Un passato nel bike trial, iniziando con una bici da XC, per poi approdare al downhill, dove negli ultimi anni sta mettendo tutti in riga nelle categorie amatoriali. Stiamo parlando di Fabrizio Dragoni, che ora andremo a conoscere meglio.
Età: 36.
Vive a: Faenza (RA).
Musica preferita: impossibile rispondere… Punk, J.S.Bach, Prodigy, Motorhead, Techno, se mi prendo bene anche Cristina D’Avena.
Hobby: bike trial, camminare, nuotare, ballare, bere e f____e.
Percorso preferito: Anche se molto inflazionata, le sensazioni più belle le ho provate sulla Black Snake.
MTB-VCO: Ciao Fabrizio, quando e perché hai cominciato ad andare in mountain bike?
Fabrizio Dragoni: Tutto cominciò ormai tanti anni fa. Ricordo un video di bike trial visto per caso, una MTB da XC usata (una Scout forcella rigida…) e distrutta pochi mesi dopo. Avevo forse 15 anni. Poi Scout mi diede un telaio nuovo in sostituzione ad un buon prezzo e tutto ripartì. Quella bici arrivò fino a Genova e lì cominciammo insieme l’università. Casco da sci giallo con cresta verde fatta con il nastro isolante, lanciato a palla tra i vicoli verso le prime lezioni. Una sera vidi in piazza De Ferrari un gruppo che faceva street e tra tutti notai due bici da trial 20″. WOW!! Ammore!!! Poi tutto velocemente: Santacruz Heckler usata impropriamente per fare trial, Brumotti che mi vende la mia primi bici da trial rigorosamente 26″ (grazie Vittorio soprattutto per il diametro delle ruote…), un fattone che mi ruba la mia prima bici da trial, Brumotti che mi vende la sua e i miei genitori che sborsano per l’ennesima volta, la prima esibizione di biketrial a Santa Margherita, le tante esibizioni, le prime gare di trial, e poi… Mi ritrovo a S. Felice sul Panaro, luogo per lo più sconosciuto, invitato da Giz per inaugurare un nuovo bike park. Sponsor dell’evento: un piccolo negozio chiamato Alessibici. Avevo ormai 25 anni. Questa è la mia storia.
MBV: Ti ricordi la tua prima gara e che risultato hai ottenuto?
FD: La prima gara fu a Sestola per l’ultima tappa del circuito UISP. Sandro Alessi mi prestò una Da Bomb bianca su cui montai i miei mitici pedali flat rosa presi in prestito sempre dal trial. Se non sbaglio feci 2° assoluto e primo di categoria, baci e abbracci e cominciai a fare downhill.
MBV: Perché proprio il downhill?
FD: Non è stata una scelta ma una naturale evoluzione del mio percorso di vita. Da piccolo sognavo di guidare forte una macchina, una moto, un F12 Malaguti truccato all’inverosimile, qualsiasi cosa. Velocità, adrenalina, rischiare, cercare il limite. Impossibile con gli sport motoristici per tanti motivi. Con il downhill tutto era di nuovo possibile. Che figata di sport…
MBV: Partiamo subito dai Campionati Europei di Sestola, dove eri tra i favoriti ma qualcosa è andato storto. Ci racconti cosa è successo?
FD: Il limite tra gloria e fallimento è talmente sottile che a volte non ci si rende conto di quanto ci si stia camminando sopra. Bianco e nero, vittoria o sconfitta, e delle volte brindisi o ambulanza… A Sestola al 2° giro del venerdì mi è leggermente partito il davanti, il pedale ha toccato terra e mi sono trovato catapultato di testa accanto alla mia tenda, sul punto forse più piatto e banale che ci possa essere sull’appennino modenese. Ho provato a tenere duro ma 36 ore dopo il trauma cranico ha vinto e mi hanno portato in ospedale. In ambulanza…
MBV: Grandi soddisfazioni, invece, a giugno ai Mondiali Master di Andorra dove hai portato a casa la medaglia d’argento. Com’è andata lì?
FD: La mia stagione 2017 è cominciata a giugno 2016 quando decisi di cambiare lavoro e se vuoi cambiare anche un po’ la mia vita. Quindi tempo per allenarmi, per stare con la mia famiglia e per trovare serenità. I risultati di questo percorso si sono condensati tutti nel weekend di Andorra: lucidità, preparazione, amicizia e tanta serenità. Ho capito che per costruire qualcosa di grande occorre partire dal basso. Poi c’è il momento della discesa, quei 5 minuti in cui ti ritrovi con te stesso e dove tutto può succedere. D’altronde è solo una gara.
MBV: Per finire in bellezza, poi, il titolo italiano di categoria a Bormio a fine luglio. Il terzo titolo nazionale negli ultimi tre anni.
FD: Ora mi tocca fare il bullo… Sapevo di essere il favorito e la sensazione che mi accompagna è che se vinco è normale e se perdo ho fatto una cazzata. In questa modalità sento che non guido al 100% , mi deconcentro, faccio un sacco di errori e non riesco a godermi pienamente il weekend di gara. Fortunatamente nonostante questo ho un team fantastico, Sandro mi fa togliere secondi ogni volta che tocca la bici e i risultati arrivano comunque.
Forse è il momento di cambiare qualcosa.
MBV: Normalmente quanto tempo dedichi all’allenamento?
FD: Come detto prima ho finalmente fatto un inverno come si deve: piscina, palestra, bike trial e Kw prodotti. Una cosa che sicuramente faccio troppo poco è usare la bici da downhill, che rispolvero di fatto solo alle gare e in poche altre occasioni. Niente vacanza estive a Morzine, nessun tracciato di casa… Ogni estate faccio un viaggio con la bici insieme alla mia famiglia: bimbo nel carretto con la sua bici al seguito, tenda, bagagli, velocità media di 5 Km/h e a volte tanto dislivello. Meno ghisa più poesia.
MBV: Ci descrivi la bici che stai utilizzando in questa stagione?
FD: Commencal Supreme V4, forka e ammo Marzocchi. La forka è la stessa dal 2014 credo, nel senso che è un’entità a se che si evolve: foderi nuovi, poi gli steli, poi proviamo una nuova cartuccia, poi la molla, l’olio, ma si dai proviamo delle altre boccole e poi di nuovo gli steli… Poi ho un sacco di ruote: le FIR con mozzi Novatec, i mozzi FRM con i cerchi DT, le ruote in cabonio Diamonz che sono un po’ le mie creature. Sempre rigorosamente con un sistema di camera interna antiforatura / stallonatura / pizzicatura e gomme Schwalbe. Freni Formula Cura e pedali flat che ho tolto per la prima volta a Sestriere… per far posto a dei Mallet.
MBV: Hai ancora qualche obiettivo per quest’anno?
FD: Ho piacevolmente constatato che nelle prime due gare del circuito Gravitalia sono riuscito a rimanere nella top 10 assoluta. Quindi obiettivo stare nei 10 (meteo e condizioni della pista permettendo visto che parto 3 ore prima degli ultimi Elite).
MBV: Grazie dell’intervista Fabrizio ed in bocca al lupo per il finale di stagione!
FD: Grazie a Voi. Peace.