In test: Trek Powerfly 9 FS Plus

Il fenomeno e-bike è divenuto oramai così capillare che anche i più tradizionalisti appassionati della mountain bike non possono non tenerne conto e non essere attratti dall’evoluzione tecnologica che sta caratterizzando di anno in anno questo fenomeno. Sempre più produttori, infatti, propongono nel proprio catalogo modelli di e-bike concettualmente identici a quelli “non motorizzati”, dando così la possibilità anche ai meno allenati di poter godere dello sviluppo tecnologico che caratterizza i modelli muscolari. E’ il caso, ad esempio, di Trek, che la scorsa estate ha presentato la nuova gamma Powerfly, una nuova generazione di mountain bike a pedalata assistita contraddistinta dalla stessa tecnologia costruttiva che caratterizza i modelli Slash, Remedy e Fuel EX. Andiamo quindi a conoscere meglio uno degli elementi di questa nuova gamma.

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Descrizione

La Powerfly FS vede nella sua seconda generazione un aumento delle corse ammortizzate, che ora arrivano a 130 mm per entrambe le ruote, spingendosi addirittura a 150 mm se si considera la versione LT. Corse che collocano la Powerfly FS in un contesto di utilizzo trailride, accentuato dalla presenza delle coperture di sezione maggiorata previste per le versioni appunto Plus. La 9 FS Plus si posiziona al top di gamma per quanto concerne l’escursione da 130 mm.

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Come detto in apertura, la nuova Powerfly FS porta con sé tutta la tecnologia che contraddistingue i modelli Trek di tipo muscolare, a partire dall’adozione dei mozzi Boost, che se per la versione Plus oggetto di questo test rappresentano un must, non lo sono invece per le Powerfly con ruote di sezione standard, per le quali però Trek ha pensato bene di adottare comunque i mozzi di maggior formato a favore di una maggiore rigidità dell’insieme, vista anche la spinta fornita dal motore.

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Un motore Bosch Performance Line CX anch’esso giunto a nuova generazione e ora più compatto ed in grado di erogare potenza con maggior prontezza e con una migliore progressione, per assistere la pedalata fino alla velocità massima di 25 km/h.

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Trek ha realizzato, inoltre, uno specifico scudo in alluminio che protegge il motore dagli impatti nella zona sottostante.

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Il display Bosch Purion ha un design molto semplificato. E’ retroilluminato e visualizza la velocità corrente, la distanza percorsa e l’autonomia residua della batteria. Oltre al pulsante di accensione in alto, presenta i due grandi pulsanti laterali +/- che consentono di selezionare le modalità di erogazione della potenza: Turbo, Sport, Tour, Eco, Off.

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Nella parte bassa, invece, troviamo il pulsante del Walk Assist, l’interessante e recente novità prevista da Bosch che consente, tenendolo premuto, di avere a disposizione una spinta del motore con una velocità massima di 6 km/h, utile quando si è costretti a spingere a piedi la bici lungo un tratto estremamente ripido.

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Prevista anche una porta micro USB per il collegamento di strumenti diagnostici.

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L’energia viene fornita dalla generosa batteria agli ioni di litio, Bosch PowerPack da 500 Wh, staccabile dal telaio e ricaricabile con apposito alimentatore in dotazione, con un tempo di ricarica completa pari a circa 4 ore e mezza. L’autonomia della batteria ovviamente varia a seconda della modalità di assistenza alla pedalata. Sul sito Bosch è presente comunque una pagina in cui una volta impostata una serie di informazioni è possibile calcolare i valori indicativi di autonomia.

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Il telaio della Powerfly FS è realizzato in alluminio Alpha Platinum, una lega di alluminio estrusa a freddo e rinforzata in diversi punti al fine di garantire la massima resistenza e mantenere il peso a livelli accettabili. Con l’Alpha Platinum le tubazioni vengono sottoposte a idroformatura mentre la successiva saldatura avviene mediante un particolare processo che riduce al minimo l’aspetto visivo della stessa saldatura. Il telaio è ovviamente predisposto per il passaggio interno dei cavi di trasmissione e reggisella telescopico oltre che della tubazione del freno posteriore.

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In corrispondenza della zona sterzo troviamo il sistema Knock Block, introdotto con la Fuel EX 27.5+ e adottato poi anche dalla Slash, Remedy e Fuel EX. Una soluzione integrata al telaio che ha consentito di proteggere il tubo obliquo dagli eventuali impatti con la testa della forcella e il tubo orizzontale dagli impatti con il manubrio. Ciò ha permesso, inoltre, a Trek di continuare ad adottare un tubo obliquo privo di curvatura in corrispondenza del nodo sterzo, con il risultato di avere maggiore rigidità ma anche minor peso, vista la minor lunghezza della tubazione.

