Sebbene il diametro da 29″ per le coperture stia ormai facendosi ampiamente strada in tutte le discipline della mountain bike, compreso il downhill, c’è ancora un’ampia schiera di biker che preferisce una maggiore reattività della bici, soprattutto in un ambito più gravity, che solo il diametro da 27.5″ è in grado di garantire. A questi biker è rivolta la Convict, copertura che lo storico brand americano WTB propone per un ambito di utilizzo dall’enduro al downhill e che abbiamo prontamente testato.

Descrizione

Una gomma che incarna lo spirito più gravity, grazie all’ampia sezione ma soprattutto al battistrada dal disegno estremamente aggressivo, con i tasselli ben squadrati, di dimensioni generose e ad alto profilo per mordere il fondo anche in condizioni più estreme.

Tutti i tasselli, inoltre, sono dotati di un intaglio sulla sommità a favore di una maggiore trazione. I tasselli lungo i fianchi, infine, si estendono ben al di là del bordo della gomma per garantire una protezione aggiuntiva sui fianchi.

Della Convict abbiamo avuto in prova una versione TCS Tough/High Grip caratterizzata da una carcassa a doppio strato e da una mescola molto morbida, che abbiamo utilizzato come gomma anteriore, ed una versione TCS Tough/Fast Rolling che abbiamo usato invece al posteriore, anche qui con carcassa a doppio strato ma con una doppia mescola in cui i tasselli centrali presentano una mescola ad alta densità rispetto a quelli laterali, con l’obiettivo di ridurre la resistenza al rotolamento. La Convict è comunque proposta anche in versione TCS Light/High Grip, con una carcassa più leggera ed una mescola molto morbida. Non manca, ovviamente, la possibilità di convertirla in tubeless, grazie alla tecnologia TCS (Tubeless Compatible System) di WTB.

Il peso da noi rilevato della copertura in versione TCS Tough/High Grip è stato di 1309 grammi mentre la versione TCS Tough/Fast Rolling ha un peso di 1262 grammi. La Convict è disponibile nella sola misura utilizzata per questo test ed è in vendita al prezzo di € 64,90.

Info: www.wtb.com

Il test

Ad un primo contatto la Convict dà una sensazione di estrema robustezza, non solo per il peso ma anche per la rigidezza della carcassa, che non rende velocissimo il montaggio tuttavia con un po’ di manualità si riesce a portare a termine l’installazione senza particolari difficoltà e nel caso non si possa sfruttare un compressore si riesce comunque a far tallonare la gomma anche con una buona pompa da officina, bagnando con acqua saponata i fianchi del copertone. Dopo il tallonamento la tenuta si è dimostrata eccellente fin dalla prima uscita.

Abbiamo montato la versione TCS Tough/High Grip all’anteriore per sfruttare la maggiore aderenza offerta rispetto alla versione TCS Tough/Fast Rolling, più votata alla scorrevolezza e che per questo motivo abbiamo preferito usare al posteriore. Vista l’ampia sezione a disposizione ci siamo divertiti a provare pressioni molto basse, riscontrando una notevole aderenza della gomma che non si è poi tradotta in una diminuzione della precisione di guida. Solitamente, infatti, una gomma gonfiata ad una pressione troppo bassa può arrivare a generare uno spanciamento esasperato che si traduce in una riduzione della precisione di guida. Nel caso della Convict questo non si è verificato, grazie alla carcassa a doppio strato che rende molto facile gestire i cambi di direzione anche ad alte velocità consentendo una notevole precisione di guida, sebbene nei tratti più lenti e guidati si avverta il peso della gomma.

Il disegno del battistrada in combinazione con la mescola più morbida determina un grip eccellente all’anteriore mentre al posteriore la gomma riesce a mantenere ancora un buon livello di scorrevolezza grazie all’adozione di una mescola diversificata tra tasselli centrali, più duri, e quelli laterali, più morbidi.

Su buoni livelli la direzionalità della gomma, grazie al canale centrale descritto dai tasselli seppure intervallato da tasselli trasversali. In curva, invece la Convict richiede un’impostazione un po’ più decisa della media, questo probabilmente a causa dello spazio presente tra la corona centrale di tasselli e quella dei fianchi. In ogni caso il comportamento si è mantenuto sempre abbastanza prevedibile ma soprattutto l’aderenza sfoggiata, anche sui fondi più sconnessi, si è mantenuta sempre su livelli eccellenti.

Anche sul bagnato la Convict ci ha molto soddisfatto, così come le sue capacità di autopulizia dal fango. Quello che ci ha maggiormente stupito al termine del lungo periodo di test è stata l’incredibile resistenza all’usura, in particolar modo per la gomma anteriore, vista la mescola più morbida. Su ottimi livelli anche la resistenza alle forature e ai tagli che nonostante il lungo periodo non abbiamo mai rilevato.

La Convict si è dimostrata sul campo una copertura che potremmo definire molto versatile, in grado di mantenere bene la velocità grazie ad un buon livello di scorrevolezza ma anche di garantire un grip elevato nelle situazioni più svariate, senza dubbio una valida scelta per un utilizzo dall’all mountain più aggressivo al downhill.