Con il passare degli anni l’enduro si è evoluto sempre di più. Si sono evoluti i tracciati ed i mezzi, per questo hanno dovuto adeguarsi anche i componenti, primi tra tutti gli pneumatici, tra gli elementi fondamentali nella guida. Vittoria è tra i produttori che propongono pneumatici particolarmente specifici per questa disciplina, come i due modelli che abbiamo avuto in prova.
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DESCRIZIONE
Mostro Enduro Race
Mostro è l’ultima aggiunta alla gamma enduro di Vittoria. Vanta un design innovativo del battistrada progettato per offrire velocità e controllo. Presenta una distribuzione a V dei tasselli, quelli centrali alternati e quelli laterali più pronunciati, tutti dotati di intagli a favore del grip e un gradino per quelli centrali per favorire la scorrevolezza.
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La versione Enduro Race è progettata con la nuova tecnologia Race Formulation, che presenta un’unica mescola di gomma morbida alimentata da Graphene e Silice per offrire velocità e aderenza senza compromessi. È applicato su una robusta carcassa multistrato rinforzata, che offre durata e resistenza all’abrasione, ottimizzata per la gara.
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Un’ulteriore protezione contro le forature è fornita da uno strato di rinforzo posizionato nella parte inferiore della carcassa e da una cintura antiforatura nella parte superiore. Infine, l’inserto Sidewall Stability serve a proteggere lo pneumatico dalle pizzicature e fornire ulteriore supporto al fianco grazie al suo materiale in gomma ad alta tecnologia.
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Il Mostro Enduro Race, inoltre, sfrutta un tallone pieghevole in aramide per un facile gonfiaggio e un’affidabile ritenzione dell’aria in modalità tubeless.
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Il peso da noi rilevato della versione in prova è stato di 1469 grammi. Il Mostro Enduro Race è disponibile nella sola misura 29 x 2.4” ed in vendita al prezzo di € 77,95.
Mazza Enduro Race
Il Mazza Enduro Race utilizza lo stesso battistrada del modello Mazza, con un canale centrale ben definito a favore della direzionalità e tasselli squadrati e di dimensioni generose, dotati di intagli profondi nella direzione di rotolamento a favore della scorrevolezza anche in curva e in contropendenza. I tasselli centrali più grandi presentano un gradino come rampa in rotolamento che viene sfruttato anche per mordere il terreno in salita e in frenata. In questo modo il Mazza Enduro Race è uno pneumatico utilizzabile sia all’anteriore che al posteriore.
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La nuova mescola soft 1C RACE è stata sviluppata per soddisfare la ricerca di alte prestazioni in ambito enduro, sia nell’utilizzo in gara che per chi cerca semplicemente il massimo grip su ogni terreno, in ogni condizione. Anche in questo caso la mescola è costituita da una combinazione di molecole di Graphene e Silice per offrire flessibilità ottimale e deformazione efficace del battistrada.
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Il Mazza Enduro Race presenta anche una nuova carcassa da 60 TPI più robusta che aumenta la protezione dalle forature senza compromettere la flessibilità. Oltre ad uno strato protettivo posizionato nella parte centrale, offre una protezione multistrato affidabile. In aggiunta presenta inserti realizzati in gomma high tech per proteggere i fianchi della gomma da pizzicature e forature causate dal cerchio.
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Anche qui troviamo un tallone pieghevole in aramide a favore di un facile gonfiaggio e per assicurare un’ottima tenuta di pressione per un’installazione tubeless efficace.
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Il peso da noi rilevato del Mazza Enduro Race in prova è stato di 1255 grammi. E’ disponibile nei diametri da 29” e 27.5”, in entrambi i casi nelle sezioni da 2.6” e 2.4”. In vendita al prezzo di € 77,95.
Info: vittoria.com
IL TEST
di Fabio Paracchini
Dopo aver letto il comunicato stampa della presentazione del modello Mostro, mi sono soffermato sulla scheda tecnica e sono rimasto colpito dal peso “monstre” dichiarato per la declinazione “Race” da 29″ in sezione 2.4″ (la più stretta disponibile): quasi 1.5 kg! Praticamente un copertone a prova di qualsiasi abuso. Purtroppo al momento del lancio non era ancora disponibile la versione da 27.5″ quindi per il test ho chiesto e ottenuto di avere ancora l’ottima Mazza Race con sezione 2.4″, già testato un anno fa.
