Presente ormai da tempo immemore nel catalogo RockShox, parliamo infatti di ben 10 anni, la Lyrik ha subito nel tempo un eclissamento a favore della Pike. All’incirca un paio di anni fa ha subito poi alcuni aggiornamenti importanti che l’hanno fatta ritornare sulla cresta dell’onda delle forcelle destinate ad un utilizzo enduro strizzando l’occhio anche al gravity seppure non estremo.
Disponibile fino a due anni fa solo per il diametro ruote da 26″, la Lyrik si è poi adeguata ai formati ruota più in voga, escludendo definitivamente il 26″ per offrire il 27.5″ con un’escursione a scelta tra 160/170/180 mm, con offset da 42 mm, ed il formato 29″/27.5+ che offre invece corse da 150 e 160 mm, con offset da 51 mm.
Il diametro degli steli è rimasto agli originali 35 mm e per raggiungere maggiori livelli di rigidezza la Lyrik ha subito importanti affinamenti nella lavorazione dei foderi e dell’archetto, che ora presentano spessori differenziati al fine di un contenimento del peso complessivo pur continuando a garantire una struttura più rigida.
L’idraulica viene gestita dalla cartuccia Charger Damper, dotata di paraoli e tenute SKF a favore di una miglior protezione dallo sporco e di una riduzione dell’attrito in fase di scorrimento. La cartuccia per la gestione del ritorno può essere personalizzata tramite la sostituzione delle lamelle interne.
La Lyrik è disponibile sia in versione Solo Air che in versione Dual Position Air. La cartuccia Solo Air ha subito un importante aggiornamento riguardante un volume maggiore della camera negativa per poter offrire una maggiore sensibilità della forcella ai piccoli urti. Entrambe le versioni consentono, inoltre, l’utilizzo dei Bottomless Token in modo da consentire la modifica della curva di compressione e, di conseguenza, del comportamento della forcella, in particolare verso il fine corsa.
Le regolazioni esterne riguardano il ritorno, con il classico pomello posto al di sotto del fodero destro, e la compressione, in questo caso agendo sulla leva situata sopra il fodero destro, che consente di selezionare una delle tre modalità Open/Pedal/Lock ed integra anche un registro per le basse velocità di compressione.
La Lyrik, inoltre, per il controllo del ritorno sfrutta la tecnologia Rapid Recovery, con la quale la forcella, anche durante gli impatti in rapida successione, riesce a gestire in maniera autonoma la velocità di riestensione per garantire un immediato ritorno alla parte iniziale dell’escursione.
L’asse previsto è il 15 x 100 mm, con l’opzione Boost da 15 x 110 mm per le versioni 27.5″ e 29″/27.5+. In entrambi i casi è disponibile, inoltre, il sistema di chiusura del perno Torque Cap, con il quale grazie ad un aumento della superficie di contatto tra forcella e mozzo si viene a determinare un aumento della rigidità complessiva.
Il peso da noi rilevato della forcella con cannotto tagliato è stato di 1973 grammi mentre il perno pesa 38 grammi. La Lyrik RCT3 è offerta nei colori Diffusion Black, Gloss Black, White. E’ in vendita al prezzo di € 1.075,00 in versione Solo Air e € 1.158,00 in versione Dual Position Air.
Info: www.sram.com/rockshox
Osservandola da vicino è veramente difficile distinguere le novità che caratterizzano l’attuale Lyrik RCT3 rispetto alla precedente versione. La regolazione del SAG, come di consueto per le sospensioni a marchio RockShox, è agevolata dalla presenza sullo stelo destro del classico O-ring e di una pratica scala graduata per il riscontro della percentuale di SAG per ciascun valore di corsa. Oltre a ciò RockShox ci ha abituati da tempo anche ad un’etichetta adesiva posta sul fodero sinistro che indica i valori di pressione consigliati in funzione del range di peso del biker. Peso che ovviamente deve tener conto di ciò che si indossa, quindi oltre all’abbigliamento anche il casco, le scarpe, eventuali protezioni e zaino. Utilizzando questi valori di partenza ci siamo trovati bene già da subito, applicando poi opportuni affinamenti sul campo.
La leva per l’impostazione delle tre posizioni Open/Pedal/Lock è facilmente azionabile anche in corsa mentre per impostare il registro per le basse velocità di compressione, posto in cima alla leva e costituito da 15 click, è consigliabile farlo a bici ferma. La posizione Lock non determina un vero e proprio blocco della forcella ma la rende comunque molto rigida per affrontare i trasferimenti in salita su asfalto. La posizione Pedal risulta pienamente sfruttabile nelle salite tecniche, dove la forcella mantiene il mezzo incollato a terra aiutando nella scelta della migliore traiettoria.
Abbiamo trovato molto sensibile la regolazione della frenatura in estensione, con conseguente capacità di variare il rendimento della forcella. Abbastanza semplice, invece, la procedura per aggiungere o rimuovere i Bottomless Token, che richiede solo la rimozione del tappo superiore in corrispondenza della valvola di immissione dell’aria, ovviamente facendo preventivamente fuoriuscire tutta l’aria e quindi avvitando o svitando un Token. Rimuovendo un Token si avverte un comportamento più lineare della sospensione.
La prima sensazione che si avverte è l’ottima scorrevolezza della forcella in combinazione con l’assenza di qualsiasi gioco riscontrabile tra steli e foderi. La solidità della Lyrik è molto evidente soprattutto sui fondi maggiormente dissestati, dove la forcella riesce bene a mantenere un funzionamento lineare nelle sue continue compressioni, assorbendo ottimamente anche gli urti di maggior rilievo senza trasmetterli al manubrio. Da ciò ne consegue un’ottima precisione di guida che si apprezza soprattutto nei tratti più guidati, dove si percepisce esattamente ciò che sta facendo la gomma anteriore.
La sensibilità ai piccoli urti è notevole. Il carico di stacco iniziale molto basso fa sì che non sia necessario un grande sforzo per comprimere la forcella nei suoi primi 20/25 mm di corsa, con il risultato di avere un comportamento morbido che aiuta molto nel filtrare le compressioni alle alte velocità. Anche la metà corsa della Lyrik risulta ben supportata, così come il fine corsa, che se raggiunto non è mai duro.
La nuova Lyrik è stata definita da RockShox una sorta di “mini Boxxer”, definizione che tradisce l’obiettivo di concentrare in una forcella monopiastra le principali caratteristiche costruttive della Boxxer, ovvero di una forcella da downhill. Obiettivo secondo noi pienamente raggiunto da questa forcella dall’indole molto discesistica, pienamente sfruttabile sui mezzi da enduro di ultima generazione e in grado di garantire un’estrema facilità di configurazione ed una notevole sicurezza anche nelle discese più impegnative in tale ambito.