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Il Knock Block in sostanza è costituito da uno specifico attacco manubrio, una copertura superiore della serie sterzo, un distanziale ed un particolare inserto di arresto presente nel telaio, a quest’ultimo infatti è demandata la limitazione del raggio di curvatura della copertura della serie sterzo.

Lo schema di sospensione è il super collaudato ABP (Active Braking Pivot) di casa Trek, costituito da un quadrilatero il cui fulcro principale è coassiale all’asse del mozzo posteriore. In questo modo la sospensione è svincolata dall’azione frenante, in modo da garantire un miglior controllo del mezzo in queste situazioni.

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Come per le altre full di casa Trek, anche sulla Powerfly FS troviamo, in corrispondenza del punto di collegamento dei foderi superiori con il bilanciere, il Mino Link. Si tratta di un accoppiatore di regolazione che dà la possibilità di modificare l’angolo di sterzo (66,9°  – Posizione Low, 67,4° – Posizione High) e di conseguenza le geometrie del mezzo, girando semplicemente un dado.

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Per le unità ammortizzanti, Trek si è servita di RockShox. All’anteriore troviamo la forcella Pike RC Solo Air, con rake personalizzato di 51 mm, secondo la consueta geometria G2 di Trek.

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L’ammortizzatore è il Deluxe RT3 con attacco di tipo Trunnion, recentemente presentato da RockShox e del quale approfondiremo più avanti le nostre impressioni.

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Per l’adozione delle coperture di generosa sezione, Trek ha scelto i cerchi Sun Ringlè Duroc 40 SL, con canale interno da 40 mm di larghezza, assemblati con mozzi Bontrager, storico brand di proprietà Trek, di tipo Boost come detto e con 32 raggi.

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Anche le gomme sono a marchio Bontrager, le Chupacabra 27.5 x 2.8″. Sia cerchi che gomme sono tubeless ready, quindi si prestano ad una facile conversione.

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La trasmissione è interamente a marchio SRAM. Troviamo il gruppo completo EX1 specifico per e-bike e presentato la scorsa primavera. La guarnitura ha una corona da 15T comprensiva di paracatena.

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Il cambio presenta il design X-HORIZON, progettato per gestire le coppie elevate e i cambi di marcia a cadenza ridotta nella cassetta pignoni 11-48T da 8 pignoni.

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Anche i freni sono SRAM. Per arrestare la Powerfly 9 FS Plus, Trek ha scelto i Guide RS a 4 pistoni e con dischi da 200 mm all’anteriore e 180 mm al posteriore.

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Come ci si poteva aspettare, il posto guida è interamente a marchio Bontrager. Troviamo il non troppo ampio manubrio Line da 750 mm con il relativo attacco specifico per il sistema Knock Block.

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La sella è la Evoke 2 e poggia sul reggisella telescopico Drop Line da 125 mm di escursione.

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Specifiche

Telaio: Alluminio Alpha Platinum
Escursione ant.: 130 mm
Escursione post.: 130 mm
Forcella: RockShox Pike RC Solo Air – 15×110 mm Boost
Ammortizzatore: RockShox Deluxe RT3
Comandi: SRAM EX1, 8v
Cambio: SRAM EX1
Guarnitura: SRAM EX1, 15T
Cassetta pignoni: SRAM XG-899, 11-48T 8v
Catena: SRAM PC 1031
Freni: SRAM Guide RS, 200/180 mm
Cerchi: Sun Ringlè Duroc 40 SL, 40c
Mozzi: Bontrager, 15 x 110 mm / 12 x 148 mm
Coperture: Bontrager Chupacabra TLR 27.5 x 2.8″
Manubrio: Bontrager Line, 750 mm, 15 mm rise, 35 mm clamp; manopole Bontrager Race Lite lock-on
Attacco manubrio: Bontrager Line, 70 mm, 0°, 35 mm clamp
Serie sterzo: FSA IS-2, E2 Knock Block
Reggisella: Bontrager Drop Line, 125 mm
Sella: Bontrager Evoke 2
Motore: Bosch Performance Line CX, 250w, coppia massima 75 Nm
Batteria: Bosch PowerPack 500, 500 Wh
Display: Purion
Peso: 21,7 kg (taglia L senza pedali)
PREZZO: € 5.649,00

