Un luglio di qualche anno fa avevo fatto la traversata da Antey a Cheneil lungo la “Balconata del Cervino”: era una giornata uggiosa e non si vedeva una cippa di niente, la tanto decantata vista breathless del Cervino non andava oltre la punta del mio naso… Bisognava dunque ritornare, ed oggi mi sono rifatto con gli interessi… e devo dire che la veduta della conca di Cheneil con il Cervino assoluto dominatore della scena è veramente da ricordare.
A Chamois, come noto, non ci sono strade e le macchine non esistono: il fatto della strada è in realtà una balla, in quanto esiste in effetti una carrozzabile che sale placidamente da La Magdeleine in una bella e fresca pineta. Però è chiusa al traffico veicolare, intelligentemente, e così i turisti ci arrivano a piedi o con la funivia: anch’io oggi me la prendo comoda e mi imbarco, con modica spesa, sulla piccola funivia che sale da Buisson. Il programma odierno è già abbastanza ricco di salita e non ho voglia di sfiancarmi inutilmente. Così alle 9.30 in tutta comodità eccomi catapultato nella bella piazzetta di Chamois: tira una bella brezza ma la giornata è di quelle che difficilmente si dimenticano, solo qualche innocua velatura del cielo ad incorniciare le montagne circostanti.
Mi avvio sulla stradella che sale subito a sinistra della chiesa, con viste mozzafiato sulla conca aostana e la mole imponente dell’Emilius: qualche placido tornante e la strada diventa sterrata, con un buon fondo. Attraverso tutta la conca di Chamois (evitate la deviazione diretta per il lago di Lod, ripidissima e sfiancante a gambe fredde) e passando piccoli nuclei di case mi porto dopo una prima dura rampa alla volta dell’Alpe di Foresus, dove si inizia a risalire con decisione verso il colle di Fontanafredda, intersecando più volte la linea di risalita della seggiovia e le piste da sci.
Si pedala agevolmente, anche se le pendenze sono notevoli: solo l’ultimo tratto prima di sbucare al colle mi obbliga a scendere dalla bici. Al colle si spalanca improvvisamente la visuale sulle Grandes Murailles ed il Cervino, uno spettacolo che non lascia indifferenti. Ora procedo sulla larga cresta, passo la stazione di arrivo della seggiovia ed in breve eccomi alla deliziosa chiesetta della Madonna di Clavalitè.
Si imbocca ora il chiaro segnavia N. 3 per il Col di Nana e dopo un breve tratto ancora pedalabile la traccia si fa esile ed esposta, costringendomi al portage. Si segue il sentiero per dossi e valloncelli molto caratteristici, correndo alti a solcare il vallone di Chamois, sino a lambire un delizioso laghetto.
Poco oltre si deve abbandonare la traccia principale e su terreno aperto e facile risalire sulla sinistra dove volgendo lo sguardo è ben visibile sulla cresta un grande ometto di pietre.
In breve si va ad intercettare il sentiero che arriva dal col di Nana e con qualche tratto persino pedalabile si giunge al Col des Fontaines mt. 1695, punto più alto del nostro itinerario.
La conca di Chamois è ai miei piedi, mi aspetta una discesa lunga e tecnica, che in alcuni punti mi costringe a scendere dalla bici ma che comunque è in buona parte ciclabile.
Si transita per l’Alpe Champsec, poi dopo il bivio per il Grand Tournalin il sentiero corre placido verso Cheneil.
La conca di Cheneil è sicuramente una delle più belle dell’arco alpino e vale una meritata sosta pranzo prima di affrontare l’ultima fatica di giornata, la discesa verso Valtournenche lungo il sentiero 1 dell’Alta Via.
Discesa che si fa sicuramente ricordare per bellezza ed impegno, soprattutto nella seconda parte quando si abbandona il sentiero principale all’altezza di una strada sterrata seguendo il segnavia 32, un fantastico trail nel bosco fatto di curve veloci e scorrevoli. Si plana a valle nei pressi del lago di Maen, sotto Valtournenche: da qui pochi chilometri di asfalto per ritornare a Buisson a chiudere un anello semplicemente fantastico.
Testo e foto di Fabrizio Godio