La storia del logo di Orbea

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L’evoluzione del nostro logo va di pari passo con la nostra crescita. Nei nostri 177 anni di storia, ciascuno dei nostri loghi ha segnato un traguardo importante: vuoi ripassarli con noi?

In tre secoli, il nostro logo si è evoluto, riflettendo le esigenze di ogni epoca e i valori che ci definiscono: la nostra vocazione per l’innovazione, l’anima del fabbricante che ci caratterizza e la ferma volontà di testare i nostri progetti nelle gare più importanti del mondo, per offrire le migliori biciclette.

Inoltre, è servito per permetterti di riconoscerci immediatamente ed emozionarti con noi in alcune delle vittorie più emblematiche che abbiamo ottenuto insieme ai nostri atleti: la Vuelta di Perico nel 1985, i trionfi di tappa nel Tour de Francia con Euskaltel Euskadi, il doppio oro olimpico a Pechino, i Campionati del Mondo di Catharine Pendrel o i record Ironman di Andrew Starykowicz.

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Cambio di Ciclo

I nostri primi loghi, con le pistole incrociate in puro stile Western, rimandano alla nostra prima attività e a chi la svolgeva: i fratelli Orbea. Logicamente, quando negli anni 30 del secolo passato siamo entrati nel settore della bicicletta, abbiamo avuto bisogno di una nuova identificazione, che rendesse visibile tale cambiamento di attività. Ecco perché sono così importanti i nostri successivi loghi, la parola “Ciclos”.

Ma come succedeva all’epoca anche in altri casi, ad esempio Ford, Fiat o Coca Cola, si trattava più di stemmi di una fabbrica che di loghi come li concepiamo oggi. Doveva essere ridotto all’essenziale, al marchio, e da lì nasce il nostro seguente logo, stile Opel. Un simbolo emblematico, perché è quello che accompagnava la mitica carovana pubblicitaria che precedeva i ciclisti della Vuelta a España negli anni 50-60.

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Alla fine degli anni 60, Orbea ha vissuto una grave crisi che ci ha portato al fallimento nel 1969. Fu allora che i lavoratori presero in mano le redini dell’azienda e garantirono la sopravvivenza del marchio trasformandolo in una cooperativa. Il cambiamento di direzione si rifletteva, con diverse grafie, nei loghi che ci hanno identificato negli anni 70.

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I loghi degli anni 80

C’era un tempo in cui i Reparti di Marketing non dominavano il mondo e tutto era un po’ più “casalingo”. In quel periodo, secondo quanto ci racconta il direttore industriale di Orbea, Miguel Ángel Estandía, il rappresentante commerciale in Francia, Ángel Soria, arrivava una volta all’anno con un sacco di cartellette sotto il braccio, piene di proposte di design che presentava in Orbea. Sommando queste idee a quelle che sorgevano a Mallabia, abbiamo aggiornato l’immagine del nostro marchio.

La particolare estetica degli anni 80 e 90 appare nei nostri tre successivi loghi. Il primo è leggermente rétro, mentre il tratto del secondo è pienamente anni ottanta. Entrambi ci ricordano il ritorno di Orbea all’alta competizione con il Seat Orbea di Txomin Perurena (curiosamente il nostro logo e quello di Seat erano molto simili) nel quale si fecero notare Perico Delgado, Marino Lejarreta o Peio Ruiz Cabestany.

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Il terzo, benché effimero, ebbe la sua importanza. Gli anni 80 volgevano al termine e il boom delle biciclette da MTB ci spinse a creare un logo direttamente legato a questa disciplina (la A si trasforma in una montagna e la O in una forcella/sospensione). Di fatto, è stato il primo logo utilizzato dal mitico Orbea Racing Team, una squadra che ha dominato il MTB nazionale negli anni 90 con Jokin Muxika e Roberto Lezaun, e quello internazionale con Julien Absalon, Iñaki Lejarreta e Jean-Christophe Péraud.

Tuttavia, in anni in cui iniziavamo a intravedere la nostra espansione a livello internazionale, era un logo “condannato a morire” per problemi di leggibilità da parte delle persone di lingua non spagnola che, se non conoscevano il marchio “Orbea”, non avrebbero identificato ad esempio la montagna con una A.

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Inoltre, stavamo facendo un salto tecnologico con Orca, e volevamo che fosse a livello internazionale; era giunto il momento di pensare al logo con cui entrare nel XXI secolo.

Emblema di una trasformazione

Cercavamo un simbolo aperto e integrale, che ci contraddistinguesse, qualcosa come la mela di Apple o lo “swoosh” di Nike.

Quel logo, il marchio ‘Orbea’ con un nuovo carattere e sormontato da un’ellisse, è nato a metà degli anni 90. La sua gestazione, che indica il punto di inflessione nella traiettoria di Orbea, si deve a Iñigo Zabala (LKS Diara Design). Egli ci ha aiutato a plasmare lo spirito innovativo che si respira nella fabbrica di Mallabia, e per fare ciò ha cercato ispirazione in quello che sappiamo fare meglio: le biciclette.

