Errare è umano ed è proprio dagli errori commessi che si accumula quell’esperienza utile poi in futuro a non commetterne più. Abbiamo chiesto allora con curiosità agli atleti qual è stato l’errore più grande che ricordano di aver commesso in gara.

 

Simona Beretta – Granfondo

L’errore più grande è stato quello di pensare solo alla classifica, dimenticando di divertirmi! Ad esempio mi è capitato di prepararmi per vincere o fare podio a delle gare a cui tenevo, e devo dire che durante la gara pensavo solo al risultato e alla classifica. Solo a quello! Se poi il risultato tanto sperato non arriva il morale va sotto zero! Con questo voglio solo dire di dare il giusto peso alle gare. Forse conviene godersele un po’ di più, poi se arriva anche la vittoria sarà ancora più bello!

Edoardo Bonetto – XC

Mi ricordo di una gara a Sirmione nel 2011, quando ancora ero Junior. Era la seconda gara degli Internazionali d’Italia e dopo la prima prova di Massa, in cui ero arrivato secondo dietro ad Andri Frischknecht, avrei potuto conquistare la maglia di leader se avessi fatto un buon risultato. Prima della nostra gara aveva piovuto un po’, ma siccome il percorso era molto veloce ho preferito tenere i copertoni che avevo usato in prova il giorno precedente anziché montare quelli da fango. Il risultato è stato che in partenza ha iniziato a diluviare e alla prima curva in prato non mi tenevo in piedi, cosi ho dovuto affrontare metà gara di corsa, perdendo molto tempo e arrivando solamente nono. Ciao maglia…

Francesco Bonetto – XC

L’errore più grande che abbia commesso in una gara è sicuramente stato al mondiale a Nove Mesto da Junior nel 2016. Quando ero nel gruppo del settimo mi sono distratto per un secondo e sono scivolato in uno dei tratti più facili del percorso sbattendo malamente il ginocchio e quindi facendo svanire le mie possibilità di una top 10. Il mio più grande errore è stato di essermi distratto e di aver sottovalutato una parte facile del percorso ma che mi è costata ben cara.

Jessica Bormolini – Enduro

C’è stato un grande errore durante questa stagione. Sarà strano da dire, ma il mio errore più grande che ho commesso in gara è stato a La Thuile, tappa dell’enduro World Series! Il sabato, pronta alla partenza per la prima prova speciale, mi ripetevo che non potevo andare troppo forte, che era solo la prima ps… Avevo ancora altre ps quel giorno e una giornata di gara alla domenica. La prima parte è andata molto bene, riuscivo a controllare il tutto, ma dalla metà in giù non sono riuscita più a controllarmi e l’obiettivo è stato quello di spingere il più possibile sui pedali! Arrivata all’ultimo tratto di ps1 sono caduta, picchiando la gamba su una roccia a sinistra. Mi rialzo per partire e faceva davvero molto male la gamba. Finita la prova con molto dolore sono andata a fare le altre prove. Delusa, dalla mia caduta, la sera ho riflettuto sul mio errore. Non ero riuscita a controllare l’adrenalina, la voglia di andare veloce. La potenza è nulla senza controllo! Questa ora è la mia frase prima di ogni discesa.

Massimo Debertolis – Granfondo

Agosto 2005: ero Campione del Mondo in carica, prova di Coppa del Mondo Marathon Bourg d’Oisans, in Francia, con maglia di Leader. Dopo 3 settimane di preparazione durissima a Livigno mi presento a questo punto cruciale della stagione in condizione finalmente super visto che fino a quel punto non ero riuscito a ripetere i risultati dell’anno prima. Stavo conducendo la gara con ampio margine di vantaggio sul secondo, a pochi chilometri dal traguardo, nell’ultima discesa, in una curva su strada sterrata verso destra (non so ancora oggi perché) sono scivolato e ho battuto il ginocchio destro penso su una pietra appuntita. Risultato: ginocchio aperto in due (23 punti di sutura), gara e stagione finita. Con quella vittoria avrei praticamente vinto la Coppa del Mondo oltre che mi sarei presentato due settimane dopo al Mondiale di Lillehammer di nuovo tra i favoriti. Mastico ancora oggi amaro.

Luigi Ferritto – XC/Granfondo

Spesso mi è capitato di commettere errori durante le gare, generalmente tutti lasciano l’amaro in bocca. Quello che però ricordo di più, forse perché più fresco, e che mi ha lasciato più rammarico è accaduto quest’anno alla Marathon di Rivisondoli (AQ). Per quasi tutta la gara ho pedalato in seconda posizione, davanti a tanti atleti blasonati del centro-sud, a qualche minuto dal battistrada, quando ai -2 km dall’arrivo ho sbagliato direzione, inerpicandomi per un sentiero, ai limiti della praticabilità anche a piedi. Quando mi sono accorto era ormai troppo tardi e la gara ormai era compromessa. Comunque sono cose che capitano e dobbiamo mettere in conto, per chi fa questo sport!

