Dopo aver presentato tre anni fa la Stache, una front gommata 29+, Trek la scorsa primavera ha deciso di regalare ai fan di questo modello una versione biammortizzata ed è nata così la Full Stache 8. Un’unica versione per questa trailbike che Trek ci ha poi mandato per un test approfondito e he noi abbiamo accolto molto volentieri. Oramai avrete capito che preferiamo soffermarci a provare una sola bici ogni mese, in questo modo ci dedichiamo in maniera approfondita ad un singolo modello per sviscerarne tutte le caratteristiche piuttosto che proporvi una serie di prime impressioni, o short test come si suol dire ormai, che secondo noi sono il più delle volte fuorvianti e che allontanano il biker dal cogliere la vera essenza di una bici. Ma torniamo a questo nostro nuovo test.
La Full Stache si presenta con un’aria davvero imponente, dall’alto della sua gommatura da 29 x 3.0″, portandoci a credere che difficilmente si troverà un ostacolo sul sentiero in grado di rallentare questa trailbike che offre 130 mm di corse ad entrambe le ruote. Come dicevamo in apertura, al momento è proposta in unica versione oltre che nel solo telaio e ammortizzatore.
Un telaio realizzato in alluminio Alpha Platinum, una lega di alluminio estrusa a freddo e rinforzata in diversi punti al fine di garantire la massima resistenza e mantenere il peso a livelli accettabili. Con l’Alpha Platinum le tubazioni vengono sottoposte a idroformatura mentre la successiva saldatura avviene mediante un particolare processo che riduce al minimo l’aspetto visivo della stessa saldatura. Cavi, guaine e tubazione del freno posteriore sono instradati internamente sia al triangolo principale che al carro, per una perfetta pulizia estetica.
Il carro sfoggia una particolare forma del fodero inferiore destro, che è estremamente curvato e passa sopra la catena prima di raggiungere il perno principale, che è stato a sua volta spostato in avanti per creare più spazio per la gomma posteriore di ampia sezione. Un particolare disegno che ha consentito a Trek di mantenere una lunghezza del carro ridotta considerato l’ampio diametro ruota.
La zona sterzo sfoggia il sistema Knock Block, introdotto da Trek. Una soluzione integrata al telaio che prevede una limitazione della rotazione della forcella, consentendo così di proteggere il tubo obliquo dagli eventuali impatti con la testa della forcella. Grazie a questa soluzione Trek ha potuto adottare un tubo obliquo privo di curvatura in corrispondenza del nodo sterzo, con il risultato di avere maggiore rigidità ma anche minor peso, vista la minor lunghezza della tubazione.
Non mancano diverse soluzioni di protezione per il telaio, tra batticatena, scudo protettivo al di sotto dell’obliquo e un’ulteriore protezione, sotto l’obliquo, in corrispondenza del nodo sterzo.
Anche per la Full Stache, Trek utilizza come schema di sospensione il super collaudato ABP (Active Braking Pivot) proprietario del marchio. E’ costituito da un quadrilatero il cui fulcro principale è coassiale all’asse del mozzo posteriore. In questo modo la sospensione è svincolata dall’azione frenante, in modo da garantire un miglior controllo del mezzo in queste situazioni. Lo schema, inoltre, è di tipo Full Floater, visto che l’ammortizzatore non è collegato ad un punto fisso del telaio ma ha i suoi punti di ancoraggio collegati ai foderi inferiori e al bilanciere superiore, quindi entrambi mobili permettendo così una sorta di galleggiamento per fornire una risposta migliore nei saliscendi.
Come per le altre biammortizzate di casa Trek, anche sulla Full Stache troviamo il Mino Link, posizionato in corrispondenza del punto di collegamento dei foderi superiori con il bilanciere. Si tratta di un accoppiatore di regolazione che dà la possibilità di modificare l’angolo di sterzo (67° – Posizione Low, 67,4° – Posizione High) e di conseguenza le geometrie del mezzo, girando semplicemente un dado.
Le unità ammortizzanti sono miste tra RockShox e Fox. All’anteriore troviamo, infatti, la forcella RockShox Pike RL, con rake personalizzato di 51 mm, secondo la consueta geometria G2 di Trek, e con regolazione dell’estensione e possibilità di bloccaggio mediante leva.
