Boost 148: un mozzo specifico per le 29″

Ormai il formato 29 pollici si è diffuso in maniera rilevante tra le mountain bike. Secondo Trek uno dei motivi per cui non riesce ad affermarsi nelle discipline più gravity sta nella mancanza di rigidità della ruota. Questa ridotta rigidità dipende molto dall’angolo compreso tra i raggi, come mostrano le immagini sotto. Più è acuto questo angolo e più rigida risulta la ruota.

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Realizzare una ruota da 29″ con mozzi standard da 142 millimetri tende a diminuire l’acutezza di tale angolo, per questo motivo tali ruote tendono ad essere meno rigide rispetto ai formati più piccoli.

Il grafico in basso mostra un confronto, in termini di flessione, tra gli attuali formati ruote e il nuovo sistema Boost 148. Come si può notare, i valori di flessione di quest’ultimo si attestano intorno ai valori di flessione di una ruota da 26″.

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Trek è arrivata alla conclusione che per ottenere un angolo più acuto tra raggio e mozzo occorre, quindi, un mozzo più ampio, e collaborando con SRAM ha progettato un mozzo specifico per ruote da 29″, denominato appunto Boost 148.

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Ovviamente un mozzo più ampio richiede anche foderi più larghi, e ciò significa un nuovo telaio, ma anche un diverso spider per la guarnitura.

Un mozzo più largo, infatti, determina lo spostamento della linea catena verso l’esterno, che a sua volta costringerebbe anche lo spostamento della guarnitura verso l’esterno, andando ad aumentare il QFactor, ovvero la distanza tra le facce interne delle pedivelle. Tutto questo si tradurrebbe in un cambiamento radicale del feeling con la bici in quanto le gambe si troverebbero posizionate leggermente più larghe sui pedali, un po’ come accade se si prova una fat bike, dove la scatola del movimento centrale, essendo più ampia, determina un aumento del QFactor.

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La collaborazione di Trek con SRAM si è basata proprio su questo: realizzare un mozzo più largo continuando a mantenere il QFactor esistente, quindi sviluppando uno spider per la guarnitura più esterno di 3 mm di quelli attuali. In questo modo quelle che si spostano sono solo le corone, mantenendo la corretta linea catena senza, per questo, alterare il QFactor e, quindi, la posizione dei piedi.

Trek in North Carolina, June 2014.

Ora ci si potrebbe chiedere perchè non si utilizza lo standard dei mozzi da 150 che già si usa nella downhill. In realtà questi mozzi hanno una larghezza effettiva di 157 mm, il che comporterebbe un’eccessiva alterazione del QFactor. Ciò non influenza molto le bici da DH le quali hanno pedivelle lunghe 165 mm, ma con pedivelle aventi una lunghezza di 175 mm non sarebbe possibile riuscire a mantenere inalterato il QFactor.

L’altra domanda che sorge è perchè non estendere questa tecnologia alle ruote da 27,5″ e renderle super rigide? Secondo Trek in realtà le ruote da 27,5″ sono già abbastanza rigide, per cui questa nuova tecnologia comporterebbe miglioramenti solo marginali.

Trek in North Carolina, June 2014.

E per quanto concerne la ruota anteriore? Chiaramente all’anteriore la faccenda sarebbe più complicata ed anche costosa, dal momento che sarebbe necessario progettare forcelle più ampie. Si tratta di un problema completamente diverso al quale, tuttavia, Trek sta già lavorando.

Trek ha progettato questo nuovo tipo di mozzo libero da eventuali brevetti, per cui qualsiasi azienda potrebbe utilizzarlo. Diverse aziende produttrici di mozzi e guarniture interpellate da Trek, tra cui Shimano, Raceface e FSA, si sono mostrate pronte ad un’eventuale messa sul mercato di guarniture compatibili con questo nuovo sistema.

Intanto dal mese di Luglio le Remedy 29 saranno disponibili anche con il nuovo mozzo Boost 148.

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