Lo scorso anno Trek ci ha stuzzicato a lungo con una nuova full da XC portata in gara dai suoi atleti di Coppa del Mondo. Le immagini con i particolari della bici spesso celati facevano presagire un modello innovativo, che la presentazione ufficiale ha poi confermato.
Con la Supercaliber, Trek propone una full destinata alle competizioni XC caratterizzata da un innovativo ed esclusivo design strutturale della sospensione. Una tecnologia denominata IsoStrut, con la quale l’ammortizzatore, realizzato in collaborazione con Fox, risulta direttamente integrato nel telaio, in particolare nel tubo orizzontale, offrendo un’escursione posteriore pari a 60 mm.
L’ammortizzatore si trova racchiuso in un montante strutturale che impedisce torsioni, flessioni e deflessioni. Un design che ha consentito anche di evitare l’eccesso di parti di collegamento meccanico tipico delle biammortizzate, riducendo così anche il peso finale.
Nella gamma Trek, la Supercaliber va a prendere il posto della Top Fuel (da noi testata qui), modello da anni destinato al cross country ma che dallo scorso anno ha ricevuto una serie di aggiornamenti radicali, tra maggiori escursioni e geometrie più stabilizzanti, che lo fanno adesso propendere più verso una destinazione marathon/trail ride. La Supercaliber è declinata in 6 versioni, tutte con telaio in carbonio, di cui la versione qui in test rappresenta il quarto gradino partendo dalla top di gamma.
Il telaio, dicevamo, è realizzato in carbonio OCLV Mountain, la specifica fibra di carbonio che Trek realizza appositamente per le sue mountain bike sfruttando materiali e procedure di stratificazione, successivamente sottoposti a una lunga serie di test di affaticamento, carico, resistenza ed energia, con i quali viene simulato l’impatto con una roccia nelle aree sensibili della struttura.
Cavi e guaine sono instradati all’interno del telaio sfruttando il noto sistema Control Freak di Trek, che consente numerose opzioni di cablaggio attraverso le porte poste sia su entrambi i lati del tubo sterzo che sul tubo obliquo.
Il triangolo principale sfrutta la tecnologia Straight Shot, già adottata dagli altri modelli Trek, con la quale il tubo obliquo è perfettamente dritto e non più curvato in corrispondenza del tubo sterzo come accadeva con i precedenti modelli, a favore di una maggiore rigidezza ma anche di un minor peso, vista la ridotta lunghezza della tubazione. Questa caratteristica è resa possibile dall’adozione dell’ormai noto sistema Knock Block ideato da Trek, una soluzione integrata al telaio che consente di proteggere il tubo obliquo dagli eventuali impatti con la testa della forcella e il tubo orizzontale dagli impatti con il manubrio, limitando la rotazione di quest’ultimo.
Nella Supercaliber troviamo sospensioni a marchio Fox. La forcella è una Performance 32 Step-Cast con 100 mm di corsa.
E’ possibile regolare la frenatura in estensione agendo sul classico pomello posto sotto il fodero destro mentre per la frenatura in compressione la bici adotta un comando remoto al manubrio che blocca simultaneamente forcella ed ammortizzatore premendo sull’apposita leva. Per sbloccare entrambe le unità ammortizzanti basta premere invece l’altra leva adiacente.
L’ammortizzatore, come detto in apertura, è stato realizzato in collaborazione con Fox vista la particolare struttura ed il posizionamento. Anche qui, comunque, abbiamo la possibilità di regolare l’estensione ed attivare il blocco con il comando remoto.
Le ruote sono a marchio Bontrager, da tempo di proprietà di Trek. Troviamo le pregiate Kovee Elite 30 TLR con cerchio in carbonio avente canale interno da 29 mm di larghezza, 28 raggi a diametro variabile con attacco J-Bend e mozzi Boost.
Anche le coperture sono marchiate Bontrager, con le XR2 Team Issue da 29 x 2.2″.
La trasmissione è una SRAM GX Eagle a 12 velocità, con cassetta pignoni 10-50T e guarnitura Truvativ Stylo Carbon Eagle DUB con corona da 32T.
I freni stranamente non sono a marchio SRAM. Sono, infatti, gli Shimano Deore XT con dischi da 160 mm di diametro per entrambe le ruote.
Ad eccezione delle manopole, che sono le ESI Chunky, il posto guida è interamente a marchio Bontrager. Troviamo infatti il manubrio Kovee Pro in carbonio da 35 mm di diametro e 720 mm di larghezza, attacco Kovee Pro da 80 mm di lunghezza, reggisella Pro in carbonio e sella Montrose Elite.
