La prossima influenza colpirà dai 4 ai 5 milioni di italiani. In questo zeppo gruppo presenti molti sportivi. Cosa si può fare per prevenire i malanni da febbre e tosse? Lo zoccolo duro rimane, come sempre, l’alimentazione.
L’influenza 2015-2016 metterà a letto dai 4 ai 5 milioni di italiani. Ci aspettiamo una stagione di intensità media, ma l’effettiva diffusione dipenderà anche dall’andamento delle temperature. I virus protagonisti saranno 3-4: il già noto A/H1N1 California, il virus di origine Svizzera chiamato A/H3N2, il B/Phuket e, forse, anche un altro, il B/Brisbane. Questi ultimi tre si presenteranno con delle nuove varianti, ma non molto dissimili da quelle che hanno circolato negli anni precedenti.
Chi pratica sport come deve comportarsi per prevenire il contagio o debellarlo? Deve continuare ad allenarsi o prendersi un periodo di pausa?
Sono molti gli studi, specie d’oltreoceano, che dimostrano come una regolare attività fisica possa avere un effetto positivo sul rafforzamento delle difese immunitarie, soprattutto se praticata in modo continuativo. Le difese immunitarie sono l’arma attraverso la quale il nostro organismo si difende dall’attacco degli agenti patogeni esterni, proprio come i tanti virus in circolazione con l’arrivo delle basse temperature. L’unica raccomandazione è fare attenzione a non esporsi a bruschi sbalzi di temperatura per almeno 1 o 2 ore dopo aver sudato e consumato calorie ed energie. Ambienti caldo-umidi e affollati come quelli degli spogliatoi e delle docce lasciano aperta la finestra all’attacco dei virus. Per ridurre al minimo i rischi è bene lavarsi bene dopo aver sudato con acqua tiepida, asciugarsi bene capelli e corpo, evitare di utilizzare indumenti e asciugamani altrui. Dopo l’allenamento, non uscire all’esterno sudati o con indumenti umidi addosso, coprirsi bene, se necessario, per proteggere le alte vie respiratorie.
Il clima inclemente invernale e i malanni stagionali che normalmente lo accompagnano, non deve essere una giustificazione a sostegno della rinuncia alla pratica sportiva all’aria aperta, sia degli adulti, sia dei bambini o ragazzi. Da un lato perché, se si seguono alcune semplici regole dettate dal buon senso e ribadite da tutte le società di medicina dello sport, se si indossa un abbigliamento appropriato alle condizioni atmosferiche, il freddo non aumenta significativamente la probabilità di ammalarsi.
La scelta di interrompere o meno gli allenamenti, in caso di malanni stagionali, deve fondarsi soprattutto sull’intensità dei sintomi. Quindi, anche se la febbre è molto lieve o addirittura assente e i disturbi respiratori modesti, ma ci si sente fiacchi e deboli, meglio restare a riposo e concedersi il tempo necessario per recuperare le energie. Se, poi, la tosse e il raffreddore sono intensi o è presente una vera e propria influenza, non vi è alcun dubbio: ci si deve fermare per almeno tre giorni dopo la guarigione dalla malattia. Infatti, anche se è vero che l’attività fisica è benefica, è altrettanto vero che richiede risorse energetiche che, in caso di malanni stagionali di una certa entità, potrebbero essere carenti e, di conseguenza, è preferibile utilizzarle per la lotta contro i virus.
Alcuni anni fa Thomas Weidner, un allenatore universitario statunitense, ha condotto uno studio su un gruppo di atleti infetti da influenza e su un altro composto da atleti sani. I risultati, validi ancora oggi, hanno evidenziato come la risposta fisiologica dell’organismo e le performances non erano differenti tra i due gruppi, ma anzi, al contrario, coloro che avevano svolto attività fisica in stato influenzale, stavano meglio dopo ogni sessione di allenamento. A ulteriore conferma di questo studio, anche la ricerca effettuata dalla University of Illinois su cavie da laboratorio: i topini che facevano una corsetta giornaliera di 15 minuti su di un tapis roulant ottenevano maggiori benefici contro la malattia, rispetto ai loro compagni sedentari. In pratica, la ricerca scientifica ci dice che un moderato allenamento durante l’influenza aiuta in molti casi ad attenuare i sintomi e favorire la guarigione. In generale, i sintomi localizzati al di sopra del collo, come quelli al naso che cola, a un leggero mal di gola o mal di testa non impediscono di allenarsi, e anzi scompaiono o si attenuano con un moderato allenamento. Tutti gli altri sintomi al di sotto del collo, quindi dolori muscolari, vomito, diarrea, difficoltà respiratoria ecc. sono, invece, da considerarsi come segnali di stop per praticare qualsiasi tipo di sport, attività aerobica o anaerobica. Stesso dicasi, se la febbre supera i 37 gradi.