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Geometrie

Taglie disponibili: 36,8/41,9/44,5/47/52,1 cm
Angolo sterzo: 66,9° (low) – 67,4° (high)
Angolo piantone: 71,5° (low) – 72° (high)
Orizzontale virtuale: 57/60/62/63,4/66,2 cm (low) – 55,6/60/62/63,4/66,2 cm (high)
Altezza movimento centrale: 33,2 cm (low) – 33,8 cm (high)
Tubo sterzo: 10/10/10,5/11/12,5 cm
Carro posteriore: 47,4 cm
Standover: 76/74/73,5/73/74 cm (low) – 71,7/74,1/76,6/79,1/84 cm (high)
Passo: 117,7/120,7/122,8/124,3/127,3 cm (low) – 117,6/120,7/122,7/124,2/127,2 cm (high)

Info: www.trekbikes.com

Il test

In sella

In sella ci si sente subito a proprio agio con gli spazi e le proporzioni che rientrano nella norma e ci appare adeguata anche la larghezza del manubrio, non eccessiva visto che un manubrio più largo renderebbe più pigra la risposta delle coperture di ampia sezione. Nonostante la presenza di motore e batteria, Trek è riuscita a contenere molto bene la quota di standover, un risultato che si apprezza sempre, soprattutto quando si è costretti a mettere il piede a terra dove si potrebbe sprofondare. Condivisa la scelta delle manopole a singolo collarino di bloccaggio e posto sul lato più interno, visto il comfort che garantiscono quando si impugna il manubrio più verso l’esterno. Ci dispiace solo non trovare l’attacco per un portaborraccia, che forse potrebbe trovare posto al di sotto del tubo obliquo.

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L’instradamento di cavi e guaine è ben studiato e conferisce alla Powerfly FS un aspetto molto pulito. Apprezzabile, inoltre, la presenza del generoso batticatena, del paracatena e dello specifico scudo protettivo che avvolge il motore nella zona sottostante. Il display con i comandi integrati per il motore è di dimensioni molto contenute e di facile accesso in corsa. La sua luminosità, inoltre, è notevole anche in presenza di forte luce. Consente sia di attivare/disattivare il motore che di selezionarne le modalità di funzionamento tra Turbo, Sport, Tour e Eco. La modalità Turbo è senza dubbio da utilizzare nelle salite estremamente ripide in quanto fornisce una spinta notevole. Con la modalità Sport il motore eroga un’intensità di potenza leggermente inferiore mentre le modalità Tour e Eco saranno senza dubbio quelle più utilizzate, privilegiando la Eco nei tratti pianeggianti o nel caso in cui l’autonomia della batteria stia per esaurirsi.

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Per la regolazione del SAG come sempre vengono in aiuto le unità ammortizzanti RockShox. La forcella, oltre ad avere sovrimpressa su uno stelo la consueta scala graduata, presente anche sull’ammortizzatore, reca su un fodero anche un’etichetta adesiva con le indicazioni dei valori di pressione consigliati in funzione del peso del biker e che possono essere presi come valido riferimento iniziale. Nonostante la presenza di motore e batteria, l’ammortizzatore è di facile accesso per le regolazioni in corsa. Oltre alle sospensioni, comunque, un’altra regolazione fondamentale riguarda la pressione delle gomme, essendo in presenza di volumi d’aria maggiori rispetto a coperture di sezione standard e che occorre quindi gestire con valori di pressione più bassi della norma.

In pianura

Le masse rilevanti in gioco e le coperture di ampia sezione fanno porre la seguente domanda: ma si deve proprio pedalare? Vista la presenza del motore la risposta ovviamente è no. In effetti già impostando la modalità assistita Eco la Powerfly FS regala una buona risposta alla spinta sui pedali, favorita dal telaio torsionalmente rigido e dal battistrada scorrevole delle gomme. La sospensione rimane ben attiva sulle asperità e si avverte un leggero affondamento del carro solo se ci si alza sui pedali lasciando l’idraulica dell’ammortizzatore completamente aperta. Un effetto che sparisce totalmente impostando la leva dell’ammortizzatore sulla posizione Pedal; in questo caso la Powerfly FS spiana con disinvoltura anche le asperità più marcate, grazie anche alle gomme Plus.

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Se ci si lascia prendere la mano ci si può spingere fino alla modalità Tour, evitando però di arrivare alla Sport o addirittura alla Turbo, vista l’eccessiva esuberanza con la quale il motore assiste la pedalata in questi casi, che determinerebbe una risposta eccessivamente brusca del mezzo, e considerato anche che superati i 25 km/h il motore interrompe comunque l’assistenza alla pedalata, per motivazioni legate all’attuale legislazione.

