champ Long: se invece siete partiti da Champorcher potete seguire le indicazioni del sentiero AV2/9 (molto tecnico e difficile) oppure scendere sino al Ponte delle Maddalene e risalire sull’altro versante per poi raggiungere il fondovalle lungo le piste di servizio dell’area skiable..

In conclusione, giornata e gita fantastica, straconsigliabile: adatta a bikers esigenti e fisicamente preparati. L’alta quota si conquista a costo di duri sacrifici, ma vi assicuro che ne vale la pena!

Testo e foto di Fabrizio Godio