Il Forte Jafferau (e l’omonima cima su cui sorge) è una meta tra le più classiche dell’escursionismo in MTB nell’alta valle di Susa. Purtroppo – visto che ci arriva una comoda strada sterrata – è anche meta di orde di motociclisti/quaddisti/fuoristradisti, per cui la prima raccomandazione che vi faccio è quella di evitare possibilmente le giornate festive, rischiate di farvi l’aerosol di polvere e gas di scarico. Mancavo da diversi anni da questa cima, che nonostante queste controindicazioni rappresenta una meta prestigiosa vista la quota raggiunta e il fantastico panorama che ci accompagna lungo tutto il tragitto: l’impegno fisico in termini di dislivello è notevole, ma l’ottimo stato del percorso e le pendenze regolari disegnate al compasso dai genieri alpini di inizio secolo fanno sì che tutto sommato ci si ritrovi in vetta senza grosse fatiche.
Detto ciò, vediamo di raccontare questa calda giornata africana… Le temperature impongono una partenza mattutina per evitare di trovarsi a pedalare nel pieno del solleone sugli assolati pendii rivolti a sud che portano in vetta: per la discesa che ho in programma scelgo di partire direttamente da Bardonecchia, salendo verso Millaures-Gleise la strada asfaltata che porta ai Bacini: poco prima di arrivare a quest’ultima località, nei pressi di un tornante, si stacca ben segnalata la strada militare per il forte Foens.

Finalmente lo sterrato, in buone condizioni, che risale un bel bosco con una serie di tornanti dalle pendenze a volte un po’ velenose. Ben presto però queste si addolciscono e si inizia il lungo traverso, quasi in falsopiano, che dopo aver attraversato i resti di una grande frana degli anni passati porta ai ruderi del forte Foens q 2186.

Proprio di fronte alla porta di ingresso notiamo il bel sentiero che ci porterà qui dopo la prima parte della nostra discesa: ma di strada ce n’è ancora tanta da fare, un lungo e panoramico traverso ci porta infatti a pedalare in direzione est per qualche chilometro rilassante e panoramicissimo su tutta la valle di Bardonecchia e sulle imponenti pareti dolomitiche del gruppo Grande Hoche-Charrà.

A q 2316 ecco il bivio per il Col Basset: si sale a sx abbandonando il tracciato principale che scende verso la galleria dei Saraceni (che ricordo essere chiusa al traffico per motivi di sicurezza). Ora il fondo stradale peggiora in alcuni tratti e le pendenze si fanno impegnative. Ci troviamo a percorrere i pendii rivolti a sud dello Jafferau, la natura è nella sua massima esplosione di fioriture e la fatica comincia a farsi sentire: un ultimo impegnativo traverso ed eccoci al Col Basset mt 2596.

L’anno scorso ci ero arrivato per salire il Vin Vert, oggi invece si prosegue sulla via principale affrontando alcuni saliscendi che senza alcun problema ci portano al Colletto Jafferau q 2667, in prossimità di alcuni baraccamenti militari diroccati.

La nostra discesa comincia qui, ma vale senz’altro la pena risalire in vetta, anche se l’ultimo tratto è assai faticoso per il fondo stradale molto sconnesso. Si arriva sulla sommità del forte Jafferau a quota 2805 metri aggirandolo da nord: le rovine sono come le ricordavo qualche anno fa, piuttosto malridotte e pericolanti, ma ciò che conta è il fantastico panorama che ci circonda. Fa un caldo pazzesco anche qui, il GPS segna 35° C: welcome to Africa!!

Per la discesa esistono diverse opzioni, dalla più semplice per la via dell’andata alla più complicata direttissima che ovviamente scelgo io: cominciamo col ritornare al colletto Jafferau, ove si nota chiaramente una palina segnaletica CAI che indica il sentiero per il Forte Foens (in pratica era la vecchia via di collegamento tra i due forti quando erano presidiati). Inizia così un sentiero spettacolare e molto adrenalinico che corre a mezzacosta lungo i pendii detritici dello Jafferau: non è difficile, ma è terribilmente esposto e richiede nervi saldi.

In qualche punto particolarmente scabroso si scende prudentemente di sella (cadere qui significa arrivare direttamente al Forte Foens in volo d’angelo…), ma perdendo di quota l’esposizione diventa più moderata e calata la tensione si pedala sempre di più. Davvero tutto molto divertente, difficile immaginare una via di discesa così diretta! Con un ultimo tratto nel rado bosco eccoci catapultati di fronte al Forte Foens: se non lo avete ancora fatto merita una breve visita, nel frattempo farete riposare i vostri freni, visto che di discesa ce n’è ancora molta da fare.

E che discesa!! Appena alla destra del forte infatti inizia ben segnalato il sentiero per le Granges Suppas. Se come al sottoscritto vi piacciono i sentieri flow questo è davvero pane per i vostri denti: spettacolare, non dico altro, facile farsi prendere la mano con la velocità, ma qualche tratto un poco più scassato richiede comunque prudenza!!! Con il sorriso stampato in fronte ci si trova ben presto alle Grange Suppas mt 1664 con una bella fontana dove tuffarsi direttamente in bici visto la caldazza opprimente!

Si continua sempre sul largo sentiero per imboccare il bivio di destra che riporta le indicazioni per Gleise, ci attendono ancora tratti molto divertenti e facili, sino ad arrivare, dopo una breve ma intensa risalita a spinta, alle porte di Gleise, dove il sentiero è stato appena ripulito dalle erbacce.

Il borgo è stupendo e merita una visita, con le splendide baite in sasso ben ristrutturate: ora non resta che seguire i chiari cartelli con le indicazioni per Millaures-Bardonecchia, il sentiero a tratti lastricato è la vecchia mulattiera di collegamento tra le due frazioni. Null’altro da dire, a Millaures le indicazioni per Bardonecchia si perdono (o almeno io non le ho trovate) per cui non rimane che ripercorrere il breve tratto di strada asfaltata percorso stamani.
Davvero una bella giornata, a dispetto delle temperature africane: un mix ideale di fatica, panorami e divertimento in discesa. L’alta valle di Susa non delude mai, non mi stancherò mai di ripeterlo.
Testo e foto di Fabrizio Godio