Il mese di giugno segna solitamente l’inizio delle scorribande estive in quota. Le copiose nevicate dell’inverno appena trascorso consigliano di non esagerare, ma scegliendo adeguatamente meta ed esposizione si può tranquillamente già superare quella che io considero la “quota benessere”, ovvero i 2000 metri. Ricominciano le trasmissioni…

… E così eccomi a Belalp, nota località sciistica vallesana a due passi da Briga e già oggetto negli anni passati di una precedente e fruttuosa scorribanda.
Quest’anno però non voglio cedere alla tentazione di ripercorrere una traccia nota, anche se meritevole. Voglio provare una nuova discesa, che parte proprio dall’Hotel Belalp, da qui per l’appunto il nome all’itinerario. Discesa disegnata a tavolino sulla carta nazionale svizzera, non avendo trovato  informazioni sulla effettiva percorribilità in MTB: insomma, si parte un po’ alla scoperta, che è poi la mia filosofia dell’andare in bici…
Ma andiamo con ordine: a Belalp le persone sane di mente salgono dapprima con il bus che parte dalla stazione di Brig (dotato di comodi portabici posteriori) e poi in funivia da Blatten, azzerando così le difficoltà fisiche. I ciclopirla come il sottoscritto invece se la pedalano tutta su asfalto da cima a fondo: in fin dei conti “…è tutto allenamento…” e poi oggi sono con la Scalpel, basta gonfiare le gomme a 2500 bar e si va quasi come su una bici da strada…

La giornata è di quelle che piacciono a me, con qualche nuvola coreografica che mitiga la calura di una salita totalmente esposta al sole e niente affatto banale: dopo 700 metri di dislivello eccomi a Blatten mt 1327 alla stazione di partenza della funivia, che in questo periodo è ferma per manutenzione.

Dissipati così anche gli ultimi dubbi sulla possibilità di risparmiare le forze mi incammino di buon passo lungo i restanti 800 metri di salita per raggiungere Belalp, dapprima su asfalto e poi finalmente su sterrato nei pressi di Täätsche mt 1760, con pendenze feroci nel finale quando si sbuca a Bäll, che è poi il nucleo abitativo originale dell’alpeggio di Belalp.

Ora il più è fatto, bisogna solo compiere un ultimo sforzo per percorrere l’ultimo lungo traverso verso la meta, l’Hotel Belalp, la cui massiccia ed inconfondibile sagoma si staglia lontana all’orizzonte.

Questo tratto è molto piacevole, e consente di godere dello splendido panorama verso la valle del Rodano e le montagne del Sempione: nei pressi dell’hotel Belalp mt 2140, in questo periodo desolatamente deserto, ecco apparire la ormai famigliare eppur mai scontata visione del ghiacciaio Aletsch.

Il luogo, solitamente affollato di turisti, oggi è decisamente poco frequentato, probabilmente a causa della chiusura della funivia. Foto di rito nei pressi della coreografica chiesetta, e poi via a scoprire la discesa ignota disegnata sulla carta, con qualche apprensione dovuta anche al fatto di essere con una bici da trail con soli 100 mm di escursione…

Si parte proprio dietro alla terrazza panoramica dell’hotel Belalp, e l’inizio è dei più incoraggianti: subito un bel tratto flow che porta ad una grossa baita, poi si entra nel magnifico bosco di larici. Fantastico, e soprattutto mai troppo difficile!!

Si passa nei pressi di un punto panoramico sul ghiacciaio e si continua a scendere con più decisione nel bosco via via più fitto, con qualche passaggio più ostico che mi costringe ad appoggiare il piedino, più per sicurezza che per effettiva difficoltà. La prima sezione tecnica si conclude nei pressi di Egga mt 1647, dove arriva la carrozzabile asfaltata che sale da Blatten.

Si prosegue ora su un sentiero molto più filante e facile che taglia i tornanti della strada consentendo di arrivare a Blatten praticamente sempre in single trail. Fantastico, la prima parte della discesa si è rivelata ben al di sopra delle aspettative!! Decisamente più rilassato mi concedo qualche minuto per visitare il vecchio dorf di Blatten, con le magnifiche baite perfettamente restaurate ed abitate.

Dopo l’immancabile session fotografica eccomi ora pronto per la seconda parte di discesa, che parte proprio nei pressi di quelli che erano i parcheggi della funivia (sono in corso pesanti lavori di cementificazione edilizia). Dopo aver passato un’area attrezzata a parco avventura (funi, ponti tibetani ed altri ammennicoli sugli alberi, per la gioia dei bimbi) il sentiero inizia a scendere con decisione verso la Blindtälli  lungo una profonda ed ombrosa forra: è questo il tratto più tecnico dell’intera discesa, con diversi tornantini da chiudere obbligatoriamente in nose press.

I più bravi presumo possano rimanere sempre in sella, ma si tratta comunque di un tratto molto breve (non più di cinque minuti) da percorrere eventualmente a piedi nei punti più difficoltosi. Le difficoltà finiscono quando si attraversa il torrente Bruchi, nei pressi di una spumeggiante cascata e di un area attrezzata a picnic ove è piacevole sostare.
Il successivo tratto di discesa che porta a Geimen è quanto di più bello mi sia capitato di percorrere in mountain bike e si snoda in lieve discesa  in un cupo bosco di larici di una bellezza indicibile.

Lascio scorrere pigramente le ruote su un trail semplicemente fantastico: difficoltà zero, bisogna solo ascoltare il rumore del bosco ed emozionarsi ad ogni angolo scoprendo gli incredibili giochi della luce che filtra dall’alto a bucare l’ombrosa valletta. Si sbuca alle porte di Geimen, accompagnati da una incredibile fioritura sui prati, lungo la strada asfaltata già percorsa in salita.

La si percorre per pochi metri per entrare poi nel centro del piccolo borgo seguendo i chiari cartelli escursionistici per Naters: è ora terreno aperto, il sentiero che per boschi, piccoli agglomerati e frazioncine plana praticamente nel centro storico di Naters senza mai toccare l’asfalto.

In definitiva, 1500 metri di discesa molto bella e varia, che ha nell’attraversamento della Blindtälli il suo punto più suggestivo: ripaga ampiamente la monotonia della salita, peraltro facilmente azzerabile per i più pigri utilizzando l’accoppiata bus+funivia.

Testo e foto di Fabrizio Godio