Da sempre crediamo che la conversione degli pneumatici in tubeless dovrebbe essere il primo upgrade, considerato il vantaggio di poter utilizzare pressioni più basse rispetto alla camera d’aria, visto che non c’è più il rischio di pizzicarla, e la possibilità di riparare automaticamente le forature grazie alla presenza del liquido sigillante.

La prima volta che si decide di convertire in tubeless una gomma si potrebbero incontrare delle difficoltà, per questo motivo vogliamo offrirvi alcuni suggerimenti utili per semplificare le operazioni.

Presumendo che le ruote siano compatibili con la trasformazione in tubeless e quindi abbiano già preinstallato il nastro di tenuta, come oramai avviene anche su diversi modelli di ruote di bassa gamma, ciò che occorre è il liquido sigillante, due valvole tubeless e la chiave per smontare il nucleo interno della valvola. E’ importante anche che le gomme siano convertibili in tubeless (tubeless ready), come ormai la maggior parte di quelle in commercio, e per verificarlo basta individuare l’indicazione presente sugli stessi pneumatici e che spesso varia da modello a modello.

Se avete appena acquistato la bici potrebbe essere che gli pneumatici siano già in formato tubeless, per verificarlo procediamo come segue:

1 – Rimuovere il tappo e il dado della valvola, ma senza far uscire l’aria.

2 – A questo punto spingere la valvola finché non inizia a cedere. Se si nota la fuoriuscita di aria allora la gomma è priva di camera d’aria, per cui già convertita in tubeless. In caso contrario, se riuscite a spingere la valvola la stessa viene poi respinta all’esterno senza perdita d’aria, allora è presente la camera d’aria. In questo caso dovremo rimuoverla.

La sgonfiamo quasi completamente, quindi premiamo su uno dei fianchi della gomma per staccarla dal cerchio. È sufficiente staccare un solo fianco della gomma dal cerchio per tirare fuori la camera d’aria e non è neanche necessario far uscire il tallone dal cerchio.

Una volta rimossa la camera d’aria non buttiamola via perché può essere sempre utile per riparare il pneumatico in caso di emergenza quando si è sui sentieri. A questo punto si dovrebbe notare la presenza del nastro di tenuta sul cerchio, che copre tutti i fori dei raggi tranne quello della valvola. Si inserisce quindi la valvola in questo foro dal lato interno del cerchio.

Generalmente le valvole tubeless sono dotate di un piccolo anello in gomma e un dado. Una volta inserita la valvola, l’anello deve essere inserito esternamente lungo la valvola fino a toccare il cerchio, quindi sempre sul lato esterno si inserisce il dado che va avvitato a mano fino alla fine, ben serrato per evitare perdite di aria ma non serrato eccessivamente, in modo da poter essere rimosso sempre a mano se fosse necessario rimuovere la valvola per inserire una camera d’aria in caso di emergenza.

Adesso con la chiave smontavalvola rimuoviamo il nucleo interno della valvola, in questo modo passerà più aria quando si gonfierà anche con una buona pompa da officina, senza la necessità di avere un compressore per far tallonare il fianco dello pneumatico sul cerchio. Il tallonamento farà avvertire un secco schiocco.

A questo punto possiamo rimuovere la pompa ma ricordiamo che la valvola è priva di nucleo interno, per cui rimuovendo il boccaglio della pompa l’aria uscirà immediatamente dalla gomma. Una volta uscita tutta l’aria, tramite una comune siringa oppure un dosatore con un tubicino inseriamo attraverso il foro della valvola la corretta quantità di liquido sigillante, che generalmente si aggira sui 100 ml per uno pneumatico da 29” e 2.5” di sezione. Chiaramente le gomme con volume inferiore richiederanno meno sigillante.

Adesso si reinserisce il nucleo della valvola, serrandolo con l’apposita chiave, e si procede al gonfiaggio alla pressione desiderata, ricordando che gli pneumatici privi di camera d’aria sono progettati per lavorare a pressioni inferiori rispetto a quelle con camera d’aria.

Ora siete pronti a partire, ma ricordate di controllare periodicamente il sigillante presente nella gomma, ne abbiamo parlato nel seguente articolo: