In test: Kellys Stage 70

Il motto di Kellys è “Ogni bici ha una missione“. Secondo i due fratelli Peter e Brano Divinec, fondatori del marchio slovacco, la progettazione e la produzione di una bici non si realizza solo mettendo insieme elementi meccanici ma quello che conta è lo scopo per cui viene creata una bicicletta, ed è proprio questo scopo che, secondo i Divinec, dà ad ogni bicicletta Kellys il significato della sua esistenza. Una missione, quindi, quella che si prefigge questo produttore forse non molto noto ai tanti, ma che noi conoscevamo già prima di toccare con mano le sue creazioni in occasione del CosmoBike Show 2016, tra le quali abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza di un modello proposto per l’XC race.

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Descrizione

Il modello Stage rappresenta la proposta Kellys in ambito cross country agonistico con ruote da 29″ ed è interessante notare che vi è anche una gamma con ruote da 27.5″ per la stessa destinazione d’uso, il che dimostra l’attenzione rivolta da questo brand a quelle che possono essere le svariate preferenze degli appassionati. Ma torniamo alla Stage, dicendo che la versione in test va a collocarsi in posizione intermedia della sua gamma, che offre un telaio realizzato in fibra di carbonio ad alto modulo.

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Telaio che sfoggia un disegno ricercato. Salta subito all’occhio, infatti, la generosa fazzolettatura di rinforzo del nodo sterzo così come la particolare lavorazione per il nodo sella, dove si nota il prolungamento dei foderi superiori verso il tubo orizzontale, mirato a favorire lo scarico delle sollecitazioni del terreno verso l’orizzontale piuttosto che verso il piantone.

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Il comfort è garantito anche dalla particolare forma degli stessi foderi superiori, che presentano una sezione appiattita studiata per consentire una flessione controllata degli stessi allo scopo di assorbire gli impatti della ruota posteriore.

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I foderi inferiori sono dotati, invece, di una sezione più generosa, con quello sinistro che accoglie anche l’attacco della pinza freno in modo da garantire una risposta più pronta in fase di frenata.

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Il passaggio di cavi, guaine e tubazione freno è interamente interno al telaio, con ingressi e uscite ben distinti e posizionati.

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La Stage è inoltre predisposta anche per l’eventuale utilizzo di una trasmissione elettronica Shimano Di2, tra l’altro presente di serie nell’allestimento top di gamma.

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Il carro, così come la forcella, non adotta, purtroppo, la battuta maggiorata Boost, diversamente da quella che è ormai la tendenza anche in questo ambito di utilizzo.

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La forcella è la Fox 32 Float Performance FIT4 con 100 mm di corsa. Non è l’ultima versione Step Cast ma con essa troviamo il comando remoto a manubrio che consente di impostare la frenatura in compressione su tre posizioni: Open (completamente sbloccata con comando inattivo), Medium (piattaforma stabile di pedalata con un singolo click), Firm (completamente bloccata con un doppio click). Presente, ovviamente, anche la regolazione per la frenatura in estensione al di sotto del fodero destro.

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Le ruote adottate sono le robuste Mavic Crossride Light. Per le coperture Kellys ha scelto le Schwalbe Racing Ralph Performance, perfette per un utilizzo XC ma non convertibili in tubeless in questa versione.

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Trasmissione interamente Shimano Deore XT, fatta eccezione per la cassetta che è una SLX, e la cosa non può che farci piacere. La Stage offre una guarnitura a doppia corona, forse in controtendenza rispetto alle attuali scelte di mercato in ambito XC race, ma farà senz’altro piacere ai meno allenati oppure a chi la vorrà utilizzare anche per i percorsi più trailride.

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Anche i freni sono Shimano Deore XT e condividiamo pienamente la scelta di differenziare il diametro dischi tra anteriore e posteriore.

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Il cockpit è quasi interamente prodotto in casa. Troviamo, infatti, manubrio, attacco, manopole e reggisella a marchio Kellys mentre la seduta è offerta dall’italiana Fi’zi:k.

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Specifiche

Telaio: Carbon Composite HT monoscocca alto modulo
Escursione ant.: 100 mm
Forcella: Fox 32 Float Performance FIT4
Comandi: Shimano Deore XT, 11v
Cambio: Shimano Deore XT
Deragliatore: Shimano Deore XT
Guarnitura/Movimento centrale: Shimano Deore XT, 36/26T / Press-Fit BB71-41A
Cassetta pignoni: Shimano SLX, 11-42T 11v
Catena: Shimano HG600-11
Freni: Shimano Deore XT, 180/160 mm
Ruote: Mavic Crossride Light 29 – 21c – 24 raggi profilati – 15×100 mm/12×142 mm
Coperture: Schwalbe Racing Ralph Performance 29 x 2.25″
Manubrio: Kellys Ultimate XC 70 Flatbar, 720 mm, manopole Kellys Crypton lock-on
Attacco manubrio: Kellys Ultimate XC 70, 90 mm
Serie sterzo: FSA 1.5 integrata
Reggisella: Kellys Ultimate XC 70, 27,2 mm
Sella: Fi’zi:k Gobi M5 Manganese
Peso: 11,3 kg (taglia L, senza pedali)
PREZZO: € 2.799,00

