Trek quest’anno ha reintrodotto il modello Procaliber per il segmento front, introducendo il rivoluzionario concetto IsoSpeed, che tramite un elemento elastico posto tra il tubo sella e la giunzione dei foderi superiori dovrebbe garantire un minimo effetto ammortizzante al carro. Un’innovazione tecnologica che nella nuova Procaliber si accompagna all’adozione dei mozzi Boost, ideati sempre da Trek in collaborazione con SRAM e che ormai cominciano ad apparire sempre su più mountain bike. Ma ritornando all’IsoSpeed, offre realmente ciò che promette? Noi l’abbiamo provato insieme alla Procaliber 9.8 SL e ora vi possiamo fornire le nostre impressioni.
La Procaliber 9.8 SL si colloca esattamente a metà della gamma Procaliber, costituita comunque da tre modelli più la possibilità di averne una versione personalizzata.
Riproponendo quest’anno la Procaliber, Trek ha introdotto un concetto totalmente nuovo per le front suspended che si chiama IsoSpeed. Si tratta in sostanza di un disaccoppiatore realizzato tramite un elemento elastico interposto tra il tubo sella ed il punto in cui i foderi superiori vi si congiungono. In questo modo il tubo sella è in grado di flettere con un movimento di lunghezza fino a 8,3mm, fornendo così al carro un minimo di ammortizzazione che torna utile per i lunghi percorsi, come possono essere quelli che caratterizzano le marathon estremamente impegnative. Trek ha inoltre previsto una modulazione per l’IsoSpeed in funzione della taglia e, nell’ambito di quest’ultima, in base al peso del biker.
Le novità non finiscono qui, perchè Trek ha adottato per la nuova Procaliber i mozzi Boost, da 110mm all’anteriore e da 148mm al posteriore. Era stata proprio Trek a sviluppare, in collaborazione con SRAM, l’idea di un mozzo di larghezza maggiore rispetto allo standard, al fine di garantire una maggiore rigidità alla ruota da 29″, oltre ad avere foderi più corti e a poter montare coperture di sezione più ampia e una corona più grande.
Il telaio è realizzato in carbonio OCLV Mountain, una fibra prodotta da Trek specificamente per le mountain bike, utilizzando materiali e procedure di stratificazione, successivamente sottoposti a numerosi test di affaticamento, carico, resistenza ed energia al fine di garantire la massima resistenza. Il telaio è predisposto inoltre per il passaggio interno di cavi e guaine, compreso quello relativo al comando remoto di un eventuale reggisella telescopico. E’ stata prevista anche la compatibilità con la trasmissione elettronica Shimano Di2.
Al di sotto del tubo obliquo spicca la presenza dello scudo in polimero Carbon Armor, per proteggere i punti del telaio maggiormente esposti.
Trek ha posto molta attenzione sulla scelta delle taglie. I telai da 15,5″ infatti adottano solo ruote da 27.5″ mentre per tutti gli altri il formato ruote è di 29″. Il modello avuto in test è del formato 29″.
La forcella adottata è una RockShox SID RL Solo Air con comando di blocco remoto da manubrio.
Per le ruote Trek si è avvalsa della svizzera DT Swiss, montando le X1700 Spline 2, con 28 raggi all’anteriore e al posteriore. In dotazione hanno valvole e nastri per una trasformazione in tubeless. Come già detto, i mozzi Boost accolgono all’anteriore e al posteriore perni rispettivamente da 15x110mm e 12x148mm.
In ambito coperture la Procaliber 9.8 SL monta le XR1 Team Issue di casa Bontrager (marchio di proprietà Trek), entrambe di sezione 2.0″ e con carcassa da 120 tpi. Sono tubeless ready e, vista l’analoga caratteristica dei cerchi, si ha un motivo in più per una rapida trasformazione in tubeless.
La trasmissione adottata è monocorona, con una guarnitura SRAM X1 1400 Direct Mount X-Sync con corona 32T e cassetta pignoni a 11 velocità 10-42T. Il cambio è lo SRAM X01 Carbon Type 2. Manca chiaramente il deragliatore, come ormai sempre più consueto in tale ambito, ma volendo è possibile montarne uno di tipo direct mount visto che il tubo sella è predisposto a tale scopo.