In curva

L’abbassamento del baricentro, ottenuto anche grazie ad un movimento centrale molto basso, si avverte in maniera positiva nell’affrontare le curve e insieme alla rigidità offerta dai mozzi Boost riesce a mitigare la presenza di un carro non particolarmente compatto e di un interasse lungo. Le gomme Plus non aiutano nell’affrontare i singletrack più tortuosi per chi non ha una guida decisa, vista anche la maggiore impronta a terra che va a generarsi con le pressioni basse, ma offrono comunque il notevole grip che il formato Plus garantisce nelle situazioni di più scarsa aderenza. Impostando, inoltre, il Mino Link in posizione High lo sterzo è più chiuso e si riesce a guadagnare ancora qualcosa in termini di reattività.

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Anche in questi frangenti valgono le raccomandazioni espresse sopra, ovvero evitare di spingersi oltre le modalità Eco/Tour se non si vuole avere come risultato un mezzo difficile da gestire nello stretto. Le prestazioni dei motori Bosch vanno migliorando di anno in anno ma l’erogazione arriva ancora un po’ in ritardo e, se troppo potente, si presenta anche in maniera brusca, determinando un avanzamento non molto regolare.

In salita

E’ sicuramente in tale contesto che la Powerfly FS trova il suo ambiente naturale. Riuscire a scalare le sezioni più ripide restando comodamente in sella non è un problema con l’assistenza del motore e non si rivela affatto necessario aumentare la frenatura in compressione dell’ammortizzatore, anzi conviene lasciarlo completamente aperto e godere del modo in cui la Powerfly FS aggredisce le salite assorbendo le asperità anche più marcate. Solo i tratti più ripidi e dissestati potrebbero creare qualche difficoltà a causa del battistrada molto scorrevole delle coperture, che se da un lato offre una bassa resistenza al rotolamento, dall’altro non si rivela molto aggrappante al fondo nel caso in cui utilizzando un’erogazione di potenza più consistente, come ad esempio in modalità Sport, si venga a generare uno slittamento della ruota posteriore, obbligando a mettere il piede a terra. Motivo in più, quindi, per limitare l’utilizzo della modalità Turbo nei trasferimenti in salita su asfalto, che dureranno molto meno del solito.

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Per superare i tratti a piedi molto ripidi oppure gli scalini ci si può giovare della funzione Walk Assist del motore. Tenendo premuto, infatti, il tasto Walk posto sotto al display il motore eroga una potenza in grado di muovere la bici con una velocità massima di 6 km/h. In tal modo anche quando occorre spingere a piedi la bici si continua ad avere una comoda assistenza da parte del motore. Occorre però fare attenzione alle pedivelle, che sotto la spinta del motore girano e quindi potrebbero andare a toccare le gambe.

In discesa

Grazie alle coperture di ampia sezione, al baricentro basso, al passo lungo e alla sospensione che pur non essendo Full Floater è in grado di sfruttare bene tutta la sua escursione, la Powerfly FS riesce a mantenere velocità elevate senza particolari difficoltà. In questo contesto sarà il caso di disattivare l’assistenza alla pedalata oppure mantenere la modalità minima, anche per limitare il consumo della batteria. In frenata il mezzo non si scompone e condividiamo la scelta delle misure per i dischi, visto come la sospensione, come di consueto per le full a marchio Trek, riesce ad assorbire bene le asperità anche nelle frenate più brusche.

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Nei tratti più avari di aderenza si avverte il limite dato dalle coperture più votate alla scorrevolezza che al grip mentre nei tratti più guidati si fanno sentire le derive e i rimbalzi tipici delle gomme di più ampia sezione con pressioni di gonfiaggio più basse. Conviene, quando possibile, lasciare andare la bici e sfruttare le gomme Plus e l’ottima sospensione per assorbire gli ostacoli piuttosto che tentare di evitarli. Per guadagnare qualcosa si potrebbe optare per coperture dal battistrada più aggressivo, visto che poi in salita ci penserà il motore a colmare la mancanza di scorrevolezza.

Conclusioni

Con la nuova Powerfly FS, Trek presenta una piattaforma e-bike con soluzioni tecniche all’avanguardia ed una geometria molto equilibrata. L’abbinamento con le coperture Plus per questa versione si è rivelato, inoltre, molto coerente con l’indole di questo mezzo che riesce a nascondere bene il peso comunque ancora rilevante di una e-bike, permettendo al biker elevati margini di divertimento e sicurezza. Per chi volesse tirar fuori dalla Powerfly FS Plus un pizzico di aggressività in più consigliamo, al momento dell’acquisto, un set di coperture più artigliate.

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