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Geometrie

Taglie disponibili: S-M-L
Angolo sterzo: 70,5° (S), 71°
Angolo piantone: 73,4° (S), 73°
Orizzontale virtuale: 585-605-630 mm
Tubo sterzo: 100-105-110 mm
Carro posteriore: 450 mm
Passo: 1089-1100-1112 mm

Info: www.kellysbike.com

Distributore per l’Italia: www.modolo.it



Il test

In sella

Il posizionamento in sella è esattamente come ci si aspetta da una front per cross country agonistico, quindi ben disteso per favorire la massima spinta sui pedali. Perfetta a tale scopo la larghezza del manubrio e la lunghezza dell’attacco, anche se noi abbiamo preferito montarlo con un’inclinazione positiva anziché negativa. Si apprezza, inoltre, la differenziazione operata da Kellys per le misure di manubrio e attacco in funzione della taglia.

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Abbiamo trovato molto comoda la seduta, non solo per le caratteristiche della sella, a noi già ben note, ma anche per l’adozione di un reggisella da 27,2 mm di diametro, che contribuisce a smorzare gli urti sul terreno. Manca purtroppo un generoso batticatena, sostituito da una pellicola protettiva, ma spicca la presenza di ben due piastre metalliche, sul fodero destro e sul tubo obliquo, a protezione da eventuali risucchi della catena.

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Per la regolazione del SAG della forcella ci si può avvalere delle istruzioni presenti sul sito del produttore, seppure da considerare sempre come riferimenti iniziali da affinare poi sul campo in base al proprio stile di guida.

In pianura

La risposta alla spinta sui pedali è quella ottimale che ci si aspetta a questo livello, grazie alla rigidità dell’insieme e alle geometrie orientate all’XC race. Ma si apprezza anche un ottimo livello di comfort sulle asperità, in relazione alla destinazione d’uso, grazie ad un sorprendente lavoro svolto dal carro nell’attutire gli urti anche più marcati.

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La Stage 70 spiana molto bene il percorso e consente un’accelerazione esaltata anche dalle coperture molto scorrevoli. Non è necessario agire sulla frenatura in compressione della forcella, visto come la Fox lavora bene a idrauliche completamente aperte anche in presenza della spinta più energica sui pedali.

In curva

La Stage sfoggia un carro non tra i più compatti della sua categoria ma nei tratti più lenti può avvalersi della risposta rigida del telaio e di un angolo di sterzo votato alla reattività del mezzo, che riesce così a districarsi bene anche nei passaggi più tortuosi mentre nell’inserimento nelle curve più veloci è proprio questo carro leggermente più lungo che le consente di mantenere una buona velocità e precisione senza scomporsi.

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Si fanno apprezzare le ruote che, nonostante il ridotto numero di raggi in rapporto al diametro, sfoggiano una buona rigidità e un canale interno del cerchio non particolarmente largo che favorisce la conduzione nei tratti più guidati.

In salita

In salita la Stage 70 brilla per come è capace di arrampicare, con la complicità di un range di rapporti ben ampio e di coperture leggere, anche se quella posteriore non è l’ideale sui fondi con poco grip. Si potrebbe guadagnare ancora qualcosa in termini di peso sostituendole con una versione convertibile in tubeless, in modo da ridurre i pesi delle masse rotanti. Torna utile, inoltre, in questo contesto il carro non particolarmente compatto, che aiuta a non alleggerire l’avantreno nell’affrontare le sezioni più ripide, in modo da non perdere l’aderenza della ruota anteriore al terreno.

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L’agile scalatore potrebbe essere invogliato a bloccare la forcella per spremere ancora qualcosa in più, ma non ne vale la pena. Conviene piuttosto impostare la compressione della forcella su Medium e lasciare che il suo lavoro di assorbimento delle asperità venga coadiuvato dalle capacità di smorzamento del telaio.

In discesa

L’angolo di sterzo prettamente racing richiede una conduzione attenta nell’affrontare le discese più veloci, dove però la Stage mantiene ancora elevati margini di sicurezza grazie ad un interasse molto lungo che le dona un’incredibile stabilità. Le ruote fanno un ottimo lavoro, un po’ meno le coperture quando si affrontano i tratti maggiormente sconnessi, a causa della ridotta tassellatura, seppure specifica per l’utilizzo XC.

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Il carro svolge molto bene il suo lavoro di assorbimento degli urti, andando a sopperire all’inevitabile rigidezza che caratterizza una front. Una forcella così stabile come questa Fox, inoltre, eleva la risposta delle geometrie e la Stage 70 si dimostra molto spesso divertente e precisa da guidare. Ottima anche la risposta in frenata, che non tende a scomporre il mezzo.

Conclusioni

La Stage 70 è una piattaforma front che ad un prezzo relativamente contenuto offre un telaio in carbonio dal disegno ricercato oltre che una sospensione di elevata qualità e una componentistica di buon livello. Si è dimostrata in grado di soddisfare sia l’agonista di cross country che il trailbiker che non accetta né i costi né le complicazioni di una biammortizzata.

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