Il marchio Wilier vanta oltre un secolo di esperienza nella costruzione di biciclette. Un lavoro iniziato nel lontano 1906 in un piccolo laboratorio di Bassano del Grappa e portato avanti negli anni conseguendo diversi successi in ambito agonistico, nel ciclismo su strada ma anche in mountain bike. In quest’ultimo segmento ormai da tempo ha affiancato alla gamma di mtb muscolari anche alcune interessanti proposte ebike, come la 101X Hybrid che andiamo a scoprire con questo test.
La gamma Hybrid di Wilier introduce un nuovo concetto di pedalata assistita, incentrata su leggerezza e maneggevolezza, grazie ad un sistema di assistenza alla pedalata “smart”. Ve ne parliamo nel dettaglio dopo il video unboxing.
Troviamo infatti una piattaforma, disponibile sia biammortizzata che hardtail come in questo caso, che pur in presenza di motore e batteria esalta ancora le prestazioni in pedalata nella maniera classica grazie ad un peso ben al di sotto di quello di una consueta ebike, pari infatti a 16,5 kg in taglia M/L, e con la possibilità aggiuntiva di trasformare l’ebike in una normale mtb in pochi semplici passi.
Ciò è stato reso possibile adottando il Fazua Evation System. Si tratta di un blocco motore/batteria/movimento centrale che si trova posizionato all’interno del tubo obliquo e che ha un peso complessivo di soli 4,6 kg.
Il blocco motore/batteria può essere rimosso per trasformare l’ebike in una normale mtb muscolare, con un risparmio di peso pari a 3,3 kg.
Al telaio rimane il movimento centrale che non ha attrito in pedalata. Al posto del blocco motore/batteria, inoltre, è possibile montare, acquistabile a parte, la Downtube Cover, ovvero un vano dal peso di circa 500 grammi, che può essere utilizzato per il trasporto di oggetti.
La batteria agli ioni di litio ha una capacità di 252 Wh. Il motore garantisce una coppia massima pari a 55 Nm, le cui performance sono esaltate da un recente upgrade del software Fazua, denominato Black Pepper.
Le modalità di assistenza alla pedalata sono impostate mediante il comando al manubrio, che integra tre pulsanti e 11 led che indicano la modalità impostata ed il livello di batteria. E’ possibile scegliere tra tre modalità di assistenza: Breeze (verde) che fornisce indicativamente un 30% di assistenza, River (blu) con circa il 60% di assistenza e Rocket (viola) che consente di sfruttare il 100% dell’assistenza alla pedalata. In aggiunta troviamo anche la funzione di Walk Assist, sfruttabile negli attraversamenti a piedi.
E’ possibile collegare il comando remoto via Bluetooth all’app Fazua, disponibile per dispositivi Android e iOS. In tal modo è possibile da smartphone effettuare il tracciamento GPS, visualizzare alcune informazioni relative allo stato del sistema e della batteria ma anche registrare i dati relativi alla pedalata e condividerli con i propri amici. La 101X Hybrid rappresenta, quindi, l’interpretazione hardtail di questo concetto e viene declinata in tre allestimenti, di cui quello in test rappresenta la versione meno costosa.
Il telaio in carbonio monoscocca presenta l’instradamento interno di cavi e guaine ed è predisposto per l’eventuale alloggiamento di un reggisella telescopico.
La forcella è una RockShox SID Select, con 100 mm di corsa. Consente di regolare la frenatura in estensione, agendo sul classico pomello posto sotto il fodero destro, e la frenatura in compressione mediante bloccaggio da comando remoto al manubrio.
Le ruote sono state scelte dall’italiana Miche. Troviamo le 966 H aventi un cerchio con canale interno da 25 mm di larghezza, 28 raggi a spessore costante e mozzi Boost.
Anche le gomme sono italiane, troviamo infatti le Vittoria Barzo da 29 x 2.25″.
La trasmissione è un misto Shimano Deore XT/SLX a 12 velocità, con cassetta pignoni 10-51T, con la sola eccezione della guarnitura a marchio Miche e con corona da 32 denti.
