Da quest’anno Decathlon ha deciso di dare un volto nuovo alla sua gamma di mountain bike. In particolare, quella che fino allo scorso anno si chiamava XC e che era orientata ad un utilizzo cross country racing, da quest’anno prende il nome di Race, per identificare meglio gli obiettivi di questa gamma. Al top di questa gamma troviamo il modello Race 900, già utilizzato quest’anno in Coppa del Mondo dal team Rockrider, che abbiamo avuto modo di testare in maniera approfondita.

DESCRIZIONE

Ad inizio 2022 Decathlon ha spiazzato tutti presentando la squadra di Coppa del Mondo XCO Rockrider Racing Team. Un team composto da Stephane Tempier, Joshua Dubau, Lucas Dubau, Roman Rye e Emeline Detilleux che quest’anno puntava ad accumulare esperienza e che in qualche occasione si è messo anche in luce, con il 10° posto ottenuto a Leogang e Vallnord con Joshua Dubau. Ma ciò che forse ha attirato di più l’attenzione è stato il mezzo portato in gara dal team, la Rockrider Race 900 presentata quasi contestualmente al team, con la quale Decathlon dà una svolta decisiva al suo segmento cross country, proponendo un mezzo pronto gara ad un prezzo competitivo, come andremo a vedere nel dettaglio dopo il seguente video unboxing.

La Rockrider Race 900 sfoggia un telaio in carbonio con fibre ad alto modulo posizionate in modo differenziato a seconda della zona più o meno sollecitata. L’impronta stampata nel telaio, inoltre, è coperta da una pellicola protettiva per limitare gli impatti sul top tube in caso di caduta.

Il passaggio dei cavi è completamente interno al telaio, con porte di accesso sul tubo sterzo ed una più ampia in fondo al tubo obliquo. Il telaio, inoltre, è predisposto per il montaggio di un reggisella telescopico.

Altra particolarità del tubo obliquo è la presenza di un’impronta stampata, in prossimità della scatola del movimento centrale, per consentire facilmente il trasporto di una camera d’aria con uno strap.

Una posizione strategica che mantiene la camera d’aria al riparo dallo sporco mantenendo la presenza di due portaborraccia all’interno del triangolo principale.

Il carro non é particolarmente compatto e condividiamo questa scelta, più avanti vi spiegheremo il motivo.

I foderi sono squadrati e quelli superiori passano per il piantone andando a collegarsi direttamente al top tube, con il chiaro intento di scaricare una parte degli urti subiti dalla ruota posteriore a questa tubazione e non solo al piantone, garantendo quindi un maggior comfort.

La Rockrider Race 900 è disponibile in quattro allestimenti che differiscono per la sola trasmissione, a scelta tra SRAM GX Eagle e SRAM GX Eagle AXS, e per le ruote, a scelta tra Mavic Crossmax in alluminio e Reynolds in carbonio.

La forcella è una RockShox Reba RL da 100 mm di corsa, con comando remoto di bloccaggio al manubrio Combolock II, oltre alla regolazione del ritorno mediante il registro posto sotto il fodero destro.

La versione in prova adotta ruote Reynolds TR 309/289 XC con cerchi in carbonio e differenziate tra anteriore e posteriore. Davanti, infatti, abbiamo un cerchio da 30 mm di larghezza interna e 24 raggi, dietro la larghezza interna scende a 28 mm con 28 raggi. Da notare la presenza di raggi piatti, pensati per ridurre al massimo la resistenza al rotolamento.

Anche le gomme sono differenziate. Entrambe a marchio Vittoria, davanti troviamo una Barzo e dietro una più scorrevole Mezcal, entrambe da 29×2.25″.

La trasmissione è la SRAM GX Eagle a 12 velocità e con cassetta pignoni 10-52T, mentre la guarnitura è la Truvativ Stylo 6K con corona da 32 denti.

Anche il sistema frenante è a marchio SRAM, con i Level T e i dischi Centerline da 180 mm anteriore e 160 mm posteriore.

Manubrio, attacco e manopole sono a marchio Rockrider. Troviamo un manubrio da 720 mm di larghezza abbinato, per la taglia L, ad un attacco da ben 80 mm di lunghezza e particolarmente inclinato. Le manopole a singolo collare di bloccaggio sono le Rockrider 900 Lock On.

La sella è la Fizik Argo Vento e poggia su un reggisella in carbonio da 31,6 mm di diametro.

Geometrie

Taglie disponibili:S-M-L-XL
Piantone:370-400-450-520 mm
Angolo sterzo:68°
Angolo piantone:74°
Orizzontale virtuale:590-610-630-650 mm
Tubo sterzo:95-105-120-140 mm
Carro posteriore:435 mm
Reach:412-429-445-459 mm
Stack:601-611-624-643 mm
Interasse:1121-1142-1163-1185 mm

Specifiche

Telaio:carbonio alto modulo
Escursione ant.:100 mm
  
Forcella:RockShox Reba RL
Comando cambio:SRAM GX Eagle, 12v
Cambio:SRAM GX Eagle, 12v
Guarnitura:Truvativ Stylo 6K, 32T
Cassetta pignoni:SRAM GX Eagle, 10-52T
Catena:SRAM GX Eagle
Freni:SRAM Level T, 180/160 mm
Ruote:Reynolds TR 309/289 XC – 30c/28c – 28 raggi 2.0-(2.25 x 1.25)-2.0 J-bend
Gomme:Vittoria Barzo / Mezcal 29×2.25″
Manubrio:Rockrider, 720 mm larghezza
Manopole:Rockrider 900 Lock On
Attacco manubrio:Rockrider, 80 mm lunghezza
Serie sterzo:integrata
Reggisella:carbonio, 31,6 mm
Sella:Fizik Argo Vento
Peso: 10,8 kg (taglia L, senza pedali)
PREZZO:€ 2.799,99

Info: decathlon.it

IL TEST

di Amedeo Liguori

In sella

Gli spazi in sella sono prettamente XC racing. La posizione è distesa, grazie anche all’attacco manubrio particolarmente lungo e inclinato che esalta il gesto atletico di pedalata. Anche la seduta è in perfetto stile racing così come il corto manubrio, sebbene in taglia L avrei preferito trovarne uno leggermente più largo.

