Diversi produttori, ormai, cominciano a proporre tra le proprie eBike anche un modello dal peso più contenuto rispetto ad una classica mtb a pedalata assistita. Lo fanno offrendo una batteria di capacità ridotta abbinata ad un motore di dimensioni e coppia massima più contenute. Il risultato finale è pur sempre una eBike, ma che presenta un peso complessivo molto inferiore, oltre alla possibilità di rimuovere il pacco batteria ed avere come risultato una mtb dal peso abbastanza vicino a una di tipo muscolare. Anche Trek ha intrapreso questa strada lo scorso inverno lanciando la E-Caliber, che poi abbiamo avuto modo di testare a lungo per proporvi le nostre impressioni.

DESCRIZIONE

Le eBike di questa categoria si potrebbero definire ibride per la loro natura, tuttavia non è nostra intenzione coniare un’ulteriore terminologia, viste le già tante che ormai caratterizzano il mondo della mountain bike, tra downcountry e quant’altro, che servono solo ad aumentare la confusione per chi si avvicina per la prima volta a questo mondo. Si tratta senza dubbio di un nuovo concetto di pedalata assistita, il cui punto di forza è sicuramente la leggerezza e la maneggevolezza, grazie ad un sistema di assistenza alla pedalata “smart”. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio la E-Caliber, dopo il seguente video unboxing.

La sospensione della E-Caliber è la IsoStrut, già vista sulla Supercaliber, da noi già testata. Una sospensione in cui l’ammortizzatore, realizzato in collaborazione con Fox, risulta direttamente integrato nel telaio, in particolare nel tubo orizzontale, offrendo un’escursione posteriore di 60 mm. In tal modo l’ammortizzatore si trova racchiuso in un montante strutturale che impedisce torsioni, flessioni e deflessioni.

Un design che consente anche di evitare l’eccesso di parti di collegamento meccanico tipico delle biammortizzate, riducendo così anche il peso finale.

Il telaio è realizzato in carbonio OCLV Mountain, la specifica fibra di carbonio che Trek realizza appositamente per le sue mountain bike sfruttando materiali e procedure di stratificazione, successivamente sottoposti a una lunga serie di test di affaticamento, carico, resistenza ed energia, con i quali viene simulato l’impatto con una roccia nelle aree sensibili della struttura.

Cavi e guaine sono instradati all’interno del telaio sfruttando il noto sistema Control Freak di Trek, che consente numerose opzioni di cablaggio attraverso le porte poste su entrambi i lati del tubo obliquo.

Il triangolo principale sfrutta la tecnologia Straight Shot, già adottata dagli altri modelli Trek, con la quale il tubo obliquo è perfettamente dritto e non più curvato in corrispondenza del tubo sterzo come accadeva con i precedenti modelli, a favore di una maggiore rigidezza ma anche di un minor peso, vista la ridotta lunghezza della tubazione. Questa caratteristica è resa possibile dall’adozione dell’ormai noto sistema Knock Block ideato da Trek, una soluzione integrata al telaio che consente di proteggere il tubo obliquo dagli eventuali impatti con la testa della forcella e il tubo orizzontale dagli impatti con il manubrio, limitando la rotazione di quest’ultimo.

Ma veniamo alla motorizzazione adottata, che è la Fazua Ride Trail 50, caratterizzata da un blocco motore/batteria/movimento centrale che si trova posizionato all’interno del tubo obliquo, con un peso complessivo di 4,6 kg.

Il blocco motore/batteria può essere rimosso per trasformare l’eBike in una normale mtb muscolare, con un risparmio di peso pari a 3,3 kg. Al telaio rimane il movimento centrale che non ha attrito in pedalata. Al posto del blocco motore/batteria, inoltre, è possibile montare una specifica cover, ovvero un vano dal peso di circa 500 grammi, che può essere utilizzato per il trasporto di oggetti.

La batteria agli ioni di litio ha una capacità di 250 Wh. Il motore garantisce una coppia massima pari a 55 Nm, le cui performance sono esaltate da un recente upgrade del software Fazua, denominato Black Pepper.

