Ancora una volta eccomi a Bardonecchia, sonnolenta e silenziosa in questa splendida giornata. Il Colle della Rho è una vecchia conoscenza di qualche anno fa: salita dura, che non concede sconti: il lungo traverso da percorrere è estenuante, sembra che spiani eppure sei sempre lì a mulinare con il rapportino, e guai a forzare, oggi la giornata si preannuncia epica e siamo solo alla prima salita da affrontare!
Tanto vale prenderla con filosofia, fare le giuste pause che tra l’altro servono ad immortalare con dovizia di particolari le splendide pareti dolomitiche del vallone della Rho. Strada militare anche questa, e non poteva essere altrimenti visto che ci stiamo dirigendo in Francia: il fondo è piuttosto disomogeneo, la manutenzione è assente da anni e le recenti piogge di questa “non estate” hanno fatto il resto… in poche parole si soffre e si stringono i denti!
Si supera una breve e buia galleria prima di giungere al Pian dei Morti, con la sua caratteristica caserma ancora in buono stato di conservazione: è l’unico tratto di salita che concede un po’ di respiro, conviene approfittarne perché la strada, o quel che ne rimane, va a morire nel vasto pianoro su cui si appoggiano i ghiaioni della Rocca Bernauda e della Gran Bagna.
Ambiente dolomitico, dicevamo, anche se i nomi delle montagne non dicono nulla di che: ma vi assicuro che la bellezza del luogo nulla ha da invidiare alle tanto blasonate località venete, con un vantaggio innegabile: la tranquillità e la solitudine della montagna! Si pedala ancora per qualche tratto, poi è solo una questione di orgoglio ed equilibrio, ed allora scatta il “portage”: poco più di 100 metri con la bici in spalla ed eccomi al colle della Rho mt 2541, cima Coppi e primo traguardo della giornata.
Si starebbe volentieri a compiacersi e a rimirare il paesaggio suggestivo, ma i chilometri da percorrere sono ancora molti, ed allora giù a capofitto verso la Francia, su un terreno dapprima infido e ghiaioso, poi via via sempre più divertente e facile: il traverso che ci porta ai piedi del Col de la Replanette è quanto di più godurioso si possa desiderare!
Una piccola pausa pranzo ci sta prima di riprendere la dura salita – questa volta tutta da fare a piedi,viste le pendenze – che porta alla Replanette.
Ampi spazi aperti, e attorno bellissimi profili dolomitici: ora è il Thabor ad attirare l’attenzione, e la prua della nostra bici volge in direzione del Colle di Valle Stretta, lungo un single trail dalla dolce pendenza quasi tutto pedalabile.
Dal Colle una breve deviazione porta al Refuge du Thabor: sarà per un’altra volta, è ora di scendere, e che discesa!
Lunghi tratti facilmente pedalabili, anche se il sentiero è spesso disseminato di rocce da evitare con un po’ di perizia, si alternano a due risalti rocciosi decisamente troppo impegnativi e che consigliano di scendere bici al fianco.
Ma per il resto c’è da divertirsi, e ci scappa anche una lunga pausa a fianco di uno dei numerosi piccoli laghetti che si incontrano.
Ben presto si arriva al fondovalle, nei pressi del Ponte della Fonderia.
Qui si può percorrere la sterrata che porta senza difficoltà alcuna alle Granges di Valle Stretta, appena visitate in occasione della salita ai laghi di Thures.
Il ritorno a Bardonecchia è un veloce procedere lungo la strada della Valle Stretta, decisamente troppo intasata di macchine: scendo in un lampo, e faccio finta di non vedere lo scempio delle tante macchine parcheggiate ovunque nel bosco: i miei occhi sono ancora lassù, negli ampi spazi tra il colle della Rho e della Replanette…
Testo e foto di Fabrizio Godio