Fino a poco tempo fa le full suspended o biammortizzate erano viste come un mezzo destinato solo al trailride o alle discipline più gravity, negli ultimi tempi invece le cose sono nettamente cambiate, visto che si vedono in giro sempre più biker, dagli agonisti ai principianti, in sella alle biammortizzate. Il passaggio ad una full, però, non avviene sempre in maniera indolore, anzi spesso chi pedala da anni la stessa tipologia di mtb è portato a credere che il passaggio ad una full possa comportare più fatica del previsto nell’adattamento, e in certi casi non ha tutti i torti visto che è richiesto un certo reset nella propria tecnica di guida. Vediamo allora quali potrebbero essere i consigli che possano aiutare a trarre il maggior vantaggio in questa scelta.

Il setup della sospensione

Uno dei principali errori che si fanno al primo utilizzo di una full è quello di regolare il SAG in maniera errata, adottando pressioni per l’ammortizzatore più alte del dovuto e credendo che in questo modo il carro sia soggetto ad una minore oscillazione. In parte è vero ma solo se si considera la spinta sui pedali. Purtroppo, però, la cosa si rivelerà controproducente in quanto la sospensione non assorbirà bene gli impatti che si affrontano ad una certa velocità, rendendo così la risposta del mezzo estremamente nervosa oltre che ridurre il comfort di marcia a discapito della sicurezza. Invece con una corretta regolazione del SAG e considerando anche i mezzi di una certa qualità costruttiva, si andrà a perdere solo una minima parte del rendimento in pedalata, a tutto vantaggio però di una sospensione molto più attiva nell’affrontare i tratti veloci e dissestati. Ci si accorgerà allora di andare più veloci del solito anche sui tratti maggiormente sconnessi e si guadagnerà anche in termini di comfort, con il risultato di avere una maggiore lucidità mentale ma anche un fisico meno stressato quando poi ci si troverà ad affrontare i tratti più impegnativi.

La regolazione corretta del SAG della sospensione posteriore è generalmente indicata dallo stesso produttore ed è, inoltre, importante che sia associata ad una corretta regolazione del SAG della forcella, affinché entrambe le sospensioni lavorino in simbiosi. E’ buona norma, comunque, annotare i settaggi iniziali e poi operare sul campo piccole variazioni (portando nello zaino la pompa delle sospensioni almeno nelle prime uscite), in modo da verificare sul percorso gli effetti dei vari cambiamenti. Le prime volte potrà sembrare noioso farlo ma i risultati non tarderanno ad arrivare.

La piattaforma stabile di pedalata

Gli ammortizzatori di una certa qualità offrono la possibilità di attivare una frenatura in compressione, ovvero una modalità intermedia tra il bloccaggio e le idrauliche completamente aperte. Modalità che contrasta le oscillazioni del carro indotte dalla pedalata, offrendo così più stabilità alla pedalata. Chi proviene dalla front troverà questa caratteristica molto utile, quantomeno ai primi approcci con la full, sebbene riduca la sensibilità della sospensione ai piccoli urti e sia da escludere in discesa.

Con il tempo, comunque, ci si abituerà a sfruttare la piattaforma stabile di pedalata esclusivamente in salita e solo se lo schema di sospensione del telaio è di quelli più attivi, come gli schemi a quadrilatero con Horst-Link o a fulcro singolo, visto che ci sono altri schemi, come ad esempio il DW-Link, che invece non mostrano di averne tanto bisogno. In tutti gli altri casi ci si renderà conto degli indubbi vantaggi nel lasciare le idrauliche completamente aperte, vista la maggior aderenza, il comfort superiore e la conseguente minor stanchezza fisica e mentale che ne deriveranno.

Rimanere in sella

Parliamo ovviamente di quando si affrontano i tratti pedalati. Qui, infatti, la front abitua a muoversi di più con il corpo, tendendo ad essere un po’ scomposti mentre si spingono i rapporti più lunghi. Bene, con una full a meno che non si abbiano le sospensioni bloccate,  è bene dimenticare tutto questo perché tali comportamenti finirebbero con l’innescare inutili oscillazioni del carro ammortizzato con il risultato di disperdere l’energia impressa sui pedali.

Sarà opportuno, invece, rimanere in sella utilizzando rapporti agili e lasciando le idrauliche delle sospensioni aperte. In questo modo le sospensioni assorbiranno le asperità spianando il fondo e se anche il vostro compagno di uscite vi superasse con la sua front non fatevene un problema, adottate invece una cadenza regolare, magari accelerando non bruscamente ma in maniera progressiva, vedrete che lo riprenderete non appena le asperità del fondo diventeranno più marcate.

I tratti più tecnici

Pedalando una front si cerca sempre di affrontare le sezioni più tecniche scegliendo la migliore traiettoria per evitare gli ostacoli impegnativi. Una guida che a lungo andare sfianca non solo fisicamente ma anche mentalmente, purtroppo però in sella ad una front c’è poco da fare in tal senso e solo le ruote da 29″, grazie al maggior volume di aria offerto, sono riuscite negli ultimi anni a ridurre queste difficoltà. Con una full questo stile di guida non è più richiesto, in quanto sono veramente pochi quegli ostacoli in grado di mettere in difficoltà una biammortizzata, anche se spesso si pensa il contrario e si continua a zigzagare sul percorso pur essendo in sella ad una full, per evitare ostacoli che all’apparenza sembra possano mettere in difficoltà.

In realtà sono ben pochi gli ostacoli in grado di arrestare la marcia di una full, per cui a meno che non siano veramente insormontabili, e qui si faccia affidamento al buon senso, si può tranquillamente continuare a seguire la traiettoria impostata e lasciare che le sospensioni facciano il proprio lavoro di assorbimento degli urti. Il risultato sarà una maggiore velocità di percorrenza degli stessi tratti che con la front in precedenza rallentavano e anche in questo caso ci si gioverà di una maggior concentrazione ed un minor stress fisico.

Mettetela alla prova

Se al primo impatto si crede di aver fatto una scelta sbagliata passando alla full, sarà bene non scoraggiarsi subito e prendersi tutto il tempo necessario, per poi arrivare alla prova finale dopo un certo periodo di affiatamento con la full. Prova che consisterà nel ritornare in sella alla front e percorrere con la stessa andatura gli stessi tracciati. Chi avrà seguito i nostri consigli sicuramente si chiederà come mai non è passato prima alla full. Anzi, in sella alla front verrà voglia di osare un po’ di più nei tratti più impegnativi, grazie alla sicurezza alla quale ormai ci si sarà abituati con la full.