Da tempo avevo in progetto una gita in Val di Blenio: è una zona della Svizzera che conosco poco e che mi aveva incuriosito per un anello attorno al Passo del Lucomagno, attraverso i passi dell’Uomo e del Sole. Ambiente alpino al top ed itinerario assai impegnativo.
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Non fatevi trarre in inganno da distanza ed altimetria ridotte: è un giro tosto quello di oggi, gran parte della salita si fa in poussage (francesismo, leggi “si spinge la bici al proprio fianco”) ed i tratti pedalabili hanno pendenze micidiali. Per non parlare della discesa, di quelle toste dal primo all’ultimo metro, scordatevi il flow e preparatevi ad affrontare qualsiasi genere di ostacolo vi si parerà innanzi.
La valle di Blenio è una delle tante perle nascoste della Svizzera: abbastanza defilata dai circuiti turistici tradizionali, conserva ancora una tradizione agricola forte e ben radicata che ha contribuito a conservare il paesaggio alpino. L’itinerario di oggi parte dalla località Acquacalda, nei pressi del Passo del Lucomagno: si parcheggia nei pressi del Centro Pro Natura o poco oltre in direzione del Passo, in corrispondenza di alcune piazzole (a pagamento, naturalmente) che vengono solitamente prese d’assalto dai merenderos che bivaccano sui prati accanto al torrente.
Ovviamente alle 9 del mattino il parcheggio è deserto, per cui eccomi pronto ad iniziare l’avventura odierna pedalando su un bellissimo sentiero che risale in direzione del Passo lambendo il torrente ed attraversando poi i verdissimi pascoli dell’Alpe Pertusio: dopo un breve tratto sulla strada asfaltata si imbocca una sterrata parallela che in breve ci conduce al passo del Lucomagno mt 1915.
Il paesaggio è dominato dal grande Lago di Santa Maria, che aggiriamo per un breve tratto pedalando su una comoda strada sterrata sino ad incontrare il bivio per il Passo dell’Uomo: pochi metri e si scende inesorabilmente di sella, impossibile pedalare su quella che forse una volta era una strada e che invece ora è ridotta ad un letto sterminato di sassi in precario equilibrio.
Poco male, si spinge la bici per circa mezz’ora senza grossi problemi risalendo la Val Termine, e in prossimità del passo si riesce finalmente a risalire in sella.
Al Passo dell’Uomo mt 2218 si trova un grande stallone dove staziona una immensa mandria di bovini: la strada ora procede in leggera discesa verso un pianoro di grande bellezza, affacciato sul sottostante vallone di Piora dominato dal lago del Ritom.
In località Segna una palina segnaletica ci indica chiaramente la direzione da prendere per il passo del Sole: si attraversano vaste praterie alpine in dolci saliscendi prima di iniziare la dura risalita verso il Passo.
Alcuni tratti particolarmente sconnessi e ripidi costringono a scendere ancora dalla bici, ma nel complesso la pedalabilità è buona, anche se oggi non sono particolarmente in forma avendo tra l’altro dimenticato le cibarie in macchina…
Il Passo del Sole mt 2376 è un luogo di grande fascino, dominato dalle pareti calcaree del Pizzo delle Colombe: merita una sosta prolungata prima di affrontare la lunga discesa che si dimostra subito particolarmente insidiosa e tecnica. Il sentiero è molto scavato e disseminato di ostacoli, e occorre veramente un’ottima tecnica per essere domato in sella. Scendo in diversi punti, oggi proprio non è giornata e non ho la necessaria lucidità per osare certi passaggi: fortunatamente più in basso le condizioni migliorano e si può pedalare con maggiore fluidità.
Si giunge nei pressi dei Canali di Lareccio, una conca molto amena su cui si adagia il lago dei Canali q 2180: il sentiero ora risale brevemente (attenzione ad un paio di passaggi molto esposti da fare a piedi) prima di tuffarsi definitivamente nel bosco, dove inizia la parte decisamente ludica e di grande soddisfazione.
Ma le insidie sono sempre dietro l’angolo ed occorre sempre molta accortezza, non ci si può mai rilassare. In breve ci si affaccia sulla valle del Lucomagno e per ampie praterie si arriva alle baite di Stabbio Nuovo mt 1955.
Un ultimo e divertente tratto di sentiero a tornanti nel bosco ci porta ad attraversare il torrente Brenno su un caratteristico ponticello in legno, e dopo poche decine di metri eccoci di nuovo al punto di partenza, che nel frattempo si è animato di vacanzieri intenti alle faticose arti del barbecue e dell’abbronzatura.
Testo e foto di Fabrizio Godio