Il 2019 è un anno importante per Miche, visto che festeggia i suoi cento anni di attività. La famiglia Michelin inizia, infatti, nel 1919 con la produzione di biciclette per poi passare negli anni a quella di moto e componenti per biciclette. La gamma mtb riguarda le ruote e componenti per la trasmissione, ma sono soprattutto le prime il pezzo forte del catalogo dell’aziend di San Vendemiano. Tra di esse abbiamo avuto modo di testare le top di gamma K1.
Le K1 sono realizzate per soddisfare le massime esigenze in ambito agonistico, essendo state sviluppate e testate unitamente agli atleti professionisti, allo scopo quindi di garantire le massime performance nelle competizioni XC e Marathon.
Si fregiano di un cerchio costruito con una sapiente laminazione di fibre di carbonio HM (High Modules – Alto modulo) e caratterizzato da un profilo asimmetrico e Hookless, con un canale interno da 27 mm di larghezza e un profilo da 26 mm di altezza.
Il mozzo è realizzato in fibra di carbonio e Ergal AL7075 T6 ed è dotato di cuscinetti SKF per la massima scorrevolezza. Prevista la disponibilità nelle misure standard (15×100/12×142 mm) oppure Boost (15×110/12×148 mm). Disponibile, inoltre, anche nella misura per la forcella RS-1 di RockShox.
I raggi, in acciaio inox e in numero di 24 per ruota, sono a testa dritta e a doppio spessore. I nipple sono in alluminio 7075-T6, consentendo così di contenere i pesi.
Il peso da noi rilevato della coppia di ruote è stato di 1314 grammi. Le K1 sono disponibili con ruota libera Shimano 10/11v o SRAM XD. La coppia di ruote è in vendita al prezzo di € 1.989,94, che comprende le borse per il trasporto e un kit adattatori.
Info: www.miche.it
Maneggiare le K1 è un vero piacere per chi desidera ruote estremamente leggere. Osservandole accuratamente, però, ci si rende conto di avere a che fare non solo con un prodotto molto leggero ma di essere anche di fronte ad una qualità costruttiva di livello elevato. Caratteristiche che indirizzano queste ruote particolarmente verso un utilizzo XC agonistico.
L’utilizzo senza camera d’aria è risultato eccellente e non ha richiesto l’uso di un compressore in fase di montaggio delle gomme, segno quindi di un disegno del cerchio a regola d’arte che ha contribuito a non determinare alcuna perdita di pressione già dalla prima uscita.
I 27 mm di larghezza del canale interno del cerchio sono più che sufficienti a consentire il montaggio di coperture anche di sezione più generosa, sebbene rimanendo in un ambito XC non andremmo mai oltre i 2.2″/2.3″ di sezione, pena un decadimento della scorrevolezza del mezzo. Rimanendo su tali misure le ruote non ci hanno mai fatto avvertire alcuna perdita di stabilità del mezzo, possibilità che si può presentare invece quando la gomma di ampia sezione viene utilizzata su un cerchio dal canale più stretto che determina una sorta di strozzatura in corrispondenza dei fianchi della gomma.
Sulla carta la raggiatura ci è apparsa inizialmente ridotta, considerato il diametro maggiorato, ma sul campo le ruote ci hanno sorpreso visto che hanno sfoggiato una rigidezza adeguata, grazie probabilmente anche a tensionature di un certo livello. Tensionature che le K1 hanno poi mantenuto molto bene nel tempo senza richiedere alcun intervento di manutenzione.
Questa cura costruttiva si è fatta notare sul campo, visto che le ruote hanno sfoderato una risposta molto pronta, non solo per il peso contenuto e per la rigidezza strutturale ma anche grazie alla risposta del meccanismo ruota libera, che si è dimostrato sempre pronto anche nelle continue fasi di rilancio dell’andatura.
A dispetto del prezzo, non ci siamo limitati a trattare le K1 con i guanti di velluto, ma le abbiamo messe alla prova anche sui sentieri più impegnativi, ovviamente sempre nei limiti del loro ambito di utilizzo, senza mai riscontrare alcun tipo di criticità visto che sono state capaci di resistere agli inevitabili strapazzi del periodo di test rimanendo sempre ben allineate oltre che scorrevoli.
Un comportamento che ha esaltato la precisione di guida anche alle velocità più elevate, portandoci spesso a rilanciare l’andatura anche nei tratti più guidati. Siamo ben consci che si tratta di ruote non per tutte le tasche, tuttavia per le loro caratteristiche costruttive e per le performance che sanno regalare siamo propensi a consigliarle al biker agonista che punta alle posizioni più alte del podio.