Lo scorso autunno Trek ha presentato due nuove gamme di pedali a sgancio rapido: Kovee e Line. Con questi nuovi modelli Trek punta soprattutto sull’affidabilità per un utilizzo abbastanza ampio, che va dal cross country fino al downhill. Tra di essi abbiamo scelto un modello della gamma Line da mettere alla prova.
DESCRIZIONE
I pedali della gamma Line sono proposti per un utilizzo dal trail ride al downhill, passando per l’enduro, e offrono un meccanismo di aggancio/sgancio rapido in abbinamento ad una piattaforma di appoggio più ampia che garantisce un maggior controllo nelle situazioni più critiche.
La piattaforma che circonda il meccanismo è realizzata in alluminio forgiato per proteggere dagli urti contro le rocce.
Il meccanismo di aggancio/sgancio, su entrambi i lati, è compatibile con SPD. E’ possibile, inoltre, personalizzare la tensione di aggancio e sgancio.
Il perno in Cr-Mo ruota su doppi cuscinetti a sfera sigillati.
In dotazione ai pedali troviamo le tacchette e le viti per l’installazione.
Il peso da noi rilevato della coppia di pedali è stato di 450 grammi. I Line Elite sono disponibili in unica colorazione e in vendita al prezzo di € 119,99.
Info: trekbikes.com
IL TEST
di Fabio Paracchini
La confezione con cui vengono forniti i pedali mi è piaciuta molto in quanto è completamente di cartone, non un solo sacchettino di plastica, ed è un dettaglio che spicca. All’interno trovo, oltre ai pedali, una bustina di carta che contiene le 4 viti, 2 placchette, le piastrine di protezione (e rialzo) da apporre tra suola e placchetta, e due basette di fissaggio delle placchette nel caso che quelle fornite con le scarpe siano rovinate. Non è presente un pieghevole con le istruzioni e usando il QR code sul retro della scatola si viene indirizzati alla pagina web in lingua italiana di Trek dove vengono esposte le caratteristiche dei pedali ma anche in questo caso, nessun suggerimento al montaggio o alla manutenzione.
I pedali sono esteticamente molto belli e la lavorazione con effetto “zigrinato” dona un aspetto premium. Ho provveduto a ingrassare il filetto dei perni ed apporre una rondella tra perno e pedivelle. Per riconoscere quale sia il pedale destro da quello sinistro è presente la lettera L o R in un carattere maiuscolo e ben visibile sul perno oltre al senso di avvitamento e alla coppia di serraggio (35Nm), inoltre sul bordo interno dell’asse sinistro è presente la scanalatura che fa da riferimento comune a tutti i marchi. L’accoppiamento con le pedivelle è possibile solo con la brugola numero 8. La prima impressione è stata di una solidità d’insieme ma anche di una bassa scorrevolezza dei cuscinetti.
Con grande sorpresa mi accorgo che le placchette, “firmate” da VP Components con il modello C51 a sgancio singolo e con 7 gradi di flottazione laterale, presentano una svasatura a forma di 8 che consente una regolazione angolare di gran lunga più facile rispetto alle placchette con una svasatura a forma ovale che in fase di serraggio tendono a “raddrizzarsi” e a perdere la posizione voluta: è la prima volta che mi imbatto in questo modello e ne sono stato entusiasta.
Alla prima uscita ho notato che l’aggancio e lo sgancio non è stato sempre “pulito” e con difficoltà ho sentito il tipico “CLICK” di aggancio, mentre lo sgancio a volte risultava rallentato e quasi pastoso nonostante non avessi gioco dei piedi all’interno delle scarpe (che tengo sempre ben chiuse).
Ho provato ad inserire le piastrine di protezione tra suola e placchetta, e aumentando lo spazio tra suola e corpo del pedale ho reso gli agganci immediati e puliti, senza incertezze; probabilmente bastava un minimo appoggio della suola al corpo del pedale per interferire nell’azione. La tensione standard delle molle è corretta per un utente che ha già esperienza con questo tipo di pedali, e tramite brugola è possibile allentarla o indurirla a piacimento con un buon range. Personalmente ho preferito differenziare la tensione sulle due facce: su una faccia l’ho indurita di un paio di click per evitare sganci indesiderati quando imprimo molta forza, per esempio negli allenamenti o su percorsi con salti, mentre l’altra la uso quando effetto escursioni o in presenza di fango che può richiedere una maggiore rapidità.
Camminare su terra bagnata o fango e poi tornare a pedalare non ha creato particolari problemi; il sistema è quasi invariato dal loro lancio oltre 30 anni fa e sono tutt’ora una garanzia di efficacia anche in condizioni difficili; nel caso che ci sia troppo accumulo di sporcizia tra suola e placchetta, bastano un paio di colpetti contro il corpo del pedale per ripristinare un aggancio sicuro.
Nel corso del test non ho rilevato anomalie o aspetti che fisicamente si potrebbero migliorare: i cuscinetti non hanno mai preso gioco e la rotazione sul perno è rimasta costante e leggermente frenata, il meccanismo non ha avuto bisogno di particolari cure o manutenzioni e il corpo ha protetto gli innesti da urti contro ostacoli alti. Unico neo è l’assenza anche nella pagina web di un manuale di istruzioni che possa aiutare chi si affaccia al mondo dei pedali a sgancio rapido, nella corretta installazione delle placchette sotto le scarpe e nella manutenzione ordinaria e straordinaria del prodotto.