Le modalità di assistenza alla pedalata sono impostate mediante il comando al manubrio, che integra tre pulsanti e 11 led che indicano la modalità impostata ed il livello di batteria. E’ possibile scegliere tra tre modalità di assistenza: Breeze (verde) che fornisce 100 W di potenza, River (blu) con massimo 210 W di potenza e Rocket (rosso) con 250 W di potenza. In aggiunta troviamo anche la funzione di Walk Assist, sfruttabile negli attraversamenti a piedi. E’ possibile, inoltre, collegare il comando remoto via Bluetooth all’app Fazua, disponibile per dispositivi Android e iOS. In tal modo è possibile da smartphone personalizzare le caratteristiche delle tre modalità di assistenza oppure scaricare nuovi profili.

La E-Caliber 9.8 XT qui in test è al secondo gradino della gamma di tre modelli, che vede al top di gamma il modello 9.8 con trasmissione elettronica SRAM AXS. Già il modello in prova, comunque, propone un allestimento di rilievo, a partire dalla forcella RockShox SID Select+, con possibilità di bloccaggio tramite comando remoto al manubrio e regolazione del ritorno.

L’ammortizzatore Fox Performance consente anch’esso il bloccaggio da remoto, in simultanea con la forcella, e ovviamente la possibilità di regolare il ritorno.

Come sempre per Trek, le ruote sono a marchio Bontrager e troviamo le Kovee Pro con cerchio in carbonio da 29 mm di larghezza interna e 28 raggi a testa dritta e spessore costante.

Anche le gomme sono di Bontrager, troviamo le polivalenti XR3 Team Issue, da 29 x 2.4″.

La versione 9.8 XT propone una trasmissione quasi interamente Shimano Deore XT a 12 velocità, con cassetta pignoni 10-51T mentre la guarnitura è la e*thirteen e*spec Race con pedivelle in carbonio e corona da 32 denti.

Anche i freni, ovviamente, sono Shimano Deore XT, con pinza da ben 4 pistoni e generosi dischi da 203 mm anteriore e 180 mm posteriore.

Ad eccezione delle manopole, che sono le ESI Chunky prive di collare di bloccaggio, il posto guida è interamente a marchio Bontrager. Troviamo infatti il manubrio Line Pro in carbonio da 35 mm di diametro e 750 mm di larghezza, attacco Kovee Pro da 70 mm di lunghezza, reggisella telescopico Line Elite da 150 mm di escursione e sella P3 Verse Elite.

Specifiche

Telaio:Carbonio OCLV Mountain
Escursione ant.:120 mm
Escursione post.:60 mm
  
Forcella:RockShox SID Select+
Ammortizzatore:Fox Performance
Comando cambio:Shimano Deore XT, 12v
Cambio:Shimano Deore XT, 12v
Guarnitura:e*thirteen e*spec Race, 32T
Cassetta pignoni:Shimano Deore XT, 10-51T
Catena:Shimano Deore XT
Freni:Shimano Deore XT M8120, 203/180 mm
Ruote:Bontrager Kovee Pro 30 – 29c – 28 raggi 2mm – 15×110 mm/12×148 mm
Coperture:Bontrager XR3 Team Issue 29×2.4″
Manubrio:Bontrager Line Pro, 750 mm larghezza, 35 mm diametro, 15 mm rialzo
Manopole:ESI Chunky
Attacco manubrio:Bontrager Kovee Pro, 70 mm lunghezza
Serie sterzo:Integrata, Knock Block 2.0
Reggisella:Bontrager Line Elite, 31.6 mm diametro, 150 mm escursione
Sella:Bontrager P3 Verse Elite
Motore:Fazua Ride Trail 50, 58 Nm
Batteria:Fazua Evation, 250 Wh
Display:Fazua bX
Peso: 17,5 kg (taglia L, senza pedali)
PREZZO:€ 9.999,00

Geometrie

Taglie disponibili:S-M-L-XL
Piantone:394-419-470-508 mm
Angolo sterzo:67,5°
Angolo piantone:72,3-72,6-72,8-72,8°
Orizzontale virtuale:580-617-648-670 mm
Altezza movimento centrale:323 mm
Standover:768 mm
Tubo sterzo:90-100-105-110 mm
Carro posteriore:447 mm
Reach:405-440-470-490 mm
Stack:609-618-622-627 mm
Interasse:1126-1165-1197-1219 mm

Info: www.trekbikes.com

IL TEST

di Amedeo Liguori

In sella

La posizione in sella è una via di mezzo tra il cross country e il trail ride. Trovo, infatti, un angolo di sterzo che è solo leggermente più chiuso rispetto alla Top Fuel, il che dona alla E-Caliber un buon effetto autostabilizzante. Particolarmente generoso il batticatena mentre sulle lunghe distanze non ho trovato particolarmente confortevole la sella.