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Nonostante la struttura decisamente massiccia, non è stato più complicato del solito il montaggio sul cerchio con canale da 30 mm, sempre abbinato all’inserto Red Poison Evo di Technomousse: ci sono i piccoli trucchi del mestiere per eseguire un montaggio senza grosse difficoltà e anche questa volta il montaggio è stato eseguito con successo in poco tempo. Ovviamente è stato inserito anche il lattice in quantità sufficiente e il tallonamento è stato eseguito con la pompa da garage. La tenuta della pressione è sempre stata più che soddisfacente. La disposizione dei tasselli e la loro altezza mi sono piaciuti ancor prima di provarli sui sentieri, con un’ottima densità, né troppo vicini né troppo lontani e con il profilo perfetto senza che la gomma risulti troppo piatta centralmente.
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In salita le sensazioni di rotolamento sono difficili da esprimere e sicuramente il profilo stretto (60 mm di larghezza dichiarati) aiuta a non avere la sensazione di essere “zavorrati”: inaspettatamente, nonostante il disegno della Mazza montata al posteriore dal disegno votato più alla scorrevolezza che alla trazione, il grip offerto in salita su sterrato smosso e sporco è stato sempre superiore alle aspettative, anche a fine test con i tasselli scesi decisamente a metà altezza rispetto a quando la gomma è stata montata; abitualmente uso una pressione tale da tutelare il cerchio da eventuali colpi e per evitare fastidiose torsioni della carcassa nelle curve dove carico molto il peso per avere trazione e a maggior ragione sono piacevolmente colpito dalla resa.
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Possiamo racchiudere l’esperienza con il Mostro (omen nomen) con l’aggettivo “entusiasmante” su tutti i percorsi dove è stato portato: incassa ogni tipo di colpo con un’eccellente deformazione della carcassa senza eccessi di rimbalzo mentre i tasselli si aggrappano a qualsiasi tipo di terreno, dando il meglio sullo smosso con fondo compatto e addirittura sul misto fango, dove l’azzeccatissima distanza tra i tasselli garantisce uno scarico rapido in fase di rotolamento. Su fondi compatti stupisce per la precisione di conduzione perché ci si aspetterebbe una deriva dovuta all’altezza dei tasselli esterni, e invece, probabilmente grazie alla struttura in grafene e silica, aiuta a limitare la deformità sotto carico. Anche durante le frenate la sensazione è di pieno controllo e presa sul terreno, si avverte la decelerazione molto forte senza slittamenti.
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E’ una gomma che, se possibile, rende la guida in discesa davvero facile perché il controllo è tale da dover solo scegliere la linea da seguire, qualunque sia la tipologia di sentiero che si sta percorrendo, ed è merito anche dell’adeguata rotondità del profilo, che aiuta ad avere cambi di direzione molto rapidi in rapporto alla sezione e con una precisione davvero notevole. La fiducia che infonde è tale che si possono percorrere i sentieri abituali ancora con più velocità perché c’è tanta presa sul dritto, in frenata, in curva, nel misto… e se il sentiero che si sta percorrendo è nuovo, lo si affronta con più tranquillità.
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Un aspetto che mi ha sorpreso è la bassissima usura del battistrada centrale e in particolare quella dei tasselli laterali del Mostro, visto che nei circa 800 km percorsi nella durata del test, di curve e frenate ne sono state fatte parecchie. Discorso diverso per la Mazza, in quanto essendo montata dietro l’usura è maggiore e tutti i tasselli sono decisamente consumati, in particolare il profilo interno della fila esterna. Su entrambe le gomme non ho trovato tasselli tagliati alla base o incisioni sulla carcassa degne di nota, segno di una resistenza davvero alta e con un consumo omogeneo e graduale. Ma questa gomma ha anche qualche difetto? Probabilmente per essere montata anteriormente il peso è davvero elevato, a cui dobbiamo aggiungere ovviamente il peso del cerchio, della mousse, del lattice, che insieme incidono pesantemente su tutte le fasi di guida come frenata, accelerazione e forza da imprimere per far curvare la bici: in ambito “race” dove ogni dettaglio conta, bisogna prendere in considerazione anche questo.
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La Mazza, per via della circonferenza inferiore, ha un peso nella media per la tipologia di carcassa. Ricordiamo che una mescola dura ha un peso specifico più basso rispetto a una mescola soft, a parità di carcassa su cui viene apposta, e la differenza su un copertone da mtb può superare i 100 grammi.
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Per concludere, il prezzo pieno non è per tutte le tasche per via dei processi produttivi innovativi (il grafene è un materiale relativamente nuovo ma ancora poco usato nel nostro campo) e una diffusione non all’altezza dei brand concorrenti non aiuta ad abbattere il costo finale, ma sull’altro piatto della bilancia c’è davvero tanto per cui vale la pena spendere di più.