Specifiche
Telaio: | carbonio OCLV Mountain |
Escursione ant.: | 100 mm |
Escursione post.: | 60 mm |
Forcella: | Fox Performance 32 Step-Cast |
Ammortizzatore: | Fox Performance Trek IsoStrut |
Comando cambio: | SRAM GX Eagle, 12v |
Cambio: | SRAM GX Eagle |
Guarnitura/Movimento centrale: | Truvativ Stylo Carbon Eagle DUB, 32T / PressFit 92 |
Cassetta pignoni: | SRAM XG-1275 Eagle, 10-50T 12v |
Catena: | SRAM GX Eagle |
Freni: | Shimano Deore XT, 160/160 mm |
Ruote: | Bontrager Kovee Elite 30 TLR – 29c – 28 raggi 2/1.8/2 mm J-Bend – 15×110 mm/12×148 mm |
Coperture: | Bontrager XR2 Team Issue, 29 x 2.2″ |
Manubrio: | Bontrager Kovee Pro 35 mm, 720 mm larghezza, 5 mm rialzo |
Manopole: | ESI Chunky |
Attacco manubrio: | Bontrager Kovee Pro, 80 mm lunghezza |
Serie sterzo: | Knock Block, integrata |
Reggisella: | Bontrager Pro |
Sella: | Bontrager Montrose Elite |
Peso: | 10,9 kg (taglia L, senza pedali) |
PREZZO: | € 5.999,00 |
Geometrie
Taglie disponibili: | S-M-ML-L-XL-XXL |
Angolo sterzo: | 69° |
Angolo piantone: | 74° |
Piantone: | 394-419-445-470-508-546 mm |
Orizzontale virtuale: | 565-595-610-625-659-683 mm |
Altezza movimento centrale: | 320 mm |
Tubo sterzo: | 90-90-90-90-105-120 mm |
Carro posteriore: | 430 mm |
Reach: | 395-425-440-455-485-505 mm |
Stack: | 594-594-594-594-608-622 mm |
Standover: | 750-760-760-787-787-787 mm |
Interasse: | 1079-1106-1121-1136-1172-1197 mm |
Info: www.trekbikes.com
In sella
Il posizionamento in sella è prettamente in stile XC racing, considerata anche la larghezza contenuta del manubrio e la lunghezza generosa dell’attacco, mentre l’angolo di sterzo è leggermente meno chiuso di quanto ci aspettavamo e la cosa ci fa piacere.
Le regolazioni dei SAG di forcella ed ammortizzatore sono assistite da una pratica calcolatrice presente sul sito del produttore, con la quale è possibile ottimizzare la taratura in base al proprio peso in assetto di guida. Sfruttando questa procedura siamo riusciti ad impostare dei valori di SAG molto validi come punto di partenza, che poi abbiamo affinato sul campo in funzione dei vari percorsi.
Chi utilizzerà la bici in gara o comunque è molto propenso a continui rilanci apprezzerà, inoltre, la presenza del comando remoto al manubrio per bloccare simultaneamente forcella e ammortizzatore.
In pianura
L’accelerazione del mezzo sfrutta il peso complessivo contenuto e le ruote leggere ma anche l’elevata rigidità costruttiva della Supercaliber. Rigidità che si accentua ai massimi livelli nel momento in cui si blocca forcella e ammortizzatore. Il risultato, infatti, è quello di avere una mtb rigida a tutti gli effetti, caratteristica che rende il mezzo a dir poco fulmineo nei rilanci.
Sui fondi maggiormente sconnessi, ad idrauliche aperte non ci aspettavamo la sensibilità dimostrata dalla sospensione posteriore, al punto che in alcuni casi ci è sembrato di avere un’escursione maggiore di quanto effettivamente disponibile.
In curva
La Supercaliber si fregia di un ottimo compromesso tra un angolo di sterzo non proprio in stile XC racing e un carro molto compatto considerato il diametro ruota. Per questo motivo riesce a districarsi molto bene nei single-track più lenti e tortuosi mentre man mano che le velocità aumentano la bici riesce a sfruttare ancora una buona stabilità proprio grazie all’angolo di sterzo non troppo verticale e alle gomme che offrono un buon feeling un po’ in tutte le situazioni.
In salita
Si sa che nessun mezzo arrampica bene come uno da cross country, ma la Supercaliber in questo contesto sfoggia prestazioni ancora al di sopra delle aspettative. Sui fondi sconnessi, lasciando le idrauliche aperte, il grip è garantito dall’ottima sospensione oltre che dalle gomme molto versatili, che se rese tubeless regalano ancora più leggerezza ed un rendimento superiore.
Sulle salite più scorrevoli si potrebbe anche bloccare forcella e ammortizzatore, ma noi consigliamo di farlo solo per avere a disposizione una maggiore reattività in fase di rilancio, magari alzandosi sui pedali.
In discesa
Considerata la destinazione d’uso, non abbiamo mai sentito l’esigenza di un’escursione posteriore superiore ai “soli” 60 mm a disposizione. La Supercaliber sfrutta a fondo le geometrie più moderne, con un angolo di sterzo che regala stabilità al di sopra delle aspettative per un mezzo da XC. Ma anche la sospensione fa ottimamente il suo lavoro ed insieme alla rigidità torsionale del telaio consente di scendere con autorevolezza e padronanza.
I freni non ci hanno mai deluso, sebbene i biker più pesanti potrebbero desiderare un disco di maggior diametro all’anteriore.
Conclusioni
La Supercaliber si è attestata come uno dei più performanti mezzi da XC racing sul mercato, dimostrandosi anche tra i più sicuri da guidare nel proprio ambito. Non la consigliamo per un utilizzo più universale, ovvero tra XC e trail ride, come faremmo invece per la Top Fuel, ma la consigliamo particolarmente al biker che punta alle posizioni più alte in classifica oppure a chi non è interessato alle gare ma considera ogni uscita in sella una sfida contro sé stesso o i compagni di uscita.