Molto diffusi sulle moto da cross, i paramani sono arrivati ora anche sulle mountain bike, introdotti lo scorso inverno da AVS Racing, azienda francese di Arnaud Vincent, ex Campione del Mondo di velocità ed appassionato di mountain bike, il quale ce ne ha inviati subito un paio in prova.
Nel motocross la funzione dei paramani è principalmente quella di proteggere le mani dalle pietre lanciate dalle moto che precedono mentre sulle moto da enduro servono soprattutto a proteggere le mani da rami e alberi nella guida in fuoristrada. Da qui è partita l’idea di Arnaud Vincent, che ha inizialmente adattato alla sua bici dei paramani da moto, i quali però si sono rivelati troppo grandi e pesanti, per cui ha deciso di intraprendere lo sviluppo di un prodotto specifico e anche grazie ai consigli ricevuti da Nicolas Vouilloz è giunto alla realizzazione di questo prodotto finale.
I paramani sono realizzati in due pezzi: il guscio in plastica che serve a fornire protezione, e la staffa di fissaggio a manubrio, in alluminio, che a sua volta è collegata al guscio tramite una vite. Il peso da noi rilevato della coppia è stato di 115 grammi.
E’ disponibile nella versione Basic, offerta in diverse colorazioni ed al prezzo di € 54,95, e Deco, con grafiche più elaborate e al prezzo di € 64,95.
Info: avs-racing.com
Distributore per l’Italia: 4guimp.it
I paramani AVS Racing sono stati una piacevole sorpresa. Scettici di primo acchito a montaggio finito, siamo poi rimasti stupiti della effettiva utilità in fase di utilizzo. Ma andiamo con ordine.
Il montaggio è facile grazie alle esaustive istruzioni ma il collarino chiuso della staffa obbliga alla rimozione delle manopole. Una volta serrate le viti dei collarini e delle staffe dei gusci con le classiche chiavi a brugola (attenzione però a rispettare le coppie di serraggio) si inizia a calibrare la giusta distanza dalla fine della manopola oltre all’inclinazione della staffa.
Il colpo d’occhio è quantomeno strano su una mtb. Pur non essendo enormi, i due gusci con le grafiche da PRO si notano molto e le staffe non finissime appesantiscono il già affollato manubrio. Il guscio è più largo di una comune manopola e obbliga a tenere la staffa leggermente distanziata dal lock-on interno della manopola, allontanando dalla corretta distanza i comandi del cambio e del reggisella telescopico.
Sicuramente la loro presenza sul manubrio non passa inosservata. Sebbene relativamente inutili nei boschi radi o nei giri alpini, i paramani hanno dimostrato il loro valore assoluto nelle zone di macchia dove arbusti e rovi la fanno da padrone, in particolare nei mesi caldi quando crescono a dismisura arrivando a chiudere i single-track e causando non pochi graffi alle mani e agli avambracci dei biker che cercano il divertimento lontano dalle strade bianche di pianura.
In ambito escursionistico su questa tipologia di percorsi si sono rivelati ottimi nella loro funzione protettiva, non solo degli arti superiori ma anche delle leve dei freni, che a causa di manubri sempre più larghi, sono più esposte a contatti (e quindi a brusche frenate involontarie) con i rami; in ambito race è ovviamente la leva del freno l’oggetto che viene maggiormente riparata proprio per evitare rallentamenti nel tagliare le curve rasentando la vegetazione.
Dopo le prime uscite la posizione per noi più congeniale è risultata con il guscio leggermente sporgente oltre il profilo del manubrio in modo da avere coperto anche il lato esterno della mano sulla manopola; in questo modo si è potuto riavvicinare i comandi verso la manopola in modo da essere più facilmente raggiungibili anche da chi non ha dita lunghe. Il lato negativo di questo setup è che ovviamente il profilo del paramani si graffia e si piega nel momento in cui appoggiamo la bici contro un muro o a terra.
In ogni caso al termine del test ci si è resi conto della differenza che c’è tra girare in questa stagione su determinati sentieri con e senza paramani. Un po’ come girare con e senza gomme da fango in una giornata particolarmente piovosa.
Per migliorare un prodotto così particolare sarebbe auspicabile avere una staffa più sottile e con l’incavo lavorato in modo da sostituire il lock-on interno delle manopole per un migliore accoppiamento e pulizia di linea del manubrio. La robustezza del guscio, infine, non è mai stata messa in crisi e si è rivelata superiore alle aspettative.