Per arrestare la Procaliber 9.8 SL, Trek ha scelto i freni Shimano Deore XT, adottando dischi di diametro 180mm su entrambe le ruote.
Ad eccezione delle manopole Esi Chunky, il cockpit è completamente a marchio Bontrager, con manubrio e attacco Race X Lite, il primo in carbonio da 690mm di larghezza ed il secondo in alluminio da 90mm di lunghezza, reggisella Rhythm Elite a morsetto centrale e sella Montrose Elite.
Specifiche tecniche
Telaio: | Carbonio OCLV Mountain, IsoSpeed |
Escursione ant.: | 100 mm |
Forcella: | RockShox SID RL Solo Air |
Comandi: | SRAM X1, 11v |
Cambio: | SRAM X01 Carbon, TYPE 2 |
Guarnitura: | SRAM X1 1400, Direct Mount X-Sync, 32T |
Cassetta pignoni: | SRAM XG-1175, 10-42T, 11v |
Catena: | SRAM PC 1130 |
Freni: | Shimano Deore XT 180/180mm |
Ruote: | DT Swiss X1700 Spline 2, 15x110mm/12x148mm |
Coperture: | Bontrager XR1 Team Issue, Tubeless Ready, 120 tpi, 29×2.00″ |
Manubrio: | Bontrager Race X Lite, carbonio OCLV , 690mm, rise 5mm, manopole ESI Chunky |
Attacco manubrio: | Bontrager Race X Lite, 90mm, 7° |
Serie sterzo: | FSA IS-2 carbonio, E2 |
Reggisella: | Bontrager Rhythm Elite, zero offset |
Sella: | Bontrager Montrose Elite |
Peso: | 9,96 kg |
PREZZO: | € 4.649,00 |
Geometrie
Taglie disponibili: | 39,4 cm (27.5″)/41,9/44,5/47/52,1 cm (29″) |
Angolo sterzo: | 69,3° (27.5″), 69,5° (29″) |
Angolo piantone: | 73° (27.5″)/72,5°/72°/72°/72° (29″) |
Orizzontale virtuale: | 55,8/59,9/61,7/63,8/65,9 cm |
Altezza movimento centrale: | 30,2 cm (27.5″), 31,1 cm (29″) |
Tubo sterzo: | 10 cm (27.5″)/9/9/10/12 cm (29″) |
Carro posteriore: | 42,5 cm (27.5″), 43,5 cm (29″) |
Standover: | 72,7 cm (27.5″)/75/76,4/77,8/81,6 cm (29″) |
Passo: | 105,3 cm (27.5″)/109,8/111,3/113,2/115,4 cm (29″) |
La Procaliber 9.8 SL è disponibile nei colori azzurro e nero.
Info: www.trekbikes.com
In sella
Le proporzioni sono perfettamente nella norma così come la lunghezza di guaine e tubazioni. Ci appare adeguata inoltre la presenza di un reggisella a morsetto centrale rispetto all’angolo piantone. In sella ci si sente subito comodi e ben centrati, solo il manubrio forse potrebbe essere un po’ più largo, soprattutto se la si vuole sfruttare anche per un utilizzo trail riding, vista l’utile predisposizione del telaio per il passaggio interno della guaina del comando di un eventuale reggisella telescopico. Si apprezza molto la presenza del solido batticatena e del robusto scudo di protezione posto al di sotto del tubo obliquo.
Per la regolazione del SAG della forcella ci si giova della presenza della scala graduata e del comodo o-ring, che caratterizzano come di consueto le sospensioni RockShox. Ottima la presenza di ruote e coperture convertibili in tubeless, quindi vale la pena approfittarne subito.
L’IsoSpeed, l’innovazione che arriva direttamente dalle bici da strada del marchio americano, non appare subito all’occhio meno attento, ma è lì e attende solo di essere messo alla prova.