Un aspetto importante per progettare è il supporto. Si doveva trovare una grafica che funzionasse sul telaio, per renderlo più visibile in gare come il Tour, la Vuelta o il Giro, e in questo senso credo che sia stata una scelta indovinata. Abbiamo allungato il carattere, conferendogli dinamismo e migliorando sensibilmente la sua applicazione sui telai”, spiega.

La grafica e il simbolo ideati da Iñigo erano efficaci e potenti, funzionavano a meraviglia, tanto che i responsabili di allora non esitarono a selezionarlo: “Se non ricordo male, il direttore di allora lo scelse in corridoio, in un minuto”, racconta ridendo.

La prova che funzionasse è che rimase praticamente intatto per oltre 15 anni, con solo dei leggeri cambiamenti nel colore del simbolo e nel carattere, ad opera di un team di design americano. “Alleggerirono i colori del logo e fornirono maggiore dinamismo alla grafia”, indica Iñigo.

Un emblema che ci rimarrà impresso per sempre, poiché era quello che sfoggiavano Samuel Sánchez e Julien Absalon nel 2008 quando vinsero le loro medaglie d’oro nei Giochi Olimpici di Pechinon.

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Un logo per l’era globale

E se quel logo funzionava, perché evolverlo? La ragione principale è la comparsa di nuovi supporti e l’esigenza di disporre di un logo che possa funzionare su tutti (cosa peraltro non semplice): dal profilo di Twitter, ai grandi pannelli di eventi come l’Orbea Monegros, senza dimenticare ovviamente il tubo obliquo della bicicletta. Un logo per l’era globale.

Così, nel 2012 abbiamo dato inizio al progetto per il nuovo logo, accompagnati dall’agenzia pubblicitaria Brandsmith e da quella di design Tres Tipos Gráficos.

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“Abbiamo ridisegnato il logo da zero e migliorato le proporzioni, la grafica, l’inclinazione, la posizione, ecc. L’idea era di ottenere l’essenza di ciò che era veramente importante nel logo di Orbea, la solidità, la forza, il dinamismo e il movimento, e applicarla a un’immagine che fosse funzionale su diversi formati”, spiega Nicolás Reyners, designer di Tres Tipos Gráficos.

Nel precedente logo di Orbea c’erano due riferimenti evidenti. Da una parte la O, che ricordava chiaramente una ruota, e dall’altra l’unione della ‘e’ e della ‘a’, che richiamava il concetto di “andare in avanti”. Quest’ultima caratteristica è stata mantenuta e le è stata data priorità nella nuova versione. Tuttavia, “abbiamo scartato la O, per ottenere un marchio più globale, che non parla solo del prodotto, ed eliminare un tratto che era in concorrenza con l’altro. Ora il logo ha carattere e forza come prima, ma è più equilibrato, funzionale e leggibile”, assicura Nico.

Inoltre, senza abbandonare il colore blu, che continuiamo a utilizzare su diversi supporti, abbiamo puntato sul contrasto nero-bianco, per conferire al logo maggiore potenza, determinazione e atemporalità.

Quando abbiamo finito, sapevamo che di aver fatto un buon lavoro, che durerà per molti anni. Per un designer, il privilegio di lavorare in un progetto come questo è dato dal pensare: ‘Accidenti, quello che abbiamo fatto sarà tutti i giorni a contatto con utenti di decine di paesi, su biciclette che percorreranno il mondo’. E ciò ti fa sentire molto orgoglioso”.

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Epi-logo: solo per curiosi

Sicuramente tutti avrete vissuto questa esperienza: inizi un progetto, ci metti entusiasmo, lavori bene, ma alla fine non si presentano le circostanze adeguate perché le cose vadano come previsto. Nel 2013 abbiamo iniziato una riflessione con i designer Ronan Bariou, Alex Trueba e Timothee Durand, per creare un nuovo simbolo che esprimesse i nostri valori e le nostre radici.

Abbiamo trovato l’ispirazione nelle forme del mare e delle montagne dei Paesi Baschi, nelle quali abbiamo visto uno specchio della nostra tenacia e resistenza per oltre 175 anni. E nelle linee dell’eredità artistica millenaria create dal pennello e dallo scalpello degli artisti baschi Jorge de Oteiza ed Eduardo Chillida con opere come il Peine de los Vientos, El Bosque Pintado o, soprattutto, il Santuario di Aranzazu.

Queste forme sono state fuse in un solo pezzo, che abbiamo battezzato Leihoa (finestra): “Era un simbolo di unione tra ciò che percepisce Orbea del suo mercato e quello che il mercato percepisce di Orbea”, narra Ronan: un simbolo che rispecchia il luogo dal quale veniamo, con le forme che definiscono ciò che siamo e facciamo, e che rappresenta una finestra aperta al futuro.

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