Alla Punta Chaligne ero salito qualche anno fa partendo però da Arpuilles, ovvero dal versante sud affacciato ad Aosta. Il tour di oggi esplora invece il versante nord della montagna.

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Si parte da Buthier, frazione di Gignod facilmente raggiungibile dalla S.S. del Gran San Bernardo (deviazione a sinistra ben evidente): a voi la scelta di procedere sulla strada asfaltata sino al suo termine (nei pressi di un tornante, ampie possibilità di parcheggio), oppure da Grand Buthier, prima frazione che si incontra  (pochi parcheggi, per lo più a fianco della strada).
In ogni caso si sale senza possibilità di errore sino al punto di inizio della strada sterrata che riporta chiare le indicazioni per il Rif. Chaligne: le pendenze sono sempre dolci, con la possibilità di ammirare l’ampio panorama già godibile sulla Valpelline e la Valle del Gran San Bernardo.

Si superano numerosi alpeggi magnificamente ristrutturati e si giunge al pianoro dell’Alpe Chaligne mt 1920 dove sorge, a fianco dell’immenso stallone, l’omonimo rifugio Chaligne, accogliente e ben curato (potete prenotare la polenta, tanto ci arriverete poi in discesa).

La strada continua dopo il rifugio e risale, con pendenze sempre moderate e scorci panoramici ancora più grandiosi, fino all’alpeggio di Tza de Chaligne mt 2244. Lasciando lo stallone alla nostra sinistra si deve ora risalire in portage un pendio detritico verso destra, su tracce franose di sentiero,  che permettono di raggiungere l’ampia cresta erbosa che scende dalla Punta Chaligne: si deve portare la bici per circa mezz’ora e 150 metri di dislivello, ma il sacrificio viene ampiamente ricompensato una volta raggiunto il Col de Tardiva mt 2410, punto più elevato del percorso.

Ci si trova proprio sospesi sul filo di cresta, affacciati da un lato verso il bucolico vallone di Arsy e dall’altro verso i pendii  percorsi in salita: il sentiero che ci attende è un’esile traccia erbosa che corre a mezzacosta, facilissimo ma piuttosto esposto (vietato scivolare verso valle).

Con qualche passaggio un pochino più tecnico si raggiunge in breve la struttura metallica di un grosso ripetitore radio, ben visibile anche dal fondovalle: da qui ha inizio un tratto di discesa molto tecnico e ripido, i più bravi riusciranno a rimanere in sella, gli altri mestamente accompagneranno la bici a mano, ma si tratta comunque di pochi metri facilmente superabili…

E dopo, una volta entrati nel bosco e prestando attenzione inizialmente ai gradini in legno posti sul sentiero, ci si può scatenare: ci aspetta una discesa fantastica su un sentiero dal fondo liscio come un bigliardo, a dir poco esaltante.

Tagliando in un paio di punti i tornanti della strada percorsa in salita si ritorna al Rif Chaligne, dove ci si può rilassare ed eventualmente pranzare prima di intraprendere la discesa verso valle.

Se il primo tratto di discesa è stato divertente, la seconda parte lo è ancora di più, salvo per il breve tratto di salita iniziale dietro al rifugio, dove occorre spingere la bici per qualche tratto. Giunti nei pressi di una radura ove sono posti dei tavoli da pic-nic inizia il divertimento, seguendo il sentiero 2A che scende in direzione di Gignod: bello e filante, davvero piacevole da percorrere.

Si interseca in più punti una strada sterrata che va seguita per un tratto più consistente nei pressi di Ronc Damon: lungo tale strada (che continua sino al fondovalle a Gignod) bisogna ad un certo punto prestare attenzione ad una poco evidente traccia di sentiero che si stacca sulla sinistra dopo un secco tornante. Tale sentiero, gradevolissimo e pianeggiante, consente di raggiungere la strada asfaltata che da Gignod risale verso Buthier. In pochi minuti di agevole risalita si è alle baite di Petit Buthier dove ritroviamo la strada da cui siamo partiti.
In conclusione, un itinerario decisamente piacevole e completo: salite dalle pendenze modeste, grandi panorami, un po’ di portage nemmeno così pesante e soprattutto una gran bella discesa!

Testo e foto di Fabrizio Godio