[su_label]Comunicato stampa[/su_label]
12 maggio 2012: piove e fa freddo quando circa 500 biker iniziano a scalare il Monte Carpegna. In alto la pioggia si trasforma in aghi ghiacciati che tagliano il viso e il passaggio nei pratoni è funestato da Bora a 50 km/h e fiocchi di neve mista acqua. Non appena inizia la discesa del Trabocchetto la selezione naturale elimina gran parte degli atleti che con mani e piedi ormai congelati non riescono più a governare la propria bicicletta.
Ne arriveranno poco più della metà all’arrivo di quella difficile giornata. Sono passati 4 anni e solo 15 giorni dal complicato esordio della Via dei Borromeo, che ha dovuto fare anch’essa i conti con il gigante del Carpegna e il brutto tempo.
“Il Carpegna mi Basta” diceva Marco Pantani, eppure la decisione di non fare più quella gara ci aveva lasciato inevitabilmente con un grande vuoto. Quando a ottobre era già nell’aria il grande ritorno, per noi del Caveja è stato un onore far entrare questa classica nel nostro calendario. Noi che 4 anni fa non esistevamo nemmeno e che in così poco tempo abbiamo avuto subito la possibilità di essere parte di un grande evento assieme a importanti circuiti come il Tour delle Regioni e Italian Sixs Races. Non per i nomi dei campioni che vanno ricordati, onorati e mai strumentalizzati, ma per la manifestazione, il suo percorso e la bellezza dei suoi paesaggi. La storia però rischiava di ripetersi, con il meteo molto incerto per tutta la settimana, temporali a macchia di leopardo su tutta la zona e un alternarsi di sole, nubi e vento.
Alla fine, le previsioni pessimistiche che siamo abituati a vedere dai siti ormai troppo pubblicitari, hanno ancora una volta toppato clamorosamente regalandoci una bella giornata di sole. Il Gs Carpegna e la Pro Loco però, non hanno voluto rischiare e sabato sera dopo l’ennesimo temporale, hanno deciso di eliminare il tratto più delicato del tracciato accorciando di fatto la gara qualche chilometro senza eliminare però le bellezze che la zona regalava. Ne è risultata una gara viscida ma tutta fattibile e con medie elevate superiori ai 22 all’ora.
Il percorso era il classico: si partiva dall’abitato di Carpegna per scalare subito il Monte in 10 lunghi chilometri di salita. La strada non troppo ripida e l’asfalto presente in gran parte dell’ascesa, hanno permesso a tutti di andare su ad un buon passo senza grossi distacchi (anche se i biker puri hanno sofferto sulle lunghe lingue nere dedicate agli asfaltatori). Una volta arrivati in cima, molte gerarchie però si sono clamorosamente capovolte con la discesa del Trabocchetto, veloce ma molto insidiosa per il fango e le pietre dove bisognava avere abilità di guida e freni poco tirati.
Il percorso era il classico: si partiva dall’abitato di Carpegna per scalare subito il Monte in 10 lunghi chilometri di salita. La strada non troppo ripida e l’asfalto presente in gran parte dell’ascesa, hanno permesso a tutti di andare su ad un buon passo senza grossi distacchi (anche se i biker puri hanno sofferto sulle lunghe lingue nere dedicate agli asfaltatori). Una volta arrivati in cima, molte gerarchie però si sono clamorosamente capovolte con la discesa del Trabocchetto, veloce ma molto insidiosa per il fango e le pietre dove bisognava avere abilità di guida e freni poco tirati.
Gli atleti più melodici nei 15 minuti di salita solitaria, hanno potuto quasi immaginarselo li accanto che pedalava con loro e gli diceva con spiccato accento romagnolo “Il Carpegna mi Basta”.Le Macchiette Xc (percorse nel senso opposto della via dei Borromeo) sono state un’ ulteriore toccasana per gli amanti del manico che hanno potuto recuperare i distacchi accusati lungo la salita. Dallo strappo del Castello di Pietrarubbia (clamorosamente asciutto con polvere estiva) poi era fondamentale stringere i denti per l’ultima ascesa al Cippo del Monte Carpegna, tratto principale e cronometrato di tutta la gara. 2500 metri asfaltati con una media del 11% e una massima del 19% fino al monumento dedicato al pirata che qui si allenava spesso in vista dei suoi grandi giri.
I Biker puro sangue invece, non vedevano l’ora di assaggiare nuovamente la terra umida per l’ultima picchiata che portava la carovana all’arrivo del paese dopo 36 chilometri di divertimento. MIKHAILOUSKI Serghey ha imposto la sua furia sin dalle prime battute dominando tutta la gara, fino a quando a pochi chilometri dall’arrivo ha dovuto fare i conti ancora una volta con la sfortuna. La ruota che si sgonfia e l’addio ai sogni di gloria. Nonostante questo però il vantaggio accumulato dal portacolori del MondoBici Tecnoplast era talmente alto che chiude comunque secondo assoluto all’arrivo. Vince Rocchetti Leopoldo (Cingolani – Specialized) aiutato da tanta tenacia e un pizzico di fortuna. Le forature sono state l’ordine del giorno a Carpegna con tanti pit-stop obbligati soprattutto nella discesa del Trabocchetto dove le alte velocità e le pietre sono stati gli ingredienti principali di tanti tagli e purtroppo anche di qualche caduta. Tra le donne, la coppia Daniela Veronesi e Stefanelli Daniela (rispettivamente prima e seconda) completano il quadro di vittorie del team Cingolani. I veri vincitori però sono stati gli organizzatori che dopo tanto tempo sono riusciti a riproporre una gara di alto livello sbagliando praticamente nulla e dando già un appuntamento convinto al 2017. Ora la nostra carovana si sposta a Canavaccio tra 6 giorni per la Gran Fondo Brombolona bike (sesta prova del Caveja Bike Cup). L’ultima gara sulle lunghe distanze che chiude il mese dedicato alle Gran Fondo. Vi aspettiamo numerosi alle Cesane bike Park.
Classifiche complete qui.
L’Italian 6 Races ritorna il 12 giugno con la Granfondo Monte Cucco a Costacciaro (PG), che sarà valida anche per il SuperSix Bike. Il Romagna Bike Cup dà appuntamento invece al 29 maggio a Ozzano Emilia (BO).