La regolazione dei SAG di forcella ed ammortizzatore è assistita da una pratica calcolatrice presente sul sito Trek, con la quale è possibile ottimizzare la taratura in base al proprio peso in assetto di guida. Sfruttando questa procedura sono riuscito ad impostare dei valori di SAG accettabili come punto di partenza, che poi ho affinato sul campo in funzione dei vari percorsi.

La presenza del comando remoto al manubrio per bloccare simultaneamente forcella e ammortizzatore sarà apprezzata da chi è molto propenso a continui rilanci, sebbene io lo abbia trovato un po’ duro da azionare le prime volte. Particolarmente sensibile al tatto, invece il comando per selezionare la modalità di assistenza alla pedalata, quindi le prime volte occorrerà prestare un po’ di attenzione.

In pianura

Anche con la modalità di assistenza più blanda la E-Caliber spinge anche più di quanto ci si aspetta. Lo fa in forza del suo peso contenuto, di un telaio torsionalmente rigido, di ruote leggere e di gomme dal sufficiente livello di scorrevolezza. La ridotta escursione posteriore non la pone al livello di una classica eBike biammortizzata dalle escursioni generose, tuttavia la sospensione posteriore fa miracoli nel copiare le asperità del terreno, anche quelle mediamente marcate.

La sospensione non genera oscillazioni fastidiose, tuttavia sui fondi più compatti, si può bloccare forcella e ammortizzatore per ottenere come risultato una mtb rigida a tutti gli effetti, godendo di un mezzo fulmineo nei rilanci.

In curva

La valenza delle sospensioni e il sufficiente grip delle gomme fanno incollare al fondo la E-Caliber nelle curve più veloci, tuttavia se si vuole spingere di più è opportuno scegliere gomme con un battistrada più aggressivo. Nei tratti più lenti e tortuosi, invece, si avverte la presenza di un peso complessivo ridotto e di un angolo di sterzo non esageratamente aperto e proprio per questo si gode di un’agilità superiore a quella di una classica eBike.

In salita

Come ormai avrete capito, con la E-Caliber non abbiamo a che fare con una classica eBike, con la quale basta impostare la modalità di assistenza più elevata per superare praticamente anche le erte più ripide. Con la E-Caliber, invece, la modalità più elevata aiuta sicuramente, così come il peso complessivo ridotto, ma viene richiesta anche una dose media di spinta sui pedali se si vogliono affrontare le pendenze più impegnative.

Con queste premesse il mezzo sfoggia comunque un buon livello di arrampicata, ma la cosa interessante è che anche a motore disattivato, ad esempio nel caso dovesse capitare di restare a secco con la batteria, utilizzando i pignoni più grandi e con un allenamento medio si riesce tranquillamente ad affrontare anche le salite molto ripide su asfalto o sterrato compatto.

In discesa

Non ci possiamo aspettare la stessa stabilità offerta dal peso più elevato di una classica eBike, che il più delle volte presenta anche escursioni maggiori e geometrie più votate alla discesa. Pesi contenuti e angoli non esageratamente aperti rendono però la E-Caliber agile nelle discese più tecniche e solo chi predilige una guida molto aggressiva preferirà utilizzare gomme più adeguate in tal senso.

La frenata è fin troppo esuberante in certi casi, grazie al peso complessivo ridotto e al sistema frenante adottato, tuttavia anche nelle staccate al limite la E-Caliber non si scompone mai.

Conclusioni

La E-Caliber si è dimostrata un’eccellente interprete nel proprio segmento ben definito. E’ in grado, infatti, di soddisfare pienamente il biker non troppo aggressivo, con un allenamento nella media e che è alla ricerca di un mezzo con il quale esplorare i sentieri anche particolarmente lunghi, con la giusta sicurezza garantita da geometrie non esasperate. L’allestimento qui in test non è chiaramente alla portata di tutti, ma in gamma si trova anche una versione meno costosa.