In pianura
La Procaliber sfoggia una reattività esaltante non appena si comincia a far girare i pedali. La precisione con cui permette inoltre di impostare le curve è disarmante; si avverte la notevole reattività del carro, grazie al buon contenimento della lunghezza dei foderi che è stato possibile con l’adozione del mozzo Boost 148 al posteriore. Grazie all’impiego dei mozzi Boost, inoltre, le ruote sfoggiano una notevole rigidità torsionale a tutto vantaggio di un inserimento in curva talmente preciso che sembra di guidare sui binari, e questo nonostante la presenza di coperture di sezione ridotta. Occorre quindi un reset del proprio stile di guida ed abituarsi ad aumentare la velocità di ingresso in curva.
L’IsoSpeed non lo si percepisce salendo sulla bici ma si avverte il suo intervento nel momento in cui si attraversano le sezioni più dissestate. In questi casi si percepisce un leggero ammorbidimento sotto la sella che torna utile nel momento in cui si percorrono quei tratti dal fondo poco consistente, ma nonostante la sua presenza non abbiamo mai notato alcuna influenza sulla pedalata né alcun tipo di torsione del telaio.
In salita
Il rendimento in salita della Procaliber è a livelli eccelsi. Certo siamo in presenza di un mezzo dal peso molto ridotto, ma non è solo questo il motivo. Oltre alla presenza di un telaio molto rigido, si è in grado di arrampicare con entusiasmo grazie alla notevole rigidità torsionale delle ruote. Le coperture molto scorrevoli e gli angoli molto verticali come richiede una geometria corsaiola completano le notevoli doti di arrampicatrice di questa bici. I più allenati potranno quindi dare libero sfogo alla voglia di continui rilanci dell’andatura. Non abbiamo poi notato alcuna dispersione di energia dovuta alla presenza dell’IsoSpeed, neanche quando ci si alza sui pedali.
Non si avverte la mancanza di una corona piccola nell’affrontare le pendenze più estreme, grazie alla scelta di Trek di utilizzare una corona non estremamente grande e una cassetta con pignone da 42T.
In discesa
E’ qui che la Procaliber ci ha veramente sorpresi. Ci ha fatto riscoprire infatti la semplicità di un formato che costringe il biker a mantenere alta la concentrazione e distribuire bene il proprio peso, questo coadiuvato però da un’estrema precisione nel mantenere la traiettoria anche a velocità elevate, complice ancora una volta la rigidità torsionale di telaio e ruote.
Ci rendiamo conto di essere in presenza di angoli molto verticali, ma la Procaliber regala molta sicurezza nella sua conduzione e se proprio si vuole avere un qualcosa in più soprattutto per un utilizzo anche trail riding, la si potrebbe dotare di un manubrio leggermente più largo e di coperture di sezione maggiore. L’IsoSpeed in ogni caso aiuta a rendere gli impatti meno duri rispetto ad una normale front, in particolar modo i piccoli dossi vengono ben assorbiti dal carro.
I freni Shimano XT sono sempre una garanzia e lo hanno dimostrato ancora una volta, sfoggiando un’ottima potenza frenante e modulabilità, oltre alle nuove leve. Abbiamo condiviso la scelta del diametro dischi da 180mm su entrambe le ruote.
Conclusioni
Le 29er sono bici sempre ben apprezzabili se le si sa progettare. Sulla Trek non ci sono dubbi visto che il formato è stato praticamente ideato proprio da Gary Fisher. La Procaliber è una vera e propria macchina da corsa che una volta tirata fuori dalla scatola è pronta ad affrontare a muso duro i suoi avversari. Il valore aggiunto è rappresentato dall’IsoSpeed, che non è una vera e propria sospensione, a vantaggio quindi di un’ottima reattività, ma è pur sempre in grado di fornire quel qualcosa in più che ne migliora le sensazioni di guida. Sicuramente un vantaggio che si apprezzerà nel momento in cui ci si sentirà meno stanchi dopo aver guidato per diverse ore questo mezzo e più pronti, quindi, a scatenare tutta la sua energia.