L’ammortizzatore è un Fox Float Performance EVOL, realizzato con tecnologia RE:Aktiv. Per le regolazioni troviamo la leva per la frenatura in compressione su 3 posizioni ed il pomello per la regolazione dell’estensione.
Per l’adozione delle coperture di volume generoso, Trek ha scelto i cerchi Sun Ringlè Duroc 40 SL, con canale interno da 36 mm di larghezza, assemblati con mozzi Bontrager, storico brand di proprietà Trek, ovviamente di tipo Boost e con 28 raggi a diametro costante.
Anche le gomme sono a marchio Bontrager, troviamo infatti le XR4 Team Issue dal battistrada aggressivo, come detto di dimensioni 29 x 3.0″. Cerchi e gomme sono tubeless ready, quindi pronte per un’eventuale utilizzo senza camera d’aria.
Trasmissione quasi interamente SRAM, con la GX Eagle a 12 velocità ma con una guarnitura Truvativ (che fa parte però sempre del marchio SRAM) Descendant 6k Eagle con corona da 30T.
Anche i freni sono a marchio SRAM, con i Guide R che adottano in questo caso dischi da 180 mm di diametro.
Come di consueto per Trek, il posto di guida è interamente a marchio Bontrager. Troviamo l’accoppiata manubrio/attacco Line con diametro di accoppiamento pari a 35 mm, le manopole Race Lite a singolo collare di bloccaggio, il reggisella telescopico Line Dropper da 150 mm di escursione e la sella Evoke 2.
Specifiche
Telaio: | Alluminio Alpha Platinum |
Escursione ant.: | 130 mm |
Escursione post.: | 130 mm |
Forcella: | RockShox Pike RL |
Ammortizzatore: | Fox Float Performance EVOL RE:aktiv |
Comando cambio: | SRAM GX Eagle, 12v |
Cambio: | SRAM GX Eagle |
Guarnitura: | Truvativ Descendant 6k Eagle, 30T |
Cassetta pignoni: | SRAM XG-1275 Eagle, 10-50T, 12v |
Catena: | SRAM GX Eagle |
Freni: | SRAM Guide R, 180/180 mm |
Cerchi: | Sun Ringlé Duroc 40 SL – 36c |
Raggi: | in acciaio, 28, 2 mm |
Mozzi: | Bontrager, 15 x 110 mm / 12 x 148 mm |
Coperture: | Bontrager XR4 Team Issue, 29 x 3.0″ |
Manubrio: | Bontrager Line, 750 mm larghezza, 15 mm rise |
Manopole: | Bontrager Race Lite, Lock-On |
Attacco manubrio: | Bontrager Line, 60 mm lunghezza, morsetto 35 mm |
Serie sterzo: | Knock Block, integrata |
Reggisella: | Bontrager Line Dropper, 150 mm |
Sella: | Bontrager Evoke 2 |
Peso: | 15,2 kg (taglia L senza pedali) |
PREZZO: | € 3.599,00 |
Geometrie
Taglie disponibili: | M-L-XL |
Angolo sterzo: | 67,4° (High), 67° (Low) |
Angolo piantone: | 75,9° (High), 75,5° (Low) |
Orizzontale virtuale: | 586-616-645 mm (High), 588-618-647 mm (Low) |
Altezza movimento centrale: | 343 mm (High), 338 mm (Low) |
Tubo sterzo: | 90-90-110 mm |
Carro posteriore: | 427 mm (High), 430 mm (Low) |
Reach: | 454-484-504 mm (High), 450-480-500 mm (Low) |
Stack: | 614-614-632 mm (High), 617-617-636 mm (Low) |
Standover: | 769-750-760 mm (High), 764-745-755 mm (Low) |
Passo: | 1175-1205-1232 mm (High), 1175-1205-1233 mm (Low) |
Info: www.trekbikes.com
In sella
In sella alla Full Stache si avvertono subito le misure imponenti della bici, che pur in presenza, come già detto, di un carro estremamente compatto, adotta comunque un reach superiore alla media. In molti, probabilmente, apprezzeranno un manubrio un po’ più largo di quello montato di serie.
