La taiwanese Exustar vanta 25 anni di esperienza nella produzione di pedali, scarpe e accessori, compresi caschi e occhiali. Lo scorso autunno ha presentato una serie di novità in ambito pedali e non ci siamo fatti sfuggire la possibilità di testare uno di questi modelli.
DESCRIZIONE
Gli E-PM825 sono pensati per un utilizzo abbastanza polivalente, che va dal touring fino a sfociare all’enduro. Sono dotati di aggancio automatico su entrambi i lati con interfaccia EPS-M compatibile con tacchette Shimano e regolabile nella tensione. In aggiunta troviamo un’ampia superficie di appoggio per quei casi in cui si preferisce sganciarsi dai pedali e mantenere comunque un buon appoggio.
Il corpo del pedale è realizzato in alluminio pressofuso mente la piattaforma di appoggio è in termoplastica.
Il perno è realizzato in Cr-Mo con lavorazione CNC e trattamento termico. Ruota su cuscinetti a boccole LSL sigillate.
In dotazione ai pedali troviamo una coppia di tacchette E-C05F, con distanziali e viteria.
Le dimensioni dei pedali sono pari a 94,5 x 106 mm. Il peso da noi rilevato della coppia di pedali è stato di 446 grammi. I pedali sono disponibili in quattro diverse colorazioni per la piattaforma e in vendita al prezzo di € 88,90.
Info: exustar.com
IL TEST
di Fabio Paracchini
Il montaggio delle tacchette non è stato fatto con le viti in dotazione, bensì con delle viti similari ma con il corpo più corto di un paio di mm in quanto mi sono accorto che la tacchetta non riusciva a essere completamente bloccata neppure spessorando la parte filettata femmina presente con le scarpe, dovuto probabilmente a una suola non particolarmente spessa. Con questo accorgimento sono riuscito ad ottenere l’accoppiamento tacchetta-suola necessario e non ho più dovuto effettuare riallineamenti.
I pedali sono stati montati applicando il solito grasso sul filetto del perno e una rondella di spessore tra perno e pedivella; non è presente l’indicazione R o L per riconoscere quale sia il pedale da avvitare sulla pedivella corrispondente ma c’è la scanalatura standard sul labbro del perno del pedale sinistro; i pedali si avvitano alla pedivella solo tramite una brugola numero 6, di maggior reperibilità nei multitools che fanno parte del corredo di ogni biker rispetto alla numero 8.
Inizialmente la scorrevolezza di rotazione sul cuscinetto era bassa, probabilmente a causa degli accoppiamenti molto precisi tra perno e corpo, ma col tempo è migliorata. Ogni superficie di appoggio dei pedali presenta una vite con testa a brugola che regola la tensione della molla, ed è di facile registrazione tramite una brugola numero 2; non c’è l’indicazione del senso di tensionatura, ma va da sé che avvitando, il meccanismo si irrigidisce e viceversa si allenta svitandolo.
I pedali sono stati utilizzati in condizioni ambientali davvero agli antipodi, passando nel giro di poche ore dal secco polveroso al fango con neve, consentendomi di sfruttarli davvero a fondo. Le tacchette hanno avuto bisogno di diverse ore per “rodarsi” con il meccanismo di aggancio/sgancio: in particolare il sinistro inizialmente è stato più incline a “impuntarsi”, ma alla fine del test aveva raggiunto lo stesso grado di libertà di quello destro. Per sicurezza, essendo il sinistro il mio piede “secondario”, ho regolato la tensione della molla di ogni faccia del corrispondente pedale, di un click più morbido rispetto alla impostazione di fabbrica. A questo aggiungo che è bene ricordarsi di anticipare gli sganci ove possibile e di serrare adeguatamente la chiusura delle scarpe per non avere gioco “a vuoto” del piede che amplierebbe il grado di rotazione della caviglia per lo sgancio dal pedale e i relativi tempi di reazione. La fase di aggancio invece è sempre stata pulita e precisa, ma è bene ricordare che questa condizione è dettata principalmente dall’esatto posizionamento della tacchetta sulla scarpa in considerazione della conformazione articolare di ognuno di noi.
Durante la fase di pedalata, la flottazione laterale è risultata meno invasiva rispetto ai 5° dichiarati, dando una solidità d’insieme scarpa/pedale migliore; l’appoggio della piattaforma è avvertibile in fase di spinta ma mai fastidioso per lo sgancio, mentre nei rari momenti di pedalata “non agganciata”, le scarpe non sono mai scivolate dandomi la sicurezza necessaria nei momenti difficili.
E’ capitato di spingere la bici su terreni molto fangosi ma l’aggancio, dopo un paio di colpi di pianta sul corpo del pedale per far cadere il fango meno ostinato, è risultato sempre davvero soddisfacente, merito probabilmente delle generose zone cave che non trattengono il terreno raccolto dalle suole.
A fine test ho rilevato un miglioramento complessivo della fase di sgancio del meccanismo e una maggiore libertà di rotazione del corpo sul perno; gli impatti avuti con sassi e radici con la faccia inferiore dei pedali non hanno causato alcun danno, mentre è presente qualche graffio sulla parte in policarbonato ma la struttura è sostanzialmente integra. Da segnalare il parziale allentamento della vite che serra il tappo del lato esterno del perno del pedale destro. In conclusione devo dire che questi pedali mi hanno convinto in virtù dell’efficacia della base di appoggio con le scarpe per un utilizzo a tutto campo, ad esclusione dell’ambito XC, per la robustezza e la funzionalità in ogni situazione.