Renthal è stata fondata nel 1969 da Andrew Renshaw ed Henry Rosenthal, due trialisti con la passione per l’ingegneria e la meccanica di precisione, dai cui cognomi deriva appunto il nome del brand (“Ren” – Renshaw e “thal” – Rosenthal). Da tempo sinonimo di quella che è stata la rivoluzione dei manubri in alluminio nel settore motociclistico, l’azienda con sede a Manchester, nel Regno Unito, è entrata nel settore del ciclo nel 2010 e anche qui è cresciuta rapidamente, diventando uno dei produttori di componenti di maggior successo in ambito agonistico. Componenti che comprendono manubri, attacchi, manopole, corone ed accessori, tra cui abbiamo provato per voi il manubrio Fatbar Lite Carbon in accoppiata con l’attacco Apex.
Il manubrio Fatbar, ormai da tempo nel catalogo Renthal, viene realizzato sia in versione tradizionale, dedicata al gravity, che nella più leggera versione Lite. Entrambe le versioni sono, inoltre, disponibili in alluminio o in carbonio.
Il Fatbar Lite Carbon è offerto come manubrio pensato per un utilizzo XC/trailride/enduro. E’ realizzato interamente in carbonio UD, ovvero con fibre unidirezionali allo scopo di massimizzare la resistenza e ridurre al minimo il peso.
La sezione centrale da 31,8 mm di diametro per l’accoppiamento con l’attacco si estende ben oltre la maggior parte degli altri manubri, questo per aumentare la resistenza del manubrio ed affinare le sue caratteristiche di flessione.
E’ disponibile nella sola larghezza di 740 mm, con backsweep di 7° e upsweep di 5°.
In accoppiata al manubrio abbiamo ricevuto l’attacco Apex, anch’esso progettato per un utilizzo che va dall’XC all’enduro.
E’ realizzato da un pezzo unico in alluminio 2014 lavorato CNC, con lavorazioni aggiuntive 3D, finitura anodizzata ed incisioni al laser mentre il frontalino è in alluminio 7075. Un frontalino con una caratteristica chiusura a 240° che ha consentito una riduzione del materiale che compone il corpo dell’attacco, a favore quindi della leggerezza, ma allo stesso tempo per garantire la massima rigidezza strutturale.
L’Apex offre un’inclinazione di +/- 6°, a seconda di come viene montato, allo scopo di consentire la corretta altezza da terra del manubrio in funzione del diametro ruota e della lunghezza del tubo sterzo. L’altezza del collare è di 40 mm.
Il peso da noi rilevato del Fatbar Lite Carbon con rise da 20 mm è stato di 175 grammi mentre l’attacco manubrio Apex nella lunghezza di 40 mm pesa 118 grammi. Il manubrio è disponibile con rise da 10, 20, 30 e 40 mm ed è in vendita al prezzo di € 149,00. L’attacco Apex è offerto nelle lunghezze da 31, 40, 50, 60, 70, 80 e 90 mm ed è venduto al prezzo di € 99,00.
Info: www.renthal.com
Distributore per l’Italia: www.riecycle.it
Il design dell’accoppiata manubrio/attacco è molto accattivante, con il cromatismo che riprende il classico nero ed oro di Renthal mentre le finiture sono di pregio. Alle estremità del manubrio troviamo gli indicatori di taglio per poterlo accorciare a piacimento.
L’installazione richiede lo smontaggio dei due pezzi che compongono il frontalino, successivamente occorre infilare i due pezzi sul manubrio e poi serrare il frontalino al corpo dell’attacco.
In fase di serraggio occorre tener presente che, a differenza degli altri attacchi manubrio, per i quali occorre lasciare lo stesso spazio superiormente ed inferiormente tra frontalino e corpo dell’attacco, nel caso dell’Apex invece la parte inferiore del frontalino deve andare completamente a battuta con il corpo dell’attacco, mentre lo spazio rimane solo nella parte superiore.
Sulla sezione centrale del manubrio, oltre ad esserci uno strato anti scivolamento, troviamo anche una griglia di indicatori per facilitare il centraggio sull’attacco ma anche per personalizzare l’inclinazione, sfruttando l’allineamento con uno dei tre indicatori presenti sui lati esterni dell’attacco. In fase di test non abbiamo mai notato alcun scivolamento né sul cannotto forcella né tra manubrio e attacco, segno di una precisa lavorazione dei materiali.
Sul campo il Fatbar Lite Carbon offre un posizionamento molto maturale ed ergonomico grazie ai 7° di backsweep e 5° di upsweep, che dà come risultato una buona angolazione per i polsi. Si nota da subito la flessibilità del manubrio, in grado di smorzare gli urti pur continuando a garantire una precisione di guida, giovandosi così di una minore stanchezza per le braccia e di una guida più piacevole e confortevole, che si traduce in una maggiore concentrazione sul percorso.
La larghezza da 740 mm del manubrio potrebbe risultare un po’ corta in un ambito enduro, riesce tuttavia a stupire per l’ergonomia e la sicurezza che è in grado di infondere, rimanendo ancora ben reattivo nello stretto e nei continui cambi di direzione. Nel corso del test, inoltre, la resistenza all’usura è rimasta su buoni livelli, dal momento che alla fine del periodo di prova, una volta smontato il manubrio, non abbiamo notato particolari segni del serraggio di manopole, freni e comandi cambio.
Si tratta, quindi, di un cockpit Renthal che oltre a garantire un ottimo upgrade vista la leggerezza del manubrio, non delude le aspettative del rider più esigente ed aiuta il rider amatore a guidare rimanendo più rilassato e riposato, con conseguenti risvolti positivi sulla guida.