Il clima, tra i vari fattori che possono condizionare la prestazione, gioca un ruolo fondamentale nel ciclismo, in particolar modo nel fuoristrada.
La temperatura ambientale, l’umidità, il vento, la pioggia, interagiscono in modo evidente con la termoregolazione.
In condizioni climatiche non ideali, il corpo dell’atleta non riesce a sfruttare le sue caratteristiche di dispersione del calore in estate o il mantenimento del calore in inverno, influenzando sfavorevolmente le sue funzioni.
L’organismo dell’atleta mette in atto dei meccanismi di difesa, reagendo a condizioni sfavorevoli, quando “fuori” fa freddo. La prima esigenza è quella di mantenere costante la temperatura corporea (circa 37°), che ovviamente tende a diminuire a temperature esterne basse.
Il contatto dell’aria fredda con la cute calda causa un passaggio di calore da quest’ultima verso la prima e ciò determina anche un progressivo trasferimento di calore dal centro del corpo (cuore, torace e capo) alla periferia.
Si ha, quindi, una dissipazione di calore, la temperatura interna si riduce e a questo punto l’organismo mette in moto dei meccanismi di auto-difesa, che controllano e regolano la temperatura corporea, mantenendola costante.
Uno di questi meccanismi è rappresentato dall’isolamento termico del grasso sottocutaneo, pessimo conduttore di calore, che funziona da coperta termica. Non bisogna esagerare con un eccessivo accumulo di questo, perché si potrebbero avere conseguenze negative in termini di peso ed incidenza di malattie cardiovascolari.
Un altro automatismo importante di termoregolazione è la vasocostrizione periferica, attraverso il restringimento dei vasi. Ciò determina una riduzione del flusso periferico in modo tale da mantenere il sangue caldo il più lontano possibile dalla pelle.
Altro meccanismo è l’esclusione parziale della circolazione del sangue alle estremità degli arti, una sorta di corto circuito ematico. Il sangue viene dirottato verso le zone interne del corpo per preservare alta la temperatura corporea.
Importante è anche la generazione di calore da parte dell’organismo. La manifestazione classica è il brivido, contrazione della muscolatura senza produrre movimento, ma solo calore.
Uno degli effetti collaterali sfavorevoli di questi meccanismi di termoregolazione è sicuramente il raffreddamento delle estremità: mani, piedi, naso e orecchie.
Coprirsi bene è senz’altro il primo mezzo per ovviare a queste problematiche. Coprirsi non solo il corpo ma anche le estremità periferiche, avendo cura di mantenersi sempre in movimento in modo tale da attivare la circolazione.
Indossare indumenti che permettono la traspirazione o abbigliamento tecnico. Cercare di utilizzare i giubbotti impermeabili solo nelle giornate di pioggia, infatti è importante che il corpo non rimanga con indumenti bagnati dal sudore nei momenti di pausa.
Si consiglia di tenere caldi i piedi, utilizzando calzini di lana e copriscarpa, e essere sempre in movimento. E’ importante sapere che i primi segni di congelamento sono torpore e formicolii fino al dolore, dopodiché si verifica una completa anestesia della zona.
In questo periodo sono molto frequenti irritazioni ed infezioni delle prime vie aeree: laringiti, tracheiti e bronchiti, che possono limitare le capacità atletiche.
L’attività fisica, praticata ad alti livelli, determina delle alterazioni negli indici di immunità aspecifica, con riflessi in una maggior suscettibilità ed incidenza delle malattie infettive.
Le malattie broncopolmonari che possono più frequentemente contrarre gli atleti e che possono compromettere l’efficienza della ventilazione alveolare sono infezioni acute, virali e batteriche, e l’asma bronchiale indotta da esercizio fisico.
La maggior parte delle infezioni respiratorie si trasmette da persona a persona per contatto diretto o per disseminazione delle goccioline aeree, con una prevalente incidenza nei primi mesi dell’anno.
La terapia medica sarà rivolta alla cura dei sintomi, utilizzando farmaci antiinfiammatori, antipiretici in caso di febbre, e riposo assoluto per evitare superinfezioni batteriche. Dove è necessario, il trattamento antibiotico, dopo aver ascoltato un parere medico. La prevenzione delle virosi respiratorie è costituita dalla vaccinazione antiinfluenzale e dalla somministrazione dei cosiddetti immunostimolanti.
Utile è prevenire l’infiammazione, coprendosi bene nelle giornate fredde con passamontagna e sotto-casco tecnico.
Nella dieta è sconsigliabile aumentare leggermente la quota di lipidi a scapito della quota proteica, utilizzando tisane con fitoterapici a base di eucaliptolo, menta e boldo, che ha attività espettorante per il muco.
Un consiglio utile è quello di far ricorso alla propoli, un antibiotico naturale, da spruzzare in bocca prima di uscire in bici, in modo da prevenire le infezioni.
Anche l’occhio è interessato da patologie di questa stagione, in particolare la zona anteriore è più soggetta agli attacchi dal mondo esterno e quindi più facilmente predisposta a processi patologici.
Questa zona si chiama congiuntiva, che è un tessuto trasparente e molto sottile, che ricopre interamente le due palpebre e buona parte della cornea. Sono queste le due strutture che rappresentano il ricettacolo delle sostanze estranee presenti nell’aria e dei microrganismi patogeni, batteri, virus.
L’infiammazione di questa zona si chiama congiuntivite. Nei ciclisti è favorita dall’inevitabile contatto con l’aria, che questa zona subisce in maniera costante ed ossessiva, predisponendola al contatto con germi patogeni.
Le congiuntiviti possono essere batteriche, virali o allergiche. Queste ultime colpiscono i soggetti ipersensibili e si presentano per lo più nella stagione primaverile, mentre le prime sono da imputare ad un contatto con la congiuntiva di un agente infettivo.
Anche il contatto con corpi estranei di minuscole dimensioni, come il pulviscolo e la polvere, può determinare irritazione, fastidio e lacrimazione.
Proteggere gli occhi con un buon paio di occhiali, che coprano da tutti i lati, è il primo accorgimento da seguire.
In caso di irritazioni oculari a causa di fango e di polvere, la cosa più semplice ed efficace da fare è quella di lavare la parte con acqua.
Dott. Luigi Ferritto
Medico-Chirurgo
Specialista in Pneumologia
Medicina dello Sport