Pedalando ed ammirando il Bosco Difesa Grande: il 3 aprile si corre a Gravina in Puglia

Anche quest’anno la Mediofondo Bosco Difesa Grande si ripropone sulla scena del circuito Iron Bike 2016 con una competizione che farà quasi sicuramente registrare il pienone di bikers a Gravina in Puglia. Il Bosco Difesa Grande riserva sempre uno scenario incantevole ed un percorso adatto a tutte le aspettative degli atleti che siano agonisti o meno allenati.

Domenica 3 aprile, l’evento di ciclismo off-road è pronto ad accendere sulla città di Gravina in Puglia la passione verso le ruote grasse, a dare manforte e valore aggiunto alla grande professionalità degli organizzatori dell’Asd Amicinbici Gravina che sono oramai pronti ad allestire una grande giornata di sport per un pubblico sempre numerosissimo ed appassionato, senza dimenticare chi vuole pedalare sul percorso lungo di 48 chilometri e sul corto di 26 chilometri, oltre alla piccola “gravel” per gli esordienti e gli allievi sulla distanza di 20 chilometri.

Sul fronte iscrizioni, la quota attualmente in vigore è di 25 euro effettuando il pagamento entro mercoledì 30 marzo. Oltre tale data, la società organizzatrice non accetterà più bonifici bancari per poi passare alla quota di 30 euro la mattina della gara. Info complete e procedure di iscrizione al linkhttp://www.icron.it/services/icronGO/elencoiscrittipubblico.php?idgara=2016109 .

II Bosco Difesa Grande con i suoi circa 2000 ettari è uno dei più importanti complessi boscati dell’intera Puglia. Situato a 6 chilometri dal centro abitato di Gravina in Puglia, nel medio bacino idrografico del fiume Bradano, si estende su un terreno collinare compreso tra il torrente Gravina ad Est ed il torrente Basentello ad Ovest, entrambi affluenti del Bradano.

La struttura geologica è costituita essenzialmente da una coltre spessa di sabbia e conglomerati pleistocenici, formazioni risalenti all’ultimo periodo dell’Era Quaternaria. Nella coltre detritica si possono distinguere le seguenti formazioni: Conglomerati d’Irsina e Sabbie dello Staturo, supportanti le Sabbie di Monte Marano e le Argille di Gravina. Il bosco comunale all’epoca della dominanza sveva era denominato Selva o Foresta. Nel corso del XVII secolo, l’Università (termine con il quale si indicava il Comune) acquistò dal Regio Demanio la superficie boscata in questione che aveva già preso il nome di “DIFESA GRANDE”, diventando bene patrimoniale del Comune. Il termine “Difesa” significava originariamente proibizione e, in senso estensivo, poteva anche indicare una zona sottoposta a particolari divieti e quindi ad un particolare regime di utilizzazione. Nel suo ambito erano concessi solo gli usi civici di legnatico e ghiandatico. Difesa, o come il suo sinonimo bandita o luogo bandito, stava ad indicare “un luogo che non poteva essere più diviso, ne goduto in particolare dai comunisti, ma doveva restare di proprietà dello Stato; e quindi, se non era boscato, necessariamente doveva rimboschirsi”. In conclusione nessuno poteva dissodarlo e neppure usurparlo. Il bosco era vissuto da sempre come una fonte di approvvigionamento di legname per la collettività gravinese.

Strettamente legata al bosco era la pastorizia. Anche qui sono numerosi gli scritti che vanno a testimoniare i tentativi di conciliare le esigenze del bosco con quelle dei pastori e il carico di bestiame presente in gran numero nel bosco. Dagli Archivi è emerso uno spaccato di vita gravinese che ha inizio nei primi anni del ‘900 e termina sino alle soglie del secondo millennio. Anni difficili, segnati da miseria diffusa che colpiva la maggioranza della popolazione. Da qui l’importanza del bosco, come fonte di approvvigionamento e di pastorizia, termometro sociale ed economico.

Luca Alò