Alcuni virus, fra cui quelli dell’influenza e raffreddore, possono provocare anche complicanze importanti come ad esempio, la miocardite che è un’infiammazione del muscolo cardiaco responsabile del 30% dei casi di morte improvvisa giovanile. Un’evenienza che aumenta proprio in presenza di attività fisica sostenuta. Il virus, infatti, si annida nel cuore e altera i battiti provocando un’aritmia che può, se si riprende immediatamente l’attività fisica, avere conseguenze letali. Dunque quando si avvertono palpitazioni violente e ripetute, battito mancante, cuore in gola, è bene fermarsi e rivolgersi a uno specialista. Le aritmie, ovvero le alterazioni del ritmo cardiaco, che abitualmente si accompagnano a stanchezza, affanno, vertigini, sono in deciso aumento.
La durata dell’influenza è in media di 4–5 giorni, e i rimedi principali sono il riposo, una corretta alimentazione e alcuni medicinali contro la febbre, come il paracetamolo. Assolutamente inutili gli antibiotici, che nulla fanno contro i virus. Purtroppo il contagio è molto facile. È sufficiente uno starnuto, una stretta di mano o il rimanere in un ambiente chiuso condiviso da molte persone. Un ottimo rimedio della nonna resta quello di mangiare brodo di pollo, poiché contiene proteine che rinforzano la membrana dei globuli bianchi e delle cellule del sistema immunitario. Il miele di eucalipto e timo calmano le crisi di tosse e leniscono le mucose. Assumere tanta frutta e verdura garantisce l’assimilazione di vitamine e sali minerali. Anche lo zenzero fresco o in polvere, consumato sotto forma di tisana, è un ottimo antinfiammatorio, paragonabile all’aspirina circa gli effetti, ma senza le sue note controindicazioni gastriche.
Meglio prevenire che curare, una frase che avremo sentito milioni di volte. E anche in caso di prevenzione dell’influenza è assolutamente valida per non farsi trovare debilitati ed essere attaccati dal virus.
Ma affinché sia efficace occorre metterla in atto tutto l’anno e non solo quando si è già ammalati. Come?
Il modo migliore per rafforzare il sistema immunitario e allontanare lo stress è ricorrere sempre a un’alimentazione equilibrata, che quindi contiene tutti i nutrienti base necessari al nostro organismo, e svolgere attività fisica all’aperto. Semaforo verde per l’uovo, ricco di vitamina D, per il peperone nel quale si trova una grande quantità di vitamina C, bene il thè verde per le sue proprietà antiossidanti, il germe di grano, che si può consumare nello yogurt, il salmone per il contenuto di Omega 3 e vitamina D, l’aglio che aiuta a combattere i microbi. Ottima la verdura di colore arancione-giallo come zucca, carote e patate che contiene grandi quantità di betacarotene, alleato del sistema immunitario. Ottimi anche i funghi ricchi di selenio e betaglucano, utili per riattivare la funzione dei globuli bianchi e la frutta secca per il gruppo delle vitamine E. Semaforo rosso, invece, per tutti gli alimenti composti da zucchero e grassi saturi, veri e propri veleni della nostra salute. L’organismo affaticato dallo smaltimento di questi rifiuti, infatti, si indebolisce ulteriormente, sul piano delle difese immunitarie. E’ consigliabile, infine, limitare il consumo di farina raffinata, burro, zucchero e grassi animali.
Dott. Luigi Ferritto
FWL Breathing
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