Anche i freni sono a marchio Shimano. Troviamo i Deore XT con dischi differenziati tra anteriore e posteriore, da 180 mm nel primo caso e da 160 mm nel secondo.
Posto guida quasi interamente realizzato da Ritchey. Il manubrio è il WCS Flat in alluminio da 724 mm di larghezza e l’attacco manubrio è il WCS C220 da 85 mm di lunghezza mentre le manopole in neoprene sono a marchio Force.
La sella è una Selle Italia X1, su un reggisella Ritchey Comp da 31,6 mm di diametro.
Specifiche
Telaio: | fibra di carbonio monoscocca |
Escursione ant.: | 100 mm |
Forcella: | RockShox SID RL Select |
Comando cambio: | Shimano SLX, 12v |
Cambio: | Shimano Deore XT |
Guarnitura: | Miche Alu, 32T |
Cassetta pignoni: | Shimano SLX, 10-51T 12v |
Catena: | Shimano SLX |
Freni: | Shimano Deore XT, 180/160 mm |
Ruote: | Miche 966 H – 25c – 28 raggi 2 mm – 15×110 mm/12×148 mm |
Coperture: | Vittoria Barzo, 29 x 2.25″ |
Manubrio: | Ritchey WCS Flat, 724 mm larghezza |
Manopole: | Force |
Attacco manubrio: | Ritchey WCS C220, 85 mm lunghezza |
Serie sterzo: | Ritchey Comp, integrata |
Reggisella: | Ritchey Comp, 31,6 mm diametro |
Sella: | Selle Italia X1 |
Unità motore/batteria: | Fazua Evation System, 55 Nm, 252 Wh |
Peso: | 16,5 kg (taglia M/L, senza pedali) |
PREZZO: | € 5.100,00 |
Geometrie
Taglie disponibili: | S – M/L |
Tubo sella: | 420-460 mm |
Orizzontale virtuale: | 592-608 mm |
Angolo sterzo: | 69,8° |
Angolo piantone: | 74,5° |
Tubo sterzo: | 104-107 mm |
Carro posteriore: | 454 mm |
Reach: | 421-436 mm |
Stack: | 617-620 mm |
Interasse: | 1118-1135 mm |
Info: wilier.com
In sella
La posizione in sella è prettamente XC, quindi abbastanza distesa grazie anche all’attacco manubrio di lunghezza generosa. Troviamo inoltre un manubrio non particolarmente largo nel caso si voglia sfruttare la 101X Hybrid per percorsi più trail ride, pur con i limiti di una hardtail in questo contesto. Sarebbe utile poter trovare un collarino stringisella a leva, vista l’assenza di un reggisella telescopico, che comunque è possibile montare in quanto il telaio è predisposto a tale scopo.
La regolazione del SAG della forcella può essere facilmente eseguita sfruttando la tabella delle pressioni consigliate in funzione del peso del biker, presente sul fodero sinistro. Valori che si sono rivelati attendibili già dalla prima uscita ma volendo è possibile sfruttare il pratico o-ring che scorre sullo stelo e le indicazioni presenti sullo stesso stelo nel caso si voglia impostare, ad esempio, un SAG del 20%.
La drive unit non è dotata di display, tuttavia il comando è molto intuitivo e una volta che ci si abitua ai vari colori dei led può risultare anche pratico. E’ bene sapere che la batteria è programmata per spegnersi automaticamente nel caso in cui la sua autonomia fosse inferiore al 30% oppure la bici sia rimasta ferma senza utilizzare il comando della drive unit per tre ore. In questo caso occorre estrarre ed inserire nuovamente la batteria. Altra caratteristica di questa drive unit è il particolare suono proveniente dal movimento centrale e che si sente quando si lascia andare la bici a pedali fermi.
In pianura
Visto il peso contenuto rispetto ad una classica ebike, la 101X Hybrid risponde ottimamente alla spinta sui pedali già nella modalità di assistenza Breeze, ovvero quella più leggera. Il comfort di marcia è comunque quello di una hardtail, tuttavia lo si può migliorare trasformando le coperture in tubeless in modo da poter ridurre ulteriormente la pressione.