Per la regolazione del SAG di forcella ed ammortizzatore ci si può avvalere del supporto fornito da Trek, che sul suo sito mette a disposizione una specifica calcolatrice che oltre a fornire un calcolo per il SAG aiuta anche nel tarare le frenature idrauliche in estensione in funzione del proprio peso. Valori che possono essere presi come valido riferimento, per poi eventualmente affinarli sul campo in base alle proprie preferenze e stile di guida. Visti, inoltre, i generosi volumi di aria offerti dalle gomme, è opportuno prendersi un po’ di tempo in più per individuare i più consoni valori di pressione in modo da evitare sia un’eccessiva resistenza al rotolamento, se troppo bassi, che un eccessivo rimbalzo, se viceversa troppo alti.
In pianura
Visto il peso complessivo e il volume delle gomme non aspettiamoci una risposta fulminea in pedalata e in effetti la Full Stache se la prende un po’ comoda in partenza, ma una volta in movimento l’inerzia delle masse in gioco non la fa arrestare facilmente neanche davanti agli ostacoli più marcati.
La bici spiana le asperità che è un piacere, grazie non solo alle imponenti gomme ma anche alla sospensione molto attiva, che si apprezza molto in un contesto trailride. Se proprio si desidera eliminare anche la minima dispersione di energia impressa sui pedali si può attivare la piattaforma stabile di pedalata optando per la modalità intermedia per la frenatura in compressione dell’ammortizzatore.
In curva
Nel comportamento in curva influisce la velocità di percorrenza. Alle alte velocità la Full Stache si trova senza dubbio più a suo agio, facendo valere un angolo di sterzo ed un passo molto stabilizzanti in tale contesto ma anche il notevole grip offerto dall’ampia impronta a terra delle gomme.
Nei singletrack più tortuosi dimostra invece un po’ di pigrizia dovuta al lungo passo e alle gomme di ampia sezione. Richiede, pertanto, in questi contesti una guida più decisa, tuttavia le manovre sono agevolate dalla presenza di un carro compatto e dal rake della forcella che riduce il valore di avancorsa risultante dal suo angolo di sterzo, rendendo così la bici un po’ più reattiva.
In salita
Il peso complessivo e le masse rotanti la rallentano nelle salite più ripide non consentendole molti rilanci. In queste situazioni, comunque, la Full Stache si avvale del suo imponente incedere grazie all’ottimo mordente del battistrada delle gomme e sfruttando anche la presenza della corona da 30 denti, che sarà apprezzata da non pochi.
Per aumentare le prestazioni in salita e rendere la bici un po’ meno pigra si potrebbe attivare la modalità intermedia di frenatura della compressione dell’ammortizzatore, visto che l’ampio volume di aria offerto dalle gomme andrà a bilanciare la ridotta capacità di assorbimento delle asperità da parte della sospensione, inoltre in questo modo si manterrà anche un po’ più esteso l’ammortizzatore a favore di un angolo di sterzo un po’ meno aperto.
In discesa
Con ruote di tale diametro l’escursione a disposizione è tutt’altro che poca, con la conseguenza di poter scavalcare più facilmente gli ostacoli che si incontrano grazie ad una notevole capacità di spianare il fondo in ogni situazione. Il passo lungo e le geometrie aggressive consentono di mantenere ritmi elevati, tenendo però presente l’indole più pigra della media della Full Stache nei repentini cambi di traiettoria.
Pur apprezzando le capacità di arresto della bici, avremmo preferito per la Full Stache un disco di maggior diametro almeno all’anteriore.
Conclusioni
Con tutte le limitazioni del caso, la Full Stache soddisfa appieno il biker alla ricerca del puro divertimento in sella ad una mtb piuttosto che le prestazioni in senso assoluto. Non potremmo certo definirla la bici per tutte le situazioni, ma tutte le volte che l’abbiamo pedalata ci ha fatto dimenticare l’aspetto prestazionale che in genere si associa ad ogni bici, per goderci solo ed esclusivamente il puro piacere di guidarla su ogni terreno.