Il diario di Justin Leov – St. 4 – Ep. 3: È fantastico sentirsi bene

È fantastico sentirsi bene dopo la disavventura in Tasmania. Dopo quella faticosissima gara, sono tornato in Nuova Zelanda con una polmonite e sono stato costretto a riposo forzato per qualche settimana. Non posso dire di essere arrivato a Madeira in perfetta forma ma ciò nonostante ero contento di esserci e pronto a fare del mio meglio.

Abbiamo raggiunto Madeira con il giusto anticipo per poter percorrere a piedi la maggior parte delle Prove Speciali e abbiamo così avuto l’opportunità di scoprire la bellezza di quest’isola portoghese. Madeira è immersa in un’atmosfera tutta speciale ed io ero felice di poterla godere appieno.

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La maggior parte del percorso di gara si presentava roccioso, così fin da subito ho deciso che avrei gareggiato con la versione della Strive con maggiore escursione. Avrei anche avuto bisogno di protezione anti-foratura per la ruota posteriore e ho quindi scelto il sistema Flat Tire Defender (FTD), in modo da poter continuare la gara senza danneggiare il cerchio nell’eventualità di una gomma bucata.

In quei giorni a Madeira il tempo si presentava, per così dire, prevedibile: del tutto asciutto e soleggiato in città ai piedi della montagna, mentre in quota nuvoloso, ventoso e umido con piogge. Giacca impermeabile e occhiali o maschera anti-nebbia erano indispensabili e la situazione era paradossale nel momento in cui preparavo il mio zaino: partivo da casa con il sole, sapendo che avrei trovato sicuramente pioggia nelle ore successive.

Durante gli allenamenti mi sentivo bene, il mio equipaggiamento era a posto e non vedevo l’ora di cominciare la gara. Ero prontissimo!

Delle due giornate di gara, la prima è stata la più fisica. La prima Prova Speciale si presentava come la più difficile del week-end e ne ho avuto subito la conferma. Fin dall’inizio ho dovuto impegnarmi al massimo e ho raggiunto il primo traguardo sfinito ma felice di esserci riuscito. Ci è voluto tutto il tempo del trasferimento successivo per recuperare le forze, ma sapevo che la seconda Prova sarebbe stata allo stesso modo una sfida fisica, con tratti pieni di radici scivolose, single stretti e rocciosi. Anche questa volta è andato tutto bene ed ero contento di come la giornata stava procedendo. La terza Prova era la più scivolosa ed anche la più pericolosa del week-end. Poco margine per commettere errori eun tracciato molto roccioso che al minimo sbaglio avrebbe rappresentato una seria minaccia per le gomme.

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Alla fine di questa terza Prova ero soddisfattissimo di aver portato a casa un altro run pulito, senza imprevisti e di chiuderlo nella top ten. Considerando la difficoltà devo dire che è stato fantastico. Durante la ripida salita del trasferimento successivo sono rimasto senza acqua e ho cominciato veramente a sentire addosso tutta la fatica della giornata. Alla zona di ristoro ho recuperato un po’ di energia in vista dell’ultima Speciale del giorno. Sono riuscito a finire, con un solo momento critico al culmine del percorso, dove ho rischiato di schiantarmi. Ho concluso comunque bene con un tredicesimo posto nella classifica generale provvisoria.

Ero contentissimo di partire da questa posizione nella seconda giornata che si presentava nell’insieme più tecnica.

La quinta Prova Speciale era più impegnativa dal punto di vista fisico e man mano che procedevo avvertivo i postumi del giorno precedente. Malgrado ciò ne sono uscito bene, ma nel trasferimento verso la sesta Speciale sentivo che non stavo recuperando come avrei voluto. E infatti appena mi sono lanciato, ho subito capito di essere in crisi. Ho corso quindi questa Prova con un po’ di prudenza, ma dopo il traguardo mi sono imposto di fare molto meglio nella successiva settima Speciale. Sarebbe stata la Speciale DH del week end, una prova breve ma intensa. Sono partito velocissimo, molto più di quanto avevo fatto durante gli allenamenti. Al primo rock garden non ho voluto toccare i freni e sono sceso a tutta velocità. Il problema è che mi sono subito ritrovato fuori ritmo, completamente al margine del tracciato, dove ho centrato un fotografo, che “fortunatamente” mi ha fatto da rete di sicurezza!Quello che ho ben presente sono i suoi occhi sbarrati che mi fissavano nell’attimo che ha preceduto lo scontro. Non li dimenticherò mai. Per fortuna niente di grave per entrambi. Sarebbe stato terribile pensare di aver arrecato danno a qualcuno. Subito ho potuto ritornare in gara senza perdere troppo tempo.

Mi restava un trasferimento verso l’area ristoro, dove avrei potuto recuperare un po’ di forze. Ero al limite delle mie possibilità e non mi sentivo più tanto lucido. Tuttavia dovevo mantenere al massimo la concentrazione ed evitare errori gravi. 

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Nell’ottava Prova, più lunga, ho cercato di dare il meglio. Poco prima dell’arrivo ho avuto un piccolo problema tra la catena e il deragliatore e non potevo più pedalare, c’era qualcosa di bloccato e ho dovuto spingere con i piedi fino al traguardo.

Sono riuscito a risolvere la complicazione pochi secondi dopo. Mancava una sola Speciale e ho voluto terminare la giornata al meglio. Ero quattordicesimo e per mantenere questa posizione sapevo di dover fare un’ottima ultima Prova. Per la prima volta in tanti anni ho bevuto una bibita energetica, erano a disposizione alla partenza. Ero talmente sfinito che ho voluto provarla, anche se so che queste bevande di solito mi fanno un effetto troppo eccitante e non mi permettono di gareggiare bene. Questa volta invece ha funzionato e ho ottenuto il mio miglior risultato del week-end, confermando anche il quattordicesimo posto in classifica generale. 

Devo dire che sono contentissimo del mio risultato. Non è certo il podio e nemmeno la top ten, ma so che sto andando nella giusta direzione ed è molto meglio di quanto fatto nelle due tappe di apertura della stagione, durante le quali ho dovuto superare tante difficoltà.

Avanti tutta ora, arrivederci in Irlanda con un’energia positiva.

Justin Leov

(Photo credit: Sebastian Schieck)