Elena Gaddoni – Granfondo

Personalmente ho un modo di correre e gestire le gare che non mi porta a fare errori intesi come crisi di fame o finali di gara senza energie. Cerco sempre di partire bene senza però esagerare e cerco sempre di bere e mangiare regolarmente, e di non usare gel o prodotti senza averli provati prima. Una volta mi è capitato di partire con pochi gel e per colpa di rifornimenti sbagliati o mancati sono rimasta senza mangiare e da allora difficilmente parto senza tutto il necessario per la gara.

Andrea Gamenara – Enduro

Errori in gara sempre tanti, la discesa perfetta è difficile da fare e qualche errorino è sempre dietro l’angolo. L’errore più grande che mi viene in mente ora è il mio primo mondiale nel 2008 in Val di Sole, sarà stata un po’ la poca esperienza, un po’ la foga di voler far bene, ma il risultato è stato una caduta.

Emanuele Grimani – Downhill

Di errori in gara ne ho fatti molti, il più grande? Direi che è stato alla mia seconda gara di DH, correvo vicino casa, conoscevo la pista molto bene ma avevo ancora poca esperienza. A metà tracciato sono entrato in una curva troppo forte e mi è scivolato il posteriore lanciandomi contro degli alberi. Ho perso i sensi e mi sono procurato qualche contusione qua e là. Da allora è andata sempre bene, diciamo che è stata una bella lezione.

Nicol Guidolin – Granfondo

Non credo di aver fatto grossi errori in gara, l’unico che mi viene in mente risale a qualche anno fa in una delle mie prima gare quando in una granfondo con arrivo in salita mi stavo giocando la vittoria con una avversaria ed ho provato ad attaccare a due chilometri dall’arrivo dando tutto. Purtroppo sono andata fuori giri e l’ultimo chilometro è stato un’agonia, inutile dire che a poche centinaia di metri dall’arrivo sono stata raggiunta e superata finendo così seconda.

Giorgio Lazzoni – Enduro

L’errore più grande che ho fatto in gara è stato sottovalutare una gara, cioè mollare la bici per un mese, andare al mare poi ripartire per la gara di Canazei. Carico la bici e via, nella prima prova speciale, quella che partiva dai prati con curve in appoggio, finito gli appoggi su una curva lunga a destra mi si son piegate le braccia. Da lì tutto un errore su errore, dimenticandomi che più voglio agguantare i secondi e più loro scappano via. Mi son ritirato, non avevo scelta. Quindi adesso se non son pronto non vado a far gare e se rincorro troppo il tempo l’erroraccio è dietro l’angolo.

Nicholas Pettinà – XC/Granfondo

Campionato Europeo XCO, Berna 2013, categoria Under 23. Stavo concludendo il penultimo giro spettacolare ed ero in testa. Solo quella volta nella mia carriera ero con la gamba giusta al momento giusto. Un’occasione unica di cogliere una medaglia continentale, che è sfumata per la mia incapacità di reagire a una banalissima scivolata. Conclusi solo 5° con gran rammarico. Non so se avrò un’altra occasione simile, ma certo quella volta me la sono fatta addosso. Un mix di inesperienza e di esuberanza. Tutt’ora penso e ripenso a quella occasione in cui non ho saputo reagire mentalmente!

Lorena Zocca – XC/Granfondo

Prima edizione della Tremalzo Bike, nel 2015. Dopo la lunga salita scollino seconda assoluta dietro ad una grandissima campionessa come Maria Cristina Nisi. Nella prima parte della discesa guadagno la prima posizione, ma a pochi chilometri dall’arrivo, con un margine superiore ai 5 minuti, nell’affrontare l’ultimissimo tratto in discesa taglio la gomma posteriore. Conosco il percorso, e sapendo che manca veramente poco, decido di non fermarmi a riparare proseguendo sul cerchio. Il mio sogno si infrange all’imbocco del rettilineo d’arrivo, quando manca veramente pochissimo e mi spunta alle spalle Elena Giacomuzzi che, accortasi del mio problema, mi rimonta a pochi metri dal traguardo. Un risultato che sarebbe rientrato tra le mie vittorie più belle se non fosse stato per la mia testardaggine, che mi caratterizza ancora adesso, a non fermarmi in gara per nessun motivo.