Ho trovato la risposta del motore abbastanza pronta e fluida, non avvertendo bruschi attacchi e stacchi del motore. Motore che si è rivelato anche più silenzioso rispetto alle classiche drive unit delle ebike.
In curva
L’angolo di sterzo non particolarmente aperto, il peso contenuto e la rigidità che solo una hardtail può avere rendono la 101X Hybrid estremamente maneggevole e pronta nell’affrontare i singletrack più lenti e tortuosi o i tornanti più stretti. Una reattività favorita anche dal manubrio di larghezza contenuta, per cui chi è solito percorrere sezioni molto lente lo apprezzerà molto.
Man mano che la velocità aumenta si avverte il limite dato dallo stesso angolo di sterzo non particolarmente autostabilizzante e dal manubrio non molto largo, tuttavia ho notato che proprio l’angolo di sterzo mi ha aiutato a mantenermi più vicino alla ruota anteriore, facilitandomi nel caricare l’anteriore quando avevo bisogno della massima aderenza. In tale contesto, inoltre, ho apprezzato il buon feeling fornito dalle gomme.
In salita
Il carro che non è estremamente compatto regala un’arrampicata confortevole, visto che riduce l’alleggerimento dell’avantreno e non costringe a piegarsi molto nell’affrontare le salite più sconnesse.
L’assistenza alla pedalata fornita dal motore si è sempre dimostrata efficace nel superare anche i tratti più ripidi. Non ci possiamo certo aspettare la stessa potenza di un motore avente una coppia superiore, tuttavia in modalità Rocket la 101X Hybrid si arrampica bene, complice anche il peso contenuto e la presenza di un pignone da 50 denti, che sono riusciti spesso a non farmi sentire la mancanza di un motore più potente. Con un allenamento medio, comunque, si sale molto bene anche con la modalità intermedia River, grazie ancora una volta alle geometrie ed al grip offerto in tale contesto dalle gomme.
Un discorso a parte merita l’autonomia, che secondo me è sempre difficile da affrontare essendo relativo a diversi fattori, tra cui il livello di allenamento del biker e il tipo di percorsi che solitamente si affrontano. La cosa più interessante della Wilier 101X Hybrid, comunque, è che anche a motore disattivato, ad esempio nel caso dovesse capitare di restare a secco con la batteria, utilizzando i pignoni più grandi e con un allenamento medio si riesce tranquillamente ad affrontare anche le salite molto ripide su asfalto o sterrato compatto.
In discesa
Sappiamo tutti che da una hardtail in discesa non ci si può aspettare la stessa facilità di conduzione di una biammortizzata. La 101X Hybrid fa valere comunque l’ottimo bilanciamento complessivo dei pesi ed invita ad affrontare le discese veloci con lo spirito giusto, ovvero senza strafare. La forcella copia comunque bene le asperità e in frenata la bici non si scompone, sebbene avrei gradito trovare anche al posteriore un disco da 180 mm.
Chi volesse utilizzarla per un ambito più trail ride potrebbe optare per un manubrio un po’ più largo, un attacco più corto, coperture più aggressive e magari anche un reggisella telescopico, vista la predisposizione del telaio, ma attenzione a non esagerare troppo con gli upgrade perché si rischia di snaturare l’indole cross country del mezzo.
Conclusioni
Definirei la 101X Hybrid come l’ebike perfetta per chi si avvicina per la prima volta al mondo delle ebike e non vuole sconvolgere troppo le proprie sensazioni oppure per il biker che pur non essendo a corto di allenamento desidera dotarsi di una mtb a pedalata assistita per affrontare le uscite quando ha poco tempo a disposizione nella giornata assicurandosi però di avere un mezzo in grado di assecondare le sue capacità fisiche. Un esperimento, quello di Wilier, più che riuscito secondo me e che sarà apprezzato anche da chi preferisce la semplicità di manutenzione che solo una hardtail è in grado di garantire.