Le coperture della mountain bike rappresentano l’unico punto di contatto del mezzo con il terreno, per questo motivo svolgono un ruolo estremamente importante tra tutti i componenti. Da esse dipendono, infatti, sia il rendimento che la sicurezza. Sono tanti i fattori che caratterizzano la scelta di una gomma: la sezione, il disegno del battistrada, il tipo di carcassa e la mescola. Proprio quest’ultima viene spesso trascurata, dimenticando che è proprio la mescola che fa la differenza, anche tra due gomme dello stesso modello e dimensione. Analizziamone, quindi, i dettagli.

Ma cos’è la mescola di una copertura?

La mescola è composta da diversi materiali:

  • caucciù naturale e sintetico
  • emollienti (es. oli, grassi)
  • cariche (es. nerofumo, creta, anidride silicica)
  • protezioni contro l’invecchiamento (ammine aromatiche)
  • vulcanizzanti (per es. zolfo)
  • acceleratori di vulcanizzazione (es. ossido di zinco)
  • pigmenti e coloranti

Il caucciù, a seconda del tipo di mescola, costituisce il 40/60%, le cariche circa il 15/30% e gli altri componenti circa il 20-35%.

La mescola di una copertura deve soddisfare diverse esigenze che sono in genere contrastanti tra loro: aderenza, minima resistenza al rotolamento, minima usura, stabilità dei tasselli. Chiaramente il contrasto maggiore si ha tra una buona aderenza e la resistenza al rotolamento: un buon grip si ha se la gomma raccoglie molta energia, in questo caso però ne deriva anche una maggiore resistenza al rotolamento. Viceversa, una bassa resistenza al rotolamento implica una mescola di gomma che consumi meno energia possibile, con conseguente, però, diminuzione di aderenza.

La durezza di una mescola

La scala durometrica indica la durezza della gomma nel prodotto finale, ed è misurata tramite uno specifico strumento denominato durometro, in base alla resistenza alla penetrazione da parte di un corpo più duro nella gomma. Il valore che fornisce il durometro, quindi, indica il grado di aderenza della copertura, ma anche quello di deformazione dei tasselli e, di conseguenza, della durata della copertura.

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L’unità di misura della durezza è lo Shore A, termine che deriva dall’inventore del durometro, Albert F. Shore. La “A” in aggiunta rappresenta la scala che viene utilizzata per i materiali teneri come i pneumatici.

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Chiaramente la misurazione avviene su diversi punti della gomma e più misurazioni non forniranno mai lo stesso valore, per questo motivo si tiene conto del valore medio, che rappresenta appunto il valore Shore A. Maggiore sarà questo valore e più dura sarà la mescola. Valori più duri in genere vengono utilizzati nel cross country, mentre per utilizzi più gravity si prediligono mescole più morbide. Di seguito una tabella che mostra alcuni valori di riferimento:

  • 40/45 Shore A: downhill/freeride
  • 50/60 ShoreA: enduro/all mountain
  • 60/70 Shore A: trailriding/cross country

E’ ovvio che le mescole più morbide hanno una maggiore tendenza alla foratura, per questo motivo le coperture utilizzate di norma nel downhill, freeride, enduro ed all mountain sono caratterizzate da una carcassa più robusta.

A differenza dei pneumatici in ambito motoristico, dove viene di norma sviluppato un significativo aumento di calore, questo non avviene invece nell’ambito del mountain biking. Ciò significa che la durezza della mescola non varia durante l’utilizzo e, di conseguenza, non varia neanche la pressione dell’aria all’interno della copertura.

Mescole morbide e dure

Le differenze sostanziali tra una mescola morbida e una più dura, oltre a riguardare l’aderenza, riguardano anche il peso finale, dal momento che per ottenere una mescola più morbida si fa un uso maggiore di derivati del petrolio, la cui presenza può comportare, a parità di caratteristiche costruttive, anche a differenze di peso dell’ordine di 50/80 grammi. Per ovviare a questo inconveniente alcuni costruttori utilizzano alcuni accorgimenti, ad esempio tramite particolari disegni dei tasselli e differenziando lo spessore della gomma che riveste la carcassa, tra la zona centrale e quelle laterali.

Abbiamo detto, in fase introduttiva, che le caratteristiche contrastanti derivanti da un tipo di mescola sono l’aderenza e la resistenza al rotolamento. Per ridurre questo contrasto e cercare di ottenere un buon compromesso tra buona aderenza e ridotta resistenza al rotolamento, i costruttori di gomme tendono ad utilizzare una doppia mescola, di cui quella più dura viene concentrata nella parte centrale del battistrada per offrire una migliore accelerazione e frenata, mentre quella più morbida viene distribuita in prossimità dei tasselli laterali, per garantire una maggiore tenuta in curva. Alcuni costruttori, inoltre, utilizzano questa differenziazione anche nei tasselli stessi, introducendo una mescola più dura al loro interno per ridurne le flessioni e rivestendoli di una mescola più morbida per aumentarne il grip.

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Gli effetti sulla guida

L’aderenza al suolo viene ingaggiata dai tasselli presenti sul battistrada. In quei casi in cui il tassello ha difficoltà a penetrare nel fondo, ad esempio in presenza di terreni compatti, rocce o radici, l’aderenza deve essere garantita dalla superficie di contatto dei tasselli, per cui minore è la durezza della mescola e maggiore sarà la capacità dei tasselli ad aggrapparsi al fondo.

Nel caso in cui, invece, il fondo è abbastanza cedevole, ad esempio in presenza di fango, sabbia o, in generale, terreno non compatto, l’aderenza dovrà essere garantita dalla penetrazione dei tasselli nel terreno. In questo caso un tassello più duro garantirà una maggior presa e tenuta in quanto non si fletterà, per questo motivo sui fondi più morbidi è più indicata una mescola dura.

Occorre considerare, infine, che le mescole più morbide hanno una breve durata. Per questo motivo la maggior parte dei biker le utilizza solo in gara, laddove si cerca il massimo delle prestazioni. Alcuni tendono, inoltre, ad utilizzare una mescola più dura al posteriore, dove la copertura tende a consumarsi di più.

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Nell’immagine, tre identiche coperture con mescola 42/40a in tre momenti diversi. A sinistra: nuova. Al centro: usata al posteriore per quattro giorni di downhill. A destra: usata all’anteriore per quattro giorni di downhill.

 

In generale, nella scelta della giusta mescola sarà opportuno tener conto sia del tipo di utilizzo che se ne farà che del fondo che generalmente si dovrà affrontare.