La mulattiera di Meggiana è un percorso freeride della Media Valsesia di buon impegno tecnico che da tempo avevo in programma e che finalmente oggi ho potuto calcare, con somma soddisfazione grazie anche alla splendida giornata.
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I lettori più attenti dei miei itinerari avranno notato la mia reticenza nei confronti della Valsesia: nessuna discriminazione per gli amici valsesiani, il fatto è che il particolare clima vallivo non permetta quasi mai in estate di godere di giornate pienamente limpide e soleggiate, e i temporali sono sempre in agguato. Oggi però le previsioni sono splendide, ed inoltre questo giro era da tempo in programma, per cui eccomi pronto alla partenza…
A Scopello il parcheggio delle funivie di Mera è animato da molti ed agguerriti bikers: oggi infatti apre il bike park e molti appassionati non si sono lasciati sfuggire l’occasione. Prima o poi ci farò un giro anch’io, oggi però le mete sono altre, e così comincio a pedalare lungo la gradevole ciclabile che risale il Sesia alla sua destra orografica.
Dopo un tratto di saliscendi si giunge a Piode nei pressi della frazione di Piedimeggiana, dove svoltando a sinistra iniziamo la lunga risalita per le alpi di Meggiana, purtroppo su asfalto: la stanchezza per la gita di ieri mi suggerisce di salire lentamente, e così tra un tornante e l’altro si giunge nel tratto finale di salita, più rilassante e che permette di osservare la bella conca di Meggiana.
Una prima deviazione per Il Pizzo va evitata: la ripida rampa porta ad una soprastante baita in costruzione, da lì in poi c’è solo il sentiero pedonale malagevole. La vera strada per il Pizzo si prende dopo poche centinaia di metri, chiusa da una sbarra: inspiegabilmente non si trova nessuna indicazione segnaletica, eppure questo dovrebbe essere l’inizio della tanto sbandierata strada di alta quota costruita con fondi pubblici pochi anni fa per promuovere l’escursionismo alpino in bicicletta: un cartellino magari ci stava anche bene! Vabbè, superiamo la sbarra e cominciamo a salire la prima ripida rampa di qualche centinaio di metri: difficile rimanere in sella, la pendenza è davvero micidiale, ma dopo questo tratto si riesce poi a pedalare per tutto il tragitto che porta a scollinare nei pressi del laghetto de Il Pizzo q 1727 mt.
La bella giornata garantisce una spettacolare veduta sul Rosa, il luogo è veramente idilliaco ed invita alla sosta. Sul versante di Rassa si nota il tracciato sinuoso della ciclabile che scende verso l’Alpe Sorbella, sarà sicuramente occasione per una nuova escursione su queste montagne: la lunga cresta che porta al Monte Bo Valsesiano, rinomata meta scialpinistica, è ancora abbondantemente innevata, a testimonianza di una primavera tutt’altro che mite.
Si ritorna sul percorso appena risalito per sbucare nuovamente sulla strada per Meggiana: poche centinaia di metri ed uno slargo segna l’ingresso dell’alpe, da qui si prosegue in falsopiano passando le belle baite dell’alpeggio sino a giungere al rifugio Alpe Meggiana. Facile lasciarsi tentare dai profumi che escono dalla cucina, e in fin dei conti le nostre fatiche in salita sono finite.
Così, dopo essersi abbondantemente rifocillati, si è pronti ad affrontare la lunga discesa verso Piode lungo la vecchia mulattiera (segnavia 241): è un sentiero bellissimo, che va affrontato con la dovuta prudenza e con un mezzo adeguato (decisamente consigliabile una full di generose escursioni).
La prima parte è in puro stile freeride tra i prati, poi si entra decisamente nel bosco affrontando una serie interminabile di tornantini che portano alla prima meta intermedia, la bellissima chiesa di Prà Polla.
Si continua verso il fondovalle affrontando un ripido tratto che porta ad attraversare il torrente: da qui le cose si facilitano notevolmente ed in breve si è alle porte di Piode. Una discesa veramente bella e consigliabile.
Testo e foto di Fabrizio Godio