Ho apprezzato la presenza dell’impronta sul tubo obliquo per il trasporto di una camera d’aria, finalmente un produttore presta attenzione alle esigenze dei biker che sempre più spesso preferiscono non riempirsi le tasche della maglia quando lasciano a casa lo zaino. In quella posizione è possibile trasportare in sicurezza una camera d’aria ma in alternativa anche un multi tool se si utilizzano gomme tubeless.

Per regolare il SAG della forcella si sfrutta l’etichetta adesiva posta sul fodero sinistro, dove sono indicati i valori di pressione consigliati in funzione del peso del biker. Utilizzando questi valori come base di partenza mi sono trovato bene fin dalle prime uscite ed ho poi applicato leggere modifiche in quelle successive.

In pianura

La mountain bike da cross country sono progettate per garantire il massimo rendimento in questo contesto e la Rockrider Race 900 non delude. Sfodera infatti una risposta esaltante, forte di un telaio dall’ottima rigidezza torsionale oltre che leggerezza, che non richiede di intervenire sul bloccaggio della forcella per garantirsi una maggiore reattività.

Sui fondi sconnessi la bici non si scompone, forte di un carro propenso a dissipare gli urti con le varie asperità del percorso, grazie probabilmente al particolare disegno dei foderi superiori. In questo contesto poi ho gradito l’accoppiata scelta per le gomme, senz’altro azzeccata e che rende la bici molto scorrevole sui fondi compatti ma anche con il giusto grip su quelli sconnessi. Di ottimo livello, quindi, la capacità di assorbimento degli urti da parte del telaio, che dona alla bici un comfort sicuramente adeguato alle lunghe distanze.

In curva

Un angolo di sterzo pensato per una maggiore stabilità alle alte velocità, considerati i tracciati di Coppa del Mondo ormai sempre più tecnici, e di conseguenza un interasse importante fanno sì che la Rockrider Race 900 non brilli per reattività nei tornanti stretti e nei tratti più lenti e guidati, ma si tratta di una precisa scelta progettuale e si potrebbe comunque limare qualcosa montando un attacco manubrio leggermente più corto, considerata già la presenza di un manubrio di larghezza ridotta. Man mano, comunque, che la velocità aumenta la bici diventa sempre più precisa nell’impostare la traiettoria, regalando un livello di sicurezza che fino a poco tempo fa solo una trail bike era in grado di garantire.

In salita

Aprire il gas in salita è un vero piacere con la Rockrider Race 900, che si lascia rilanciare piacevolmente in fuorisella, segno di un’ottima rigidezza strutturale. Anche quando sotto sforzo si prova a scendere ad un pignone più piccolo si scopre di poterlo fare senza tante difficoltà, riscontrando poi un certo aumento dell’andatura. L’aderenza è di buon livello, considerata la presenza di una gomma al posteriore più votata alla scorrevolezza che al grip.

Sui tratti più ripidi, grazie al carro volutamente non troppo compatto i biker di alta statura non sono costretti a piegarsi molto sull’anteriore per contrastare la naturale tendenza della ruota a sollevarsi, in questo modo si resta ben centrati sul mezzo garantendo un buon grip alla gomma posteriore.

In discesa

La Rockrider Race 900 si lancia decisa nelle discese cross country anche particolarmente sconnesse, considerato il livello tecnico in cui ormai i tracciati si stanno evolvendo sempre di più. A inibirla in parte è la gomma posteriore, maggiormente votata alla scorrevolezza, che in qualche occasione in fase di frenata non è stata particolarmente incisiva, ma è un prezzo da pagare per assicurarsi elevati livelli in fase di rilancio in pedalata.

Chi non ha molta dimestichezza con l’XC si troverà forse un po’ a disagio con l’attacco manubrio così allungato e inclinato, in combinazione con un manubrio di larghezza sicuramente in linea con la destinazione d’uso ma che qualcuno forse troverà un po’ stretto, soprattutto se guiderà la taglia L o XL, tuttavia le capacità di assorbimento del carro consentono di sfruttare a fondo le geometrie della Rockrider Race 900 consentendo di rilassarsi alle alte velocità come poche front permettono. Dai freni mi sarei invece aspettato qualcosa di più.

Conclusioni

La Rockrider Race 900 si è dimostrata estremamente performante, ma anche divertente e sicura in ogni situazione nel proprio ambito di utilizzo. Inutile dire che il prezzo è particolarmente competitivo in rapporto alla qualità costruttiva del telaio e all’allestimento scelto, al quale forse sarebbe da aggiungere solo un reggisella telescopico, vista la predisposizione e che ormai anche in Coppa del Mondo va diffondendosi sempre di più.