Da tempo volevo andare alla scoperta di questa zona dell’Ossola ingiustamente poco conosciuta, forse perché troppo a ridosso della città e pertanto poco considerata sotto l’aspetto escursionistico e “montano”. Devo invece dire che è stata davvero una gradita sorpresa scoprire questi antichi borghi e frazioni, ancora ben conservati e in taluni casi abitati (è il caso di Monteossolano). Ma la cosa più bella è stata quella di scoprire dei sentieri magnifici e ben conservati, in particolare sul versante di Pioi/Bei.
Oggi è una giornata fantastica, di quelle che si possono contare sulle dita della mano: cieli tersi, brezzolina rinfrescante, insomma la combinazione ideale per una gita outdoor… Si parte dunque da Domodossola (il mio abituale parcheggio è quello situato proprio sotto al Monte Calvario, dove inizia la Via Crucis), e si guadagna l’imbocco della Val Bognanco attraversando subito il torrente Bogna nei pressi di Mocogna, dove inizia la prima salita asfaltata della giornata, che ci porterà a raggiungere Monteossolano. Da segnalare la possibilità di evitare un buon tratto di asfalto imboccando, al centro delle case di Mocogna, la vecchia mulattiera per Cisore, ripida ma tutta pedalabile.
Si fatica subito, complici le pendenze poco amichevoli di alcuni tratti della assolata strada: passati i caratteristici pergolati in sasso di Cisore si arriva a Monteossolano mt 784, popolosa frazione di Domodossola, dove finisca la strada carrozzabile aperta al traffico.
Ci si infila tra gli stretti vicoli per seguire il segnavia CAI D0 che ci guiderà per il resto della gita sino a Bognanco: ben presto, dopo aver superato la chiesa ci ritroviamo su una bella mulattiera che scende verso il caratteristico oratorio del Dagliano. Poco oltre il sentiero attraversa il torrente su un ardito ponte a schiena d’asino, con vista spettacolare sull’orrido sottostante scavato dalla furia secolare delle acque: è un punto molto suggestivo per una sosta, anche perché subito dopo ci attende un faticoso portage di circa 15 minuti per guadagnare l’opposto versante su una ardita mulattiera a gradoni.
Successivamente si riprende a pedalare piuttosto agevolmente giungendo alle porte della borgata di Cà Monsignore, dove si scende sui prati sottostanti sempre seguendo le indicazioni del sentiero D0. Ancora qualche bel tratto tecnico, un nuovo passaggio su un caratteristico ponticello ed un breve tratto di portage prima di raggiungere una strada asfaltata: da qui in discesa si arriverebbe velocemente a Bognanco Fonti, se volete prolungare le sofferenze invece si può risalire i tornanti franati di questa strada abbandonata che porta in località Valpiana, da cui si scende poi comunque a Bognanco Fonti su bella mulattiera prima e veloce sterrata poi.
A Bognanco Fonti ci si può rilassare al Centro delle Terme prima di intraprendere la seconda parte della gita sull’opposto versante della Val Bognanco: si deve giocoforza ritornare verso valle per un breve tratto sulla strada provinciale sino ad incontrare il bivio per Pioi-Manzano. E qui comincia la faticosa risalita (sempre su asfalto) verso Pioi, con alcune rampe davvero molto impegnative.
Pioi è il punto più alto raggiunto oggi: 917 metri. E’ una bella frazioncina con le costruzioni linde e ben ordinate, abitate nei fine settimana: pochi metri a spinta per guadagnare il dosso che sovrasta la frazione ed eccoci pronti a mollare i freni per iniziare l’entusiasmante discesa verso Bei lungo il sentiero D7.
L’ambiente è molto suggestivo, il sentiero ben curato: si deve mettere in conto qualche breve risalita a spinta per giungere prima a Crestapiana e poi per superare un breve versante franato (prestare attenzione, anche se credo che a breve verrà sistemato…), ma il divertimento è comunque assicurato.
Giunti a Pontasca, altra bella frazioncina, non resta che percorrere quel che resta della vecchia mulattiera per Bei, oppure seguire il tracciato della recente strada sterrata.
In entrambi i casi si giunge a Bei mt 750: in una mia precedente scorribanda da queste parti ero poi sceso verso San Marco, mentre oggi voglio invece provare la mulattiera che scende a Torno. Decisione saggia: sentiero storico lastricato nel bosco, tornantini a go go, divertente, anzi di più. Quanto di meglio per finire in gloria una bella giornata: il sentiero sfocia sulla provinciale nei pressi di Torno, da qui si scende velocemente verso Domodossola oppure, per i più volenterosi, risalire sull’opposto versante verso Barro (prevedere tratti a spinta) e da qui lungo l’antica mulattiera verso Cisore-Mocogna.
Testo e foto di Fabrizio Godio