[su_label]Comunicato stampa[/su_label]
Ha atteso un’occasione speciale Samuele Porro per regalare a se stesso e al team Trek-Selle San Marco il sospirato ritorno al successo in maglia neroaranciofluo. Il comasco ha letteralmente dominato il Grand Raid, la micidiale Marathon disputatasi nel Canton Vallese: ben cinquemila metri di dislivello e 8 salite tanto arcigne da infliggere distacchi abissali tra gli oltre 100 partecipanti sul percorso di 125 km che collega il via da Verbier al traguardo di Grimentz. Un trionfo a tutti gli effetti, con la tv della Svizzera Romanda (RTS) a far da cassa di risonanza per non meno di 3 ore all’impresa di Samuele.
Per determinare l’accoppiata tricolore in terra elvetica Porro ha prevalso su Ragnoli, principale antagonista della squadra veneta in parecchie competizioni della stagione in corso, giunto secondo a 4’08”; alle sue spalle il tedesco Stiebjahn, con un ritardo di 10’12” sul vincitore. Dopo la pioggia della notte si temeva una gara molto bagnata e invece il meteo tutto sommato ha retto, consegnando sentieri perlopiù asciutti ai suoi protagonisti.
Il portacolori del team Trek-Selle San Marco è transitato sesto al primo controllo cronometrico di Nendaz (km. 32), staccato di 12” dallo svizzero Looser; con loro al successivo check point di Hérémence (km. 57) anche Ragnoli, Stiebjahn, Flückiger, Zurbrügg e Mensi, tutti raccolti in un paio di secondi. Dall’ascesa di Mandelon in poi il comasco ha attuato il suo forcing: in cima (km. 72) Porro restava nell’ombra del solo Ragnoli, pronto a sferrare l’attacco decisivo, mentre Stiebjahn e Flückiger accusavano rispettivamente uno e due minuti di ritardo. La coppia azzurra viaggiava ancora insieme nella picchiata verso Evolène, ha superato di slancio il dente dell’abitato di Eison e attaccato la salita di La Vieille con la consapevolezza – al netto di inconvenienti tecnici – di non poter essere più raggiunta.
Porro ha accelerato ancora e sull’erta di Pas de Lona, la più impegnativa di giornata, ha staccato Ragnoli, tradito da una prima foratura, relegandolo al passaggio in vetta a 1’52”. Vantaggio ingigantitosi nella seguente e conclusiva discesa, sino a superare i 4 minuti, anche a causa di una seconda foratura del rivale, che alla fine ha persino rotto il cerchio della sua bici. Seppur provato dalla durezza del percorso ma liberatosi dalla sindrome dei secondi posti, sotto lo striscione d’arrivo l’alfiere neroaranciofluo non ha saputo contenere la propria gioia.
“Vincere qui è una soddisfazione enorme – ha commentato –. Al via non pensavo addirittura al successo, ma non ho commesso errori e senza mai mollare sono riuscito a concretizzare questo splendido risultato. Oltretutto non è facile rimanere lucidi per una competizione della durata di oltre 6 ore. Sapevo di essere assistito da una buonissima condizione, ora sono consapevole di poterla conservare senza strafare, perché la stagione agonistica è ancora lunga e sono parecchi gli impegni che mi attendono”.
Prossima ed ultima prova il